Maria's pov
"Ditemi che questo è un incubo..."
Sibilai io per poi girarmi verso Emilia che aveva la mia stressa faccia sconvolta.
"Che cosa ci fai tu qui?" chiese Emilia guardando Milena con aria sospetta, non si fidava di lei, non lo aveva mai fatto e faceva bene.
Il sol pensiero che lei, che credevo mia cara amica, avesse aiutato quel disadattato di Lorenzo e quella...quella (meglio che non mi esprimo) di Ashley, mi dava alla testa.
Ma la cosa che più di tutte faceva più male era il fatto che io le avevo voluto bene, tanto, mi ero fidata e avevo sbagliato.
"Io...io qui ci vivo e lavoro, che cosa ci fate voi qui?" Rispose Milena confusa mentre stringeva a se il menù del ristorante.
"Noi siamo qui perchè i ragazzi canteranno qui domani." risposi senza pensarci, guadagnandomi un calcio sulla caviglia da parte di Emilia. Diedi un urletto per il dolore e la guardai male, ma lei mi stava già mandando delle occhiatacce, probabilmente non dovevo dirlo.
Mannaggia a me e alla mia bocca larga.
"Ohw...mi fa piacere che siete ancora tutti insieme, non sapevo che il volo dovesse cantare qui." disse Milena, mentre appoggiava i menù sulla tavola.
"Spero che la mia presenza non vi dia tanto fastidio da farvi cambiare ristorante, se volete vi faccio servire da qualche altra cameriera..." iniziò a dire guardandoci, quasi come se avesse timore di noi. "Oppure potrei servirvi io....sempre che la cosa non vi urti...insomma, sto solo facendo il mio lavoro."
Guardai Emilia che tentava in tutti i modi di non farmi parlare, mandandomi dei segnali che mi dicevano di andare via. Si vede che Emilia mi conosceva abbastanza bene...anzi cosi bene da sapere che cosa stavo per dire.
"No, non preoccuparti non andiamo da nessuna parte, e puoi servirci tranquillamente tu, cosi parliamo in italiano che è anche più facile." dissi infine io, ignorando Emilia e facendo un sorriso a Milena. Sembrava diversa e poi che male c'era a pranzare li? infondo era solo un pranzo, no?
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Ignazio's pov
"Ragazzi io torno in hotel che ho parecchie cose da sbrigare per stasera, voi potete stare tranquilla ma mi raccomando la puntualità, vi voglio tutti li per orario di cena, cosi almeno vi tengo d'occhio e so che domani sarete riposati." ci disse Michele puntando il dito contro ognuno di noi.
Faceva sempre cosi, ogni volta che avevamo il giorno libero, ci lasciava il pomeriggio di svago ma poi la sera diventava peggio di una sentinella, se uscivamo lui doveva essere con noi oppure mandava Barbara, nonostante non eravamo più dei ragazzini. Ma da quella sera a Miami non si fidava delle altre persone e aveva timore a lasciarci da soli per le strade di città che non conoscevamo. Per questo era quasi come un papà geloso per noi.
"Si grande capo, non ti preoccupare, non sia mai che facciamo tardi stasera eh" ridacchiai io prendendolo in giro.
"Sapete una cosa? io sono stanco, mi sa che me ne torno con Babbo Natale!" disse Piero mentre controllava il cellulare.
"Eh mi sa che torno anche io... visto che qualcuno non mi ha lasciato parlare con la mia ragazza." parlò Gianluca mandandomi una frecciatina, si vede che ancora non gli era andato giù il mio gesto. Ridacchiai e gli diedi una pacca sulle spalle.
"Eddai Gianlucooo, non è mica la fine del mondooo!"
"Ignazio e smettila che lo fai male" mi sgridò Michele.
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Dimmi che mai, che non mi lascerai mai!
Novela JuvenilQuesta storia parla del legame forte di un'amicizia che dura da una vita e che è messa a dura prova dalla distanza ma sopratutto dall'amore, riuscirà l'amicizia a prevalere sull'amore oppure l'anima di questi due giovani sarà costretta a sottostare...