Ignazio's pov
Arrivo al locale e dopo aver preso a spallate quasi mezza clientela finalmente riesco a farmi spazio e...e poi...poi sento un crack.
Le labbra del mio migliore amico, del mio collega, di mio fratello sulle sue. Le sue labbra che solo io avevo il diritto di toccare, le sue labbra che da sempre mi erano appartenute. Quelle labbra che avevano dovuto aspettarmi ma che a quanto pare non avevano perso tempo a rinpiazzarmi. Sentii il mio cuore farsi a pezzettini. Allora è questo quel che si sente quando ti senti sul serio il mondo crollarti addosso? Eppure io pensavo che non si potesse provare più dolore di quello che era già successo, ma la vita è piena di sorprese.
"Tu!" riuscii a dire a denti stretti. Poiché in me non vi era solo dolore no...c'era rabbia, una rabbia primitiva, una rabbia incontrollata. Nessuno doveva toccare ciò che da sempre era stato mio, sopratutto se si trattava di persone. Vidi i due staccarsi. Maria con gli occhi spalancati, Gianluca con lo sguardo basso verso le sue mani.
"Mi fate schifo.." sputai fuori con tutto lo sdegno che possedeva in corpo. Non ero mai stato un tipo istintivo, di solito ero quello che ragionava prima di parlare, che cercava una mediazione. Ma non quella volta. Adesso le emozioni si erano impossessate di me, non ero io a parlare ma tutto lo sdegno e la rabbia che provavo in quel momento.
"Ignazio...cosa ci fai qui?" chiese Maria con un filo di voce ma che riuscii comunque a sentire visto che da fuori l'assordante musica del locale giungeva ovattata.
"Ero qui per te...per stare finalmente insieme, ora che tutto si era chiarito. Ma vedo che non ne vale più la pena." ammidi con gli occhi lucidi. Presi un profondo respiro, dovevo resistere.
"E tu...tu non dici niente?" dissi guardando con disprezzo quello che da 6 anni era mio fratello.
"Ignazio io..." tentò di giustificarsi lui.
"No...non parlare...muto devi stare..oh ti ammazzo. O sapivo io..tu..tu... Fituso." urlai infine e preso da un moto di rabbia tirai un pugno sul tavolino che di divideva, spaccando l'angolo che era fatto in vetro. Il rumore assordante del vetro rotto attirò l'attenzione dei presenti.
"Ignazio calmati.." mormorò Corinne, che in tutto questo tempo era dietro di me.
"E tu chi sei?" chiese Maria con sguardo truce.
"Eh no...pure tu devi stare zitta. Io ho passato una settimana da schifo, sono stato malissimo per te, per noi. Quante notti insonni ho passato pensandoti e scrivendoti, ma adesso capisco perché non hai mai risposto...eri troppo impegnata a fartela con lui...sei solo una puttana." sputai tutto con tale rabbia che quasi non sapevo quello che dicevo. Vidi i suoi occhi spalancarsi a quell'insulto. Non lo pensavo veramente...lei era ancora l'amore della mia vita, ma in quel momento non ragionavo.
"Non ti permetto di parlare cosi mi hai capito?" disse Gianluca alzandosi di scatto.
"Ma io ti ammazzo." sbottai irritato e cosi senza preavviso gli scagliati un gancio destro diritto in faccia e da li si scatenò il putiferio. Gianluca ricambiò il mio pugno, ma andò a vuoto poiché io gli fermai la mano.
"Basta...smettetela." urlarono Maria e Corinne che tentarono di mettersi in mezzo, senza alcun risultato.
"Tu prima ti diverti a scoparti le troie e a tradirla come se nulla fosse e poi torni chiamandola in quel modo?" mi urlò contro Gianluca.
"Muto devi stare, non sai cosa è successo, ma in fondo è questo quello che aspettavi non è cosi? È da quando te l'ho presentata che aspettavi di portarmela via...in fondo tu fai sempre cosi vero? Sei un pezzo di merda, ed io che pensavo fossi mio fratello. Mi sono fidato di te, avrei fatto tutto per te e questi sono i risultati." urlai con tutta la voce che avevo in corpo e con le lacrime che ormai scendevano dai miei occhi. Gianluca, che da sempre era il più sensibile, anche lui piangeva quasi. Intorno a noi Alessio, Marco ed Ercole ci guardavano inermi, non sapendo che fare.
Poi d'un tratto il silenzio. L'aria rotta solo dai respiri pesanti miei e di Gianluca e dai singhiozzi di Maria. Li guardai entrambi, dovevo andarmene di li.
"Almeno posso dire di averci provato a dirti che mi dispiace di averti spezzato il cuore. Ma non importa, chiaramente questo non ti addolora più." sussurrati infine con sguardo assente guardando Maria. Mi allontanati da Gianluca, da lei, da tutti.
"Ignazio aspetta..." disse una voce, ma purtroppo non era la sua, era quella di Corinne.
"Tranquilla tu, manterró la mia promessa, ma adesso voglio stare solo." e cosi dicendo me ne andai via, senza una meta. Volevo stare da solo, poiché adesso senza lei...senza l'amore della mia vita e senza mio fratello ero solo...mi restava solo una persona. Almeno di lui, potevo ancora fidarmi. Ancora in lacrime tirai fuori il cellulare e composi il numero. Neanche due squilli che subito rispose.
"Ignaaaaa dimmii beddro."
"Piero..." sussurrai fra le lacrime.
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Maria's pov
Che cosa era appena successo? Guardavo per terra, i cocci di vetro c'erano, era li per terra, proprio ad indicare che tutto quello successo non me lo ero immaginato, ma era successo sul serio, era reale. Alzai gli occhi e ancora con lo sguardo annebbiato dalle lacrime guardai i presenti intorno a me. Gianluca era ancora in piedi con lo sguardo basso, lo sentivo singhiozzare silenziosa lente. Aveva perso un amico, un fratello. Ed io lo capivo, ma io avevo perso molto di più, avevo perso una parte di me. Non riuscivo a capire come mi sentivo realmente, ero persa in un oblio di sofferenza. Vidi la ragazza che era arrivata insieme ad Ignazio avvicinarsi a me e mi sorrise appena.
"Sei Maria giusto?" chiese timidamente. Non risposi, mi limitai ad annuire.
"Bene...c'è qualcosa che devo dirti." e cosi iniziò a raccontare tutto quello che era successo,della notte a Detroit, del pianto di Ashley, dell'aiuto ricevuto da Milena, della corruzione da parte di Lorenzo, mi parlò di quella notte dove sentii Ignazio cantare e decise di dirgli tutto. Mi parlò del piano di Nina e di come era stato portato a termine efficacemente. Mi parlo della felicità negli occhi di Ignazio non appena in lui si fece avanti la consapevolezza che forse non era tutto perduto.
Ma chi volevo prendere in giro? Adesso era davvero tutto perduto e per colpa mia, perché Gianluca mi aveva baciato? Ma cosa più importante perché lo avevo baciato io per prima? E adesso si erano viste le conseguenze. Ma no, non mi sarei lasciata vincere da questo, avevo bisogno di parlare con lui. E così con uno strattone me ne andai di corsa dal locale, dovevo vederlo, avevo bisogno di parlare con lui, di chiarire. Ma roseto non era la Marsala. Non avevo punti di riferimento. Ma poi mi venne in mente della pinetina un luogo appartato dove, come gianluca mi aveva raccontato, ci si poteva andare per stare da soli. E cosi corsi li... Mentre con il cellulare continuavo a chiamarlo, ma senza risposta.
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Intanto a Naro
Piero's pov
"Piè... Ma si può sapere che stai facendo?" mi chiese Emilia, che era appena entrata nella mia stanza e mi stava vedendo mentre preparato le valigie.
"Amore..." sussurrai appena la vidi. Probabilmente dovevo sembrare sconvolto, e lo ero, avevo appena staccato con Ignazio. Non potevo credere alle mie orecchie quando mi aveva raccontato tutto. Da una parte ero felicissimo che quella di Ashley era solo una farsa ma poi mi aveva raccontato di tutto quello che era successo da oblò e davvero non potevo credere alle mie orecchie. Gianluca non era un tipo del genere, di sicuro c'era una spiegazione, ma non sarei stato con le mani in mano. Non se i miei due fratelli stavano male. Sarei andato da loro. E poi anche Maria era li, lei che in cosi poco tempo era riuscita a farsi volere cosi bene, di sicuro c'era stato un malinteso ed io lo avrei scoperto e avrei cercato di mediare.
"Amore che succede?" mi chiese Emilia preoccupata, venendo vicino a me e prendendomi le mani che in quel momento stavano torturando una maglia, più che piegarla.
"Devo andare a Roseto...è successo un casino... ignazio, gianluca...Maria. Io devo andare." sussurrati mentre ripresi a mettere tutto quello che mi capitava fra le mani in valigia.
"Piero ma dove vuoi andare...hai presente che ore sono? Non ci sono voli a quest'ora, al massimo ci saranno domani mattina, perché ora non ti calmi un po e mi spieghi cosa è successo?" chiese lei dolcemente mentre mi carezzava una guancia con la mano. Presi la sua mano e lentamente gliela baciai.
"Devo andare a Roseto, hanno bisogno di me."
"E ci andremo a Roseto, andremo insieme, ora prendo il computer e prenotiamo il primo volo...ma ti prego, dimmi cosa è successo." sospirai e mi sedetti sul letto. Aveva ragione lei, era inutile darsi tanta pena adesso, tanto di voli non ce n'erano, dovevamo aspettare per forza aspettare l'indomani.
"È successo un casino." sussurrati passandomi le mani fra i capelli.
"Ehi...io sono qui...dai su dimmi, sai che puoi dirmi tutto." disse lei, accovacciandosi ai miei piedi e prendendomi le mani fra le sue.
Le sorrisi dolcemente, l'amavo con tutto il mio cuore e non potevo che essere felicissimo nell'averla li. È proprio vero che le persone che tengono veramente a te si vedono nel momento del bisogno ed infatti lei adesso era li. Pronta a preparare la sua valigia, pronto per seguirmi in Abruzzo dai miei amici, pronta a sconvolgere i nostri piani dell'ultima settimana di vacanze prima della ripresa del tour. Ma si sa, quando si ama una persona si deve essere capaci anche di fare dei sacrifici..e lei stava sacrificando la nostra vacanza per me. Ed io non potevo che amarla più di cosi.
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Maria's pov
Quando si conosce una persona da una vita intera, un po si inizia a pensare come lei, ad agire come lei. Quando si conosce una persona da tanto tempo e si ha la sensazione di conoscerla nel profondo, ti esce quasi naturale immedesimarsi nei suoi panni e capire cosa sta provando o pensando in quel momento. Ed infatti, proprio come avevo immaginato lui era li. Seduto su uno dei tanti tavoli di legno a guarda le le stelle. Lentamente mi avvicinai a lui.
"Devo averti chiamato mille volte per volerti dire che mi dispiace per tutto quello che ho fatto, ma ogni volta che lo facevo era come se tu non fossi li, era come se non fossi a casa. O semplicemente mi ignoravi." parlai stando ancora dietro di lui. Lo vidi sobbalzare inizialmente, poi vidi le sue spalle rilassarsi una volta capito che ero semplicemente io. Feci il giro del tavolo e mi fermati proprio di fronte a lui. I nostri occhi erano a parità di altezza. Azzurro che si fondeva nel suo bellissimo color nocciola. Quegli occhi che erano sempre vispi e giocosi ora trasmettevano una tristezza cosi grande che era capace di farti l'anima a brandelli. I suoi occhi erano lucidi e rossi...aveva appena pianto. Mi si spezzò il cuore a vederlo cosi.
"Per quale motivo sei qui, e non sei da lui?" disse lui guardandomi, ma senza realmente farlo.
"Bhe forse perché io amo te e non lui." affermai io decisa. In tutti questi anni avevo imparato a conoscere Ignazio, lui era una delle persone più gelose ed orgogliose del mondo e difficilmente cambiava idea quando si imponeva su qualcosa, ma io da sempre avevo imparato a prenderlo di petto e a cercare di farlo ragionare.
"Si è visto quanto mi ami...sopratutto quando le tue labbra erano sulle sue." rispose lui con disprezzo.
"Ignazio io..." tentai di dire ma venni bloccata dalle sue parole.
"No...non le voglio le tue scuse, non me ne faccio niente." rispose lui con lo sguardo triste.
"So tutto...Corinne mi ha detto tutto." tentai di approcciare io deviando il discorso.
"Mi fa piacere...sai, stando qui mi sono ritrovato a sognare quelli che eravamo, quando eravamo piccoli e liberi. Ho dimenticato come ci si sentiva prima che ci cadesse il mondo addosso."
"Ignazio...ti prego di ascoltarmi, lascia che ti dica la verità... Gianluca aveva il mio cellulare io non sapevo nulla dei messaggi, lui li cancellava." tentai di spiegare io con un tono quasi disperato.
"E tu ti sei fidata di lui,e non ti sei mai posta il problema di dove fossi o di cosa stessi facendo...ti sei mai fermata a pensare a come me la stessi passando io eh? A come ci si sente ad avere la consapevolezza di star per diventar e padre a 20 anni..eh? Dimmelo! Te lo sei mai questo.??" sbottò lui irritato. Abbassai lo sguardo con le lacrime agli occhi. Ero stata così impegnata ad incentrarmi su di me che non me ne ero minimamente curata di lui.
"Ecco...sei solo un'egoista." disse lui a denti stretti.
Un altro colpo al cuore, sapevo che era arrabbiato e che quando lo era diceva cose che non pensava, ma quelle parole, dette in quel momento facevano male...tanto.
"Ignazio ti prego di ragionare, io ti amo...ti amo da impazzire,non mandare tutto all'aria per via dell'orgoglio e della tua stupida gelosia." sussurrati fra i singhiozzi.
"Stupida gelosia...." ripeté lui assente. Lo vidi fare un sorriso ironico e poi abbassare la testa.
"Qualcosa tra di noi sembra non andare bene, avevano promesso di provarci ma in qualche modo il piano è andato male, è cosi difficile da dire ma devo fare quello che è meglio per me, tu starai bene, ma io devo andare avanti...lontano da te." sussurrò lui infine a sguardo basso.
"No...ignazioa che stai dicendo...ionon posso vivere senza di te lo capisci ,cazzo? Io ti amo più della mia stessa vita lo vuoi capire? Farei tutto per te e non accetto che tu mi dica queste cose...non puoi...non puoi." urlai piangendo. Non poteva lasciarmi cosi, dopo tutto quello che avevamo passato insieme.
"Abbiamo sconfitto distanze che duravano anni e adesso che finalmente possiamo stare insieme tu getti via tutto, cosi come se nulla fosse?"
"Come se nulla fosse? Come se nulla fosse? Tu mi hai tradito con il mio migliore amico cazzo.." strillò lui con la sua solita voce stridula.
"E che dici di noi? Di tutto quello che abbiamo passato insieme?" chiesi io fra le lacrime.
"E tu che mi dici della fiducia?" mi chiese lui con voce ugualmente rotta.
"Sai che non ho mai voluto farti del male."
"E invece hai fatto...ed io non riesco a superarlo, non adesso, magari un giorno...ma non adesso." sussurrò lui.
Più la conversazione andava avanti e più in me si faceva avanti la consapevolezza che quella per noi era la fine.
"Che cosa dovrei fare? Sono persa senza di te." sussurrai.
"Ricordami, amandomi, perché con te la vita più forte l'ho sentita." dissi alzandomi e venendo vicino a me mi diede un leggero bacio sulla fronte.
"Devo andare, ma mi macherai, forse in questa vita non siamo fatti per stare insieme, magari nella prossima. Forse tornerò a casa e capiró che tutto quello che sto dicendo è un enorme sbaglio e magari ritornerò da te, ma non adesso. Sono troppo ferito, troppo deluso...devo andare." disse per poi girarsi ed andare via.
"No...ignazio no." urlai per poi rincorrerlo. Lo presi per il polso e lo tirai per farlo fermare.
"Ti prego non lasciarmi...ti prego." lui con uno strattone si liberó dalla mia presa e senza dire niente se ne andò, lasciandomi li da sola.
Mi accasciai a terra fra le lacrime. Era tutto finito.*salve a tutte stelle del cielo, finalmente sono ritornata, ho scritto il capitolo di fretta perché fra poco inizia grease e avevo in po di tempo e allora ho deciso di scriverlo hahaha comunque passando al capitolo. La depressione totale, cosa ne pensate della fine? È realmente la fine? Riusciranno a far pace o questa è la fine per i nostri due protagonisti. La storia sta per giungere al termine mancano due capitoli alla fine credo. Ma tranquille ci sarà una seconda stagione. Comunque se ve lo state chiedendo per alcune parti ho preso spunto da Hello di Adele e da Gotta my own away si High school musical 2. Non vedo l'ora di leggere i vostri commenti al riguardo e se il capitolo vi è piaciuto non dimenticatevi di lasciare una bella stellina. Al prossimo capitolo, un bacione a tuttiiii ♥*
P.S passate a leggere anche la mia storia 'Amo non posso farne a meno'.
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Dimmi che mai, che non mi lascerai mai!
Novela JuvenilQuesta storia parla del legame forte di un'amicizia che dura da una vita e che è messa a dura prova dalla distanza ma sopratutto dall'amore, riuscirà l'amicizia a prevalere sull'amore oppure l'anima di questi due giovani sarà costretta a sottostare...