17 agosto

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00:00

"Io non ho voglia di ascoltarti." Dico con voce roca.

"Cos'è quel biglietto che hai tra le mani?" Dice Simone ignorando la mia risposta.

Glielo porgo e lui lo prende aprendolo delicatamente.

Legge con calma e dopo qualche secondo alza gli occhi al cielo. Poi guarda il pavimento.

"Allora è vero.." Dico perdendo anche l'ultima speranza accesa dentro di me.

"Quando è stato?" Chiedo con voce quasi disperata.

"Il giorno in cui sei andata a ballare con gli altri." Risponde il moro.

"Ah, bene. E dove avete fatto l'amore?" Dico mentre i miei occhi si riempiono di lacrime.

"No, quello non è fare l'amore. Fare l'amore è quello che volevo fare con te, è quello dove stai bene, quando hai davvero voglia di quella persona, di sentirla tua. Non è niente in confronto a quello che ho fatto con Camilla e Greta."

"Vedo che sei molto esperto, chissà quante volte l'hai fatto. Sarà per quello che hai deciso di farlo anche con loro."

"È vero, hai ragione, l'ho fatto tante volte, ho smesso di contarle, ho smesso anche di stare bene a farlo. Ma con te, anche solo i nostri corpi nudi a contatto mi hanno portato delle sensazioni meravigliose che ancora non riesco a togliermi dalla testa capisci? Solo a pensarci mi vengono i brividi.

Ti ricordi quando ti ho detto che tu sei così piccola, che non meriti di stare male. Ho capito una cosa oggi, io ti sto distruggendo, ed è proprio perchè ti amo che ho deciso di tornare a casa. Domani mattina, ho già fatto il biglietto del treno. Senza di me starai meglio, tornerá tutto come prima, come mi dicevi sempre tu." Simone inizia a piangere. "Ti devo ringraziare, mi hai migliorato la vita, non ti dimenticheró mai. Scusami per tutto quello che ti ho fatto passare."

Simone si avvicina e mi da un bacio umido sulla guancia, sento il suo profumo invadermi per un ultima volta.

Il moro si toglie la felpa e me la lascia accanto.

"Ti amo Martina." Dice sottovoce per poi andare via.

E così rimango lì tutta la notte, con la sua felpa tra le braccia, il suo profumo dappertutto e senza la sua presenza.

Ancora non riesco a crederci che è andato via, probabilmente non lo rivedrò mai più. Probabilmente rimarrà solo un piccolo ricordo dentro di me.

E allora Greta e Camilla passano in secondo piano, tornano fuori i miei sentimenti.

Impossibile ormai nascondere che anche io mi sono innamorata di lui, nonostante tutto.

Simone POV:

10:00

Il treno parte, direzione Milano. Ormai non si torna più indietro.

Martina POV:

"Ragazza scusami, non puoi rimanere qui, la piscina è ancora chiusa... Hai un'aria sconvolta, va tutto bene?" Dice il bagnino squadrandomi.

"Si, mi scusi, non volevo assolutamente, solo che volevo stare un po' da sola, ma è tutto a posto." Dico guardando il ragazzo.

"Puoi darmi del tu." Dice il bagnino.

È vestito con una tuta completamente rossa e un paio di occhiali da sole appoggiati sui capelli neri, spettinando il ciuffo. È molto giovane, e ha un bel fisico muscoloso.

"Si certo, scusa." Dico sorridendo.

"Ma tu sei una di quelle ragazze di quel gruppo di casinisti?" Dice il ragazzo sorridendo.

"Eh si, non passiamo inosservati vedo."rispondo io.

"Comunque piacere, io sono Federico." Dice il moro.

Allungo la mano per stringere la sua e mi alza completamente da terra, così in un attimo mi trovo in piedi.

"Piacere, io sono Martina. Grazie per avermi aiutata, adesso devo tornare in roulotte che ho da siatemare delle cose dato che mio papà è andato via."

"Sei qui da sola?"

"Si." Rispondo.

"Va bene, allora ci vediamo! Ciao Martina."

Lo saluto e raccolgo da terra la felpa di Simone e infilo il biglietto trovato ieri sera in tasca.

Immergo il viso nel suo abito e i ricordi iniziano ancora una volta a vagare.

Simone POV:

Mi squilla il telefono.

"Pronto Manuel dimmi."

"Simone, mi dispiace che sei tornato a casa, noi arriviamo domani."

"Si, sono solo andato via un giorno prima, domani saremmo comunque dovuti tornare a casa giusto?" Dico un po' malinconico.

"Giusto... Ciao frà"

"Ciao." Dico terminando la chiamata.

Scorro tra la lista delle chiamate recenti e leggo il nome di Emma. Senza pensarci la chiamo.

"Pronto chi è?" Dice la biondina dall'altro capo del telefono.

"Sono Simone. Sono a Milano, dobbiamo parlare."

"Oh ciao Simone, che bello sentirti, ci vediamo tra 5 minuti al parco sotto casa tua."

Scendo e la trovo giá seduta su una panchina a guardarsi le unghie laccate di rosso.

"Ciao amore!" Dice lei quasi saltandomi addosso.

"Amore un cazzo, non stavi con Claudio?"

"Ci siamo lasciati ieri. Mi mancavi tu. Beh immagino che anche tu sia andato a letto con qualche ragazza quindi siamo pari no? Possiamo far tornare le cose a posto." Dice lei sorridendo

Dopo quella frase ho capito tante cose, ho capito quello di cui ho bisogno, e che devo muovermi prima che sia troppo tardi.

"Emma, ma vaffanculo." Dico quasi ridendole in faccia. Poi me ne vado.

Martina POV:

Al pomeriggio decido di andare in spiaggia con Sara anche se non ho davvero voglia di ridere lei riesce sempre a mettermi di buon umore. Saluto le mie amiche e mi stendo sul telo da mare sempre con la felpa di Simone tra le braccia.

"Beh e quella?" Chiede Nicole guardandomi stranita.

"È di Simone, è andato via ieri sera e me l'ha lasciata." Dico scoppiando a piangere.

Gaia si avvicina e tutte e tre le ragazze mi stringono in un abbraccio fortissimo.

Loro sono la mia forza.

Quella sera fa freddo e io indosso la felpa di Simone, andiamo un'oretta al baretto e poi le ragazze vengono tutte a dormire da me. Passiamo una serata a bere qualche birra e a mangiare schifezze, finchè non ci addormentiamo esauste.

Un Mese Di Estate (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora