*Marsala, mattina del 27 dicembre, ore 7:00*
Ignazio's pov
Fortunatamente l'effetto sorpresa non era stato rovinato. Avevamo detto a Maria che la vacanza della quale parlava suo padre era a Salerno, quando il 31 saremmo dovuti andare a fare il concerto. E visto che lei non suonava lo aveva interpretato come una vacanza.
Caricai la mia valigia sull'auto e poi quella di Maria che, segretamente, era stata preparata da sua madre e mi era stata consegnata giusto ieri. Fortuna che la mia ragazza è una smemorata, peggio di me, e non si è accorta dei vestiti in meno nel suo armadio. Ora non mi mancava altro che andare a svegliare la mia bella, e questa si che sarebbe stata un'impresa.
Salii in auto e accesi il riscaldamento, il freddo mattutino a Marsala non era di cerco come quello di Bologna, ma era lo stesso micidiale, considerando poi che ci trovavamo nel pieno dell'inverno.
Percheggiai l'auto proprio di fronte casa sua e scesi, evitati di bussare, tanto i suoi mi stavano aspettando e come sempre, abbassai la maniglia e trovai la porta aperta.
"Buongiorno!" esclamai felice, ma con voce regolata una volta entrato in cucina.
"Buongiorno caro, sto preparando le crepes, ne vuoi una?" mi chiese gentilmente Adele.
"Ma magari, sai che non so dirti di no." risposi io accomodante per poi avvicinarmi a lei e schioccarle un bacio sulla guancia.
"La mia bella dorme?" chiesi poi rivolto a Salvo che era immerso a leggere il giornale.
"Igná...na castrofe...il Napoli è campione d'inverno, ca si rischia di perdere il campionato." mi rispose invece lui allarmato.
"Ca dicistiii?" dissi io con la mia solita voce stridula, mentre mi avvicinai a lui e gli strappai quasi il giornale dalle mani.
"Minchiaaaa." esclamai dopo aver letto l'articolo.
"Ruvinati...siamo ruvinatii." continuò lui sempre più allarmati.
"Nooo Salvooo, ca dicistiii...vedi che ci riprendiamo. Pii forza." e cosi dicendo gli diedi delle pacche sulla spalla come a volergli dar forza.
"Igná...a Mariaaa la vai a svegliare su!" esclamò Adele distraendomi dal giornale, dalla Juve e anche da Salvo.
"A chi?" chiesi confuso.
"Ma ti scimunisti?" chiese lei confusa. La guardai per un attimo confuso, ma poi.
"Aaahhhh nooo, la nica mia." affermati sognante. "E dov'è che sta?" chiesi poi sempre con il sorrisino.
"Sottu u tavulu, ma secondo te dove può mai stare?" chiese lei sospirando. "Quando si parla della Juve, vi rincoglionite."
"Ma che dici amore mio, stavamo parlando di cose importantissime." rispose Salvo che intanto aveva ripreso il giornale.
"Essenziali" conclusi io per poi uscire dalla cucina e salire le scale per andare dalla mia bella.
"Igná...aspe." urlò, però, Salvo facendomi bloccare sulle scale. Mi girai e lo guardai.
"Dimmi."
"Ho una cosa per te, vieni cu mia susu." mi disse per più superarmi sulle scale e andare verso la camera da letto. Lo seguii confuso e una volta dentro lo vidi tirare fuori qualcosa dal cassetto.
"Non scherzavo l'altra volta al maneggio, davvero non voglio diventare nonno. Ti prego prendili e se proprio dovete usateli, ma fatelo, il mio povero cuore non potrebbe reggere." e cosi dicendo mi consegnò tre scatole di condom. Sentii le guance andarmi in fiamme.
No, non stava accadendo sul serio. Quasi mi veniva da ridere a vedere la sua faccia seria.
"Ma S-salvo..."
"Oohh, non ringraziarmi." e cosi dicendo mi diede una passa sulla spalla e poi andò via.
Rimasi in piedi come un fesso, con le scatole in mano. Visto che le avevo ricevute, tanto valeva controllarle no?
Abbassati lo sguardo e vidi che una era small, una medium e una large. Sorrisi e poggiai quelle che non erano della mia misura e presi la mia nascondendola in una delle tasche del giubbino.
Bene, adesso dovevo solo rapire la mia picciridda.
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*intanto a Naro*
Emy's pov
"Piero...Pieruccio...amore mio...tesó." sussurrai al suo orecchio, cercando di farlo svegliare, ma senza risultato.
"Eh dai Piè.. Scitatiiii.." lo scossi questa volta più violentemente. Ma niente, mi scansò con un gesto del braccio e si girò dall'altro lato, dandomi le spalle e continuando a russare.
"Eh dai Pieroooo." alzai un po la voce.
"Lasciami dormire...5 minuti." rispose con voce rochissima. Quanto l'adoravo questa voce...cosi primitiva. Mi avvicinai a lui tanto da salire a cavalcioni su di lui. Era rivolto a pancia in giù, cosi mi sedetti proprio sul suo sedere.
"Oh Piè è comodo il tuo sedere." dissi ridendo.
"GraFFie.." rispose lui con la faccia schiacciata sul cuscino.
"Eddai amore alzati, se no facciamo tardi." gli dissi imbronciata.
"Che ore sono?"
"L'ora di alzarsi dai..." neanche a finire la frase che venni catapultata dall'altra parte del letto, con un Barone, con gli occhi ancora assonnati e aperti a metà, un sorrisetto da furbetto stampato sul viso, addosso.
"Buongiorno amore.." gli dissi ridendo mentre le mie mani andarono automaticamente sulle sue guancie e il mio viso si avvicinava verso il suo.
"Mmmhh...amore." sussurrò lui per poi fiondarsi sulle mie labbra.
Il bacio del buongiorno, non esiste cosa migliore. Quando i movimenti sono lenti e disconnessi per via del sonno che ancora persiste su di noi. Ma la voglia di volersi, di cercarsi, di assaporarsi, è cosi forte che poco ci importa dei movimenti maldestri e sconnessi del bacio.
Ci staccammo dopo quella che sembrò un'eternità, entrambi senza fiato ma con un sorriso enorme sulle labbra.
"Amore mio.." sussurrò Piero ancora con voce roca, e secondo me ancora mezzo addormentato. Iniziò a baciarmi un po ovunque, sulle guance, sulle labbra, sul collo, dietro l'orecchio...
"Piè... Non dovevamo partire?" chiesi, cercando di restare lucida dai suoi baci ammaliatori.
"Mmh, partiamo dopo." disse mentre continuava a baciarmi. Stava quasi per convincermi ma la fortuna quella mattina non era dalla nostra parte. Infatti la porta si spalancò.
"Sveglia dormiglioniiii...oh matriii santissimaaa" urlò Mariagrazia. Con una manata mi levai Piero di dosso per vedere Mariagrazia che se ne stava in piedi davanti con le mani davanti agli occhi.
"Maryyy." sbottai io imbarazzatissimo. Sentivo le guance andarmi a fuoco mentre Piero si lamentava al lato del letto, dove lo avevo scaraventato.
"Siete vestiti?" chiese lei ancora immobile.
"Certo che lo siamo." sbottò Piero sbuffando.
"Ohhh, menomale, comunque la colazione è pronta e poi è mai possibile che devo trovarvi sempre cosi?" chiese lei rimproverandoci.
"Nu rumpiti sgroncorlí." disse Piero ridacchiando. Io mi alzai dal letto.
"Vado a vestirmi, ci vediamo in cucina." dissi io per poi fiondarmi nel bagno, giusto in tempo per sentire Mariagrazia dire
"Pieee fammi spazio." e la vidi fondarsi sul letto, fra le braccia del fratello, che appena ne ebbe l'occasione la strinse a se baciandogli la nuca.
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Piero's pov
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Dimmi che mai, che non mi lascerai mai!
Novela JuvenilQuesta storia parla del legame forte di un'amicizia che dura da una vita e che è messa a dura prova dalla distanza ma sopratutto dall'amore, riuscirà l'amicizia a prevalere sull'amore oppure l'anima di questi due giovani sarà costretta a sottostare...