Che mattinata.

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*Marsala, mattina di Natale, al maneggio*
Ignazio's pov
"Ma si può sapere dove sono?"
"Non sono ritornati a casa stanotte, forse sono dentro."
"La macchina di Ignazio è parcheggiata qua fuori, devono essere per forza qui.
"Si..ma io non sento niente."
"Magari dormono..."
Il vociare dei nostri genitori mi fece svegliare di colpo. Mi guardai intorno ancora spaesato, ero nudo, coperto solo da una coperta e..abbassando lo sguardo, notai Maria che dormiva beatamente sul mio petto, anch'essa nuda. Ci eravamo addormentati addormentati in quella posizione ieri...sorrisi guardandola e le carezzai piano il viso.
"Amuniiii Salvo, tranquillo che ca sognuu!" ed ecco le urla di Adele. Se sarebbero entrati e ci avrebbero visti in queste condizioni di sicuro avrebbero dato di matto.
"Nica... Nica mia..svegliati...su" iniziai a sussurrarle all'orecchio e a scuoterla leggermente.
"Mmmhhh dai mamma...altri 5 minuti." mugugnó lei accucciandosi di più contro il mio petto.
"Per quanto mi piace averti spalmata su di me...ci sono i nostri genitori che ci cercano...e non so se ci conviene farci trovare cosi.." dico al suo orecchio con tono tranquillo.
"Ma che..." sussurra lei con ancora una voce assonnata, mentre apre leggermente gli occhi e se li strofina.
"Muoviti tesoro..." sussurro di nuovo, questa volta la svuoto, ma proprio in quel momento sento Salvo urlare i nostri nomi.
"Oddio..." dice Maria alzandosi di scatto. "Sono qui..." continua poi per poi alzarsi in piedi. Ma solo allora parve accorgersi del fatto che era senza vestiti.
"I vestiti...porca... Aaahhh." e da li un putiferio. Noi che raccattavamo i nostri vestiti sul pavimento e li indossavano alla rinfusa mentre le voci dei nostri genitori si avvicinavano sempre di più. Infilai velocemente i pantaloni e la felpa, per la fretta la misi al rovescio e per non farlo notare mi infilai il giubotto che ieri avevo messo sulla paglia per far appoggiare Maria, alzai lo sguardo e la trovai intenta ad infilarsi il reggiseno, i suoi riccioli ribelli si incastrarono nel ferretto, cosi mi avvicinai a lei velocemente e glieli alzai con una mano mentre con l'altra le aggiustai il ferretto.

"Grazie amore!" mi sussurrò lei, io in tutta risposta la strinsi a me e lasciai un morbido bacio sulla sua spalla. "Ignà eddai...devo vestirmi." manco a dirlo che la porta della stalla si spalancò, fortuna che eravamo dietro ai box e quindi per almeno ancora un po saremmo stati coperti, di corsa presi la sua maglia e gliela tirai e lei subito la infilò, proprio quando Salvo svoltò l'angolo e ci trovò lì.

"Eccovi finalmente, ma io dico, vi sembra questo il modo di comportarsi ah? Che minchia ce li avete a fare i telefoni se non rispondete?". Disse fulminandoci con lo sguardo, minchia se era arrabbiato.

"Ahhhhh, finalmente vi abbiamo trovati, ci avete fatto prendere uno spavento, pensavamo fosse successo qualcosa." Disse mia madre invece, una volta che ci vide. Le sorrisi tranquillo.

"Scusa mamma, e scusate tutti, ma ci siamo addormentati e non abbiamo sentito le vostre chiamate" Risposi io con tono da finto innocente. Ovvio che non avevamo sentito i cellulari quillare, eravamo impegnatissimi a fare altro, altro che era centomila volte meglio. Sembravano essersela bevuta, ma all'improvviso lo sguardo di Salvo si posò a terra e poi si spalancò

"E ci credo che non lo avete sentito il telefono...che minchia è quello?" urlò all'improvviso, abbassai anche io lo sguardo verso ciò che stava guardando e...merda, il preservativo.

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*Intanto a Naro*

Piero's pov

Il giorno di Natale è sempre stato il mio giorno preferito, dopo il mio compleanno, sin da bambino aspettavo con ansia questo giorno per correre giù e andare a sbirciare cosa Babbo Natale avesse lasciato sotto l'albero. Però da un paio d'anni a questa parte, precisamente da quando avevo intrapreso la mia grande avventura con Ignazio e Gianluca, questo giorno era completamente cambiato. Se penso a come negli anni precedenti, quando ancora non ci avevo fatto l'abitudine, per me il giorno di Natale diventava uno come gli altri, come quei pochi altri in cui potevo stare con la mia famiglia, è difficile dover star via dalla propria famiglia, via dalla propria casa, via dalla Sicilia, per settimane, mesi, se solo penso che nel 2013 a casa ci sono tornato si e no per un mese. Ed è proprio da un paio d'anni a questa parte che ogni mattina, sopratutto in questo giorno che mi sale un magone esagerato, nel pensare a tutte quelle cose che mi sto perdendo della mia famiglia a causa della mia senza, non che mi lamenti anzi...sto inseguendo quel che gli altri definirebbero il sogno di una vita, lavoro facendo ciò che più amo fare, ovvero cantare e non cambierei neanche una singola cosa della mia vita, ma forse...preferirei poter passare più tempo con la mia famiglia, questo non lo nego. Mi alzai con al convinzione di trovare Emilia dormire ancora beatamente sul mio petto, ieri sera era sgattaiolata nella mia stanza dicendo di non voler dormire da sola. Eh gia, la mia famiglia è pur sempre una di quelle famiglie siciliane, quelle siciliane fino alla punta dei capelli, ed era inaccettabile far dormire nello stesso letto due fidanzati che non erano neanche promessi, per questo, mia madre aveva deciso di far dormire Emilia nella stanza insieme a Mariagrazia, che ormai era diventata complice delle nostre scappatelle amorose. Ah la mia sgroncorlì, ricordo ancora quando da piccoli, veniva a svegliarmi la mattina di Natale, perchè aveva paura di andare da sola sotto l'albero a prendere i regali. La mia piccola principessina che adesso era diventata una piccola donna, tutto cosi velocemente, senza che io ne potessi avere il controllo. Ed ecco che quel che io chiamavo 'magone natalizio' ritornava. Ma no, quest'anno sarebbe stato diverso, me lo sentivo, anche perchè con me c'era lei...lei, il mio grande amore. Mi alzai dal letto ed indossai i miei occhiali rossi che ieri sera avevo lasciato sul comodino, avrei abbinato la montatura ai miei vestiti più tardi, ora con il pigiama questi andavano più che bene. Mi diressi in cucina sorridendo, oggi tornava Franz, trovai le donne della mia vita intente a preparare la colazione.

Dimmi che mai, che non mi lascerai mai!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora