Capitolo 12.

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Lali's pov.

-Ma fanno sempre così?- chiede Cande indicandoci. Io e Peter ci "riconnettiamo" a loro e li guardiamo interrogativi.

-Facciamo cosa?- chiedo io.

-Vi isolate dagli altri e parlate tra di voi.- spiega Agus.

-Dire sempre è poco.- ironizza Nico.

-Beh, ci capita spesso.- spiega Peter.

-Già.- continuo io.

-Anche da bambini lo facevano. A volte io ed Euge ci sentivamo di troppo.- dice Pablo.

-Sapete che non lo facciamo apposta, ci viene naturale.- dico io.
Eugenia sdrammatizza con una battutina del tipo "naturale come il seno della professoressa di fisica". È convinta che sia rifatta, anche se a me il suo seno sembra vero. Lei lo definisce il suo "problema esistenziale".
Comunque, mentre tutti ridono, suona la campanella. Dovremmo avere inglese se non sbaglio. Ma, apposto della prof, dalla porta entra la bidella.

-Ragazzi, è stato indetto uno sciopero per oggi. Potete tornare a casa.-

Tutti iniziano ad urlare di gioia.
-Allora, vai a parlare con Lali?- sento dire da Mary mentre faccio la cartella.

-Si, credo che sia il minimo che possa fare e poi voglio passare un po di tempo con Mary, non ti dispiace vero?- risponde Pablo.

-Già, e poi avevi ragione. E' proprio simpatica. Ci vediamo a casa allora.- lo saluta con  un bacio sulla guancia e si avvia alla porta con Cande e Rochi che intanto mi avevano salutato con un abbraccio. Pablo è ancora al suo posto e sta rifacendo la cartella. Allora Cande aveva ragione, c'è davvero del dolce tra lui e Mary. 

-Allora ci vediamo domani?- la voce del mio migliore amico mi distoglie dai miei pensieri. Mi giro a guardarlo ed è difronte a me, forse a 3 o 4 cm da me. Con una mano regge la spallina del suo zaino blu che ha sulle spalle, mentre l'altra se la passa tra i capelli. Ha gli occhioni dolci, come quelli di un cucciolo. Tra un po fa anche il labbruccio.

-Si...Peter non guardarmi cosi.- dico abbassando lo sguardo di colpo. Fa male a lui quanto fa male a me. Sento gli occhi inumidirsi. "Cazzo, Lali non devi piangere. Non qui. Non davanti a loro. Lo hai voluto tu tutto questo."

-Ma di solito stavamo insieme e ti riaccompagnavo io a casa...- dice veloce lui.

-Lo sai il motivo di questo allontanamento, o devo ricordartelo?-

-Lo so, lo so. Ma mi manchi.-

-Anche tu, anche tu. Vieni qui coglione.- lo tiro per un braccio e lo stringo a me. Mi perdo nel calore della sua pelle e nel suo profumo. Tra le sue braccia mi sento a casa. -Ora parlo con Pablo, e poi ti chiamo, ok?-

-Si, ci sentiamo dopo allora. Ciao piccola.- mi da un bacio sulla guancia ed esce dalla porta. Saranno rimasti solo altri 2 o 3 ragazzi oltre me e Pablo, sono già scappati via tutti. Mi avvio anche io verso la porta siccome Pablo non si decide a muoversi.

•Se l'amore non sei tu, allora non esiste.•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora