Dobbiamo parlare.

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Maria's pov

Ed eccoci qui, a Cernobbio, ed eccoci che Sanremo Grande Amore Tour continua. L'agitazione qui, dietro le quinte, è palpabile. Questo sarà il primo concerto dopo la ripresa di Ignazio. I ragazzi sono agitati manco come se fosse il primo concerto di un nuovo tour, oppure come se fosse il primo concerto della loro vita. Li vedo andare avanti ed indietro per i loro camerini, mentre chi fa i vocalizzi o chi cerca di smorzare la tensione ascoltando musica o chi...come Piero, se ne sta con tremila custodie di occhiali sparse per il tavolo alla ricerca di quello perfetto per il suo abbigliamento di stasera. Io me ne sto nel mio camerino insieme ad Emilia che sta accordando il suo violino.

"Allora...non mi dici nulla?" chiesi io con aria maliziosa, sapevo che fra lei e Piero era successo qualcosa, perchè ultimamente entrambi erano strani, che fosse finalmente scattata la scintilla?

"Il vestito mi ingrassa?" chiese lei distrattamente mentre prestava tutta la sua attenzione alle corde del suo violino, come se da quell'azione ne dipendesse la vita. Infondo per noi musicisti un po era vera questa cosa. Noi musicisti vivevamo per la musica, con la musica, di musica e per farlo usavamo i nostri strumenti. Un po come gli esseri umani che per vivere hanno bisogno di aria, ma per respirare hanno bisogno dei polmoni. Noi musicisti per vivere avevamo bisogno della musica e per respirare dei nostri strumenti.

"Ti pare che mi importi qualcosa del vestito che stai indossando?" chiesi io sbuffando. "E poi sai che con il fisico che ti ritrovi ti starebbe bene di tutto...anche un sacco dell'immondizia." Continuai dopo, il che era vero. Aveva un fisico a dir poco invidiabile, tutta curve, un po la invidiavo anche perchè io a suo confronto potevo definirmi piatta come una tavola da surf. Emilia aveva il tipico fisico da mediterranea, se non fosse stato per il fatto che sapevo le sue origini probabilmente l'avrei scambiata per una siciliana per com'era. A differenza mia che di solito mi prendevano per una del nord e non mancava occasione che Ignazio mi prendesse in giro su questa cosa dicendo a tutti che venivo da Bolzano sud.

"Se..va bhe.." Disse lei senza prestarmi attenzione, tutta concentrata dal suo strumento.

"Guarda che se non parli lo vado a chiedere al Barone...e sai che se voglio so farlo parlare."

Il che era vero, Piero era uno di quei ragazzi cosi ingenui e naturali che bastava portarlo a fare una colazione o una passeggiata ed intavolare un discorso che iniziava a parlare e senza neanche rendersene conto diceva tutto.

"Non ti arrendi eh?" Mi rispose lei con un sorrisetto sulle labbra, scossi la testa e incrociai le braccia al petto, se lei non voleva parlare avrei trovato qualsiasi modo per scoprire qualcosa, infondo ai giochi si giocavano a due. Poi d'un tratto scoppiò a ridere e poso il suo violino nella custodia.

"Adoro farti perdere la testa...ma secondo te io non ti dico niente di quello che è successo?"

"Ma allora è successo...cosaaa?" urlai quasi io per poi tapparmi la bocca con una mano. Infondo eravamo pur sempre dietro le quinte e i ragazzi e gli altri membri dello staff avevano bisogno di silenzio e concentrazione per poter compiere il loro lavoro di preparazione per lo spettacolo, che sarebbe cominciato fra poco più di un'ora.

"Si..." disse lei arrossendo. "Bhe...devi sapere che a Bologna...
~Flashback~
Emy's pov
Eravamo a Bologna a casa Boschetto, come ogni sera da due giorni a questa parte ci trovavamo tutti in salotto seduti intorno al divano dove Ignazio, purtroppo, era costretto a fare. Ma stando in compagnia il peso dell'incidente proprio non si sentiva. Tra una battuta e l'altra, uno scherzo e una presa in giro il tempo sembrava volare e coso quella che doveva essere la visita ad un "malato" si trasformava in serate comiche, peggio di Zelig, con Ignazio e Piero che mettevano su vere e proprie scene comiche dove purtroppo, l'oggetto dei loro scherzi era proprio il Ginoble, che di lamentarsi non ne perdeva mai l'occasione.
"Oddio raga...ma è tardissimo, devo tornare a casa visto che domani mattina ho le prove con l'orchestra." dissi alzandomi di scatto dalla poltrona, quando per sbaglio o per fortuna, il mio sguardo capitolò sull'orologio appeso alla parete e notai che erano già le 22.
"No dai...resta un'altra po con noi." mi pregò Maria con lo sguardo dolce, forse cercava di intenerirmi, ma no. Per quanto volevo restare con loro dovevo andare.
"Mi dispiace, ma proprio non posso." sussurrai io alzandomi e iniziando a salutare tutti con un bacio sulla guancia.
"Guarisci presto tu eh...che domani voglio vederti in piedi." dissi felice ad Ignazio che ancora non riusciva ad essere stabile sulle sue gambe.
"Sarà fatto signor capitano." mi rispose lui con un sorriso, e quell'aria beffarda che era tipica di Ignazio.
"Non vorrai mica tornare a casa, da sola, con questo temporale?" mi domandò Maria preoccupata. In effetti, nonostante fosse luglio e facesse caldo,fuori diluviava, ma era uno di quei temporali estivi che vengono all'improvviso e sembrano voler scaricare sul terreno tutta la collera repressa,poiché per via del caldo torrido, erano stati messi da parte.
"Tranquilla...l'accompagno io...cioè sempre se lei vuole." disse all'improvviso Piero, rosso in viso peggio dei suoi occhiali, senza però guardare nella mia direzione.
"Perché parlo come se lei Jon ci fosse, quando in realtà è davanti a te?" lo prese in giro Gianluca ridendo.
"Miii Gianluco, ma non lo capisti ca lui parla in terza persona?" rispose Ignazio ridendo, guadagnandosi uno schiaffo sulla spalla da parte di Maria.
"Matriiii...pure la spalla mi vuoi rompere adesso? Non basta la gamba."
"Come sei tragico Igná...e poi si...cioè se per te non è disturbo accetto volentieri il passaggio, anche perché di farmela a piedi sotto la pioggia, proprio non se ne parla." risposi io sicura, volendo togliere Piero dall'imbarazzo che si era creato, in fondo mi faceva tenerezza in quella situazione. Non tutti conoscevano il lato sensibile di Piero, visto dai media e dal mondo intero come quello autoritario e con la testa tra le spalle. Quello sicuro di se che per lo più faceva da papà agli altro due che erano i più 'bambini'. Eppure Piero non era cosi, cioè solo in parte. Perché quando si ha la fortuna di conoscere Piero Barone, il ragazzino occhialuto di Naro e non Piero Barone il famoso tenore de il volo, si ha la fortuna di conoscere uno dei ragazzi più dolci e sensibili del mondo. Ed io quella fortuna l'avevo vita, mi ritenevo fortunata persino di portergli augurare il buongiorno la mattina, quando, ogni volta che eravamo in tour, facevamo colazione insieme. Ricordo ancora la prima volta che ci incontrammo o meglio dice ci scontrammo dietro le quinte per le prove di uno spettacolo...era per il concerto a Roccaraso. Fu amore a prima vista, perlomeno da parte mia. In fondo quando si ama una persona come Piero si deve anche avere la consapevolezza che il proprio amore non sarà mai ricambiato, anche perché una ragazza all'altezza di Piero ancora non esisteva o c'era...o perlomeno non ero io e lo sapevo bene.
"Ma quali disturbo...dai suu, che ce ne andiamo da qui." disse Piero, marcando molto il suo accento siciliano, e alzandosi dal divano.
"Ci vediamo domani allora." continuò per poi farmi segno con la testa di seguirlo. Cosi, una volta salutato di nuovo i ragazzi lo seguii fuori verso la sua auto.
"Allora dove la porto signorina?" mi chiese lui serio, lanciandosi appena un'occhiata mentre metteva in moto.
"A casa mia, ovvio."
"Ah...e io che pensavo fosse una scusa per scappare da quel covo di matti...ti avrei seguito molto volentieri in quel caso, ma se la bella signorina vuole andare a casa, a casa ce la porto." rispose lui senza guardarmi, rosso in viso per poi iniziare a guidare. Rimasi colpita dalle sue parole, che voleva dire "pensavo fosse una scusa per scappare" ma sopratutto cosa significava fatto che sarebbe scappato con me? Arrosii violentemente al pensiero di una fuga romantica con lui.
Noi due da soli, magari in un luogo sconosciuto dove nessuno poteva raggiungerci, dove l'unico compagnia a nostra disposizione era il nostro amore.
"A che pensi?" mi chiede d'improssivo lui.
"Mhh.?" risposi io distrattamente, risvegliandomi, improvvisamente, dai miei pensieri.
"Sei diventata tutta rossa...e poi all'improvviso hai sorriso...a che pensi? O forse dovrei dire...a chi pensi?" chiese lui, stringendo impercettibilmente le dita al volante. Ma purtroppo io non ero una persona normale che non faceva caso alle cose, purtroppo io di Piero ero capace di notare qualsiasi cosa, anche la più piccola...per cui quel gesto lo notai e ne rimasi sconcertata, che gli desse fastidio questo argomento?
"A nessuno...non pensavo a nessuno." risposi io evasiva e probabilmente rossa in viso, perciò, pur di non farmi scoprire, girai la testa di lato, guardando fuori dal finestrino che in quel momento trasmetteva un macabro spettacolo. Pioggia...solo pioggia, non si vedeva nulla se non le goccioline che facevano a gara per arrivare prime sul fondo del finestrino. Era tutto buio che i fari dell'auto a stento illuminavano la strada davanti a noi.
"Non ci credo...una come te...di sicuro avrai qualcuno a cui pensare." disse lui deciso.
"Una come me...perché io come sono?" chiesi curiosa, senza pero avere il coraggio di voltarmi verso di lui.
"Tu sei...sei...cosi...tu." rispose lui balbettando e facendomi sorridere. Lentamente volta i il capo verso di lui, beccandolo proprio nel momento in cui mi stava guardando.
"Io sono cosi..me?" dissi ridendo.
"Ma che ti ridii?" chiese lui con voce stridula, sempre più rosso in viso.
"Oh mio dio...Piero Barone imbarazzato, quale onore." lo presi io in giro, cercando di alleggerire la tensione che in quel momento stava aleggiando in auto. E da li iniziammo a parlare del più o del meno, senza più imbarazzo, parlando di cose futili, finché purtroppo il viaggio non finì. Piero parcheggiò proprio di fronte casa mia, e spense l'auto. Fuori il temporale non sembrava voler finire.
"Allora...emh...buonanotte." sussurrai io imbarazzata, mentre mi affrettavo a slacciare l cintura.
"Non vuoi aspettare che si calmi la tempesta? Così almeno non ti bagni." mi disse lui girandosi verso di me.
"Io emh...è tardi...devo andare.." non so perché ma iniziai a cercare una scusa per andare via da quell'auto. Ero stata cosi bene con lui durante quel breve viaggio. Ma adesso mi rendevo conto che mi stavo solo illudendo, tra me e lui non ci sarebbe mai potuto essere qualcosa, per questo dovevo andare via...via da lui,prima di farmi sul serio del male.
Cosi senza aspettare la sua risposta aprii di scatto la porta.
"A domani." sussurrai per poi uscire e dirigermi di corsa verso casa. Arrivai sotto il portone completamente zuppa, anche se avevo fatto quel breve tratto di strada correndo. Iniziai a cercare le chiavi in borsa quando mi bloccati sentendo il rumore di una portiera sbattere. Alzai lo sguardo e vidi Piero al centro del vialetto. La sua camicia bianca che bagnandosi iniziava ad incollarsi sul suo petto scolpito,i suoi capelli che prima erano sparati all'insù adesso cadevano flosci a sua fronte. Si tolse gli occhiali che ormai erano completamente bagnati.
"Che cosa ci fai li Piero... Ti verrà un malanno...torna in auto." dissi io allarmata, ma vedendo che non faceva neanche un passò, scesi di nuovo le scale e con poche falcate percossi la strada che ci divideva.
'Piè..." lo richiamati di nuovo, sembrava quasi in trans.
"Emilia io..."disse per PPI deglutire, i suoi occhi nei miei, allungò entrambe le braccia e me le poggio sulle spalle. Mentre la pioggia continuava a picchiare forte su di nuovo, bagnandoci entrambi, un paio di goccioline rimasero incastrate fra le sue ciglia lunghe rendendolo ancora più perfetto...le sue labbra che vennero bagnate ulteriormente dalla sua lingua. Lo guardai con aria sognante...come se i miei occhi volessero implorargli di continuare, di dirmi qualcosa...qualsiasi cosa. Mi stavo illudendo, lo sapevo, ma in quel momento proprio non riuscivo a farne a meno.
'Ti prego, di qualcosa' era l'unica cosa che riuscivo a pensare.
"Emilia...io...io..." continuò balbettando.
"Tu.." sussurrai cosi piano che molto probabilmente il suono della mia voce fu coperto dal rumore incessante della pioggia che continuava a battere. Il rumore era forte...ma non riusciva a sovrastare il battuto del mio cuore che in quel momento batteva all'impazzata.
"Miichiaa Emyyy io ti amoo." urlò quasi Piero tutto d'un fiato per poi far combaciare le sue labbra perfette sulle mie in un bacio. Un bacio che avevo tanto sognato ma che era assolutamente superiore al sogno. Un bacio cosi delicato che sembrava il volo di mille farfalle dalle ali argentate, cosi dolce da sembrare i petali di una rosa senza spine, cosi desiderato che sembrava come l'acqua in un deserto, cosi perfetto che sembrava un bacio di Piero...un momento...lo era.
~Fine Flashback ~
Maria's pov
"Oh mio dioooo." esclamai urlando alla fine del racconto di Emilia. Mi alzai di scatto dalla sedia e mi fiondai su di lei abbracciandola.
"Lo sapevo...lo sapevooo" continuavo stringendola forte a me, intanto lei se la rideva.
"Mi ha chiesto di stare insieme a lui capisci...mi ama...ed io amo lui e questo...è tutto un sogno." esclamò lei con aria sognante.
"No...non è un sogno, è la realtà... La tua realtà e finalmente puoi essere felice." la guardai sorridendo, quasi con le lacrime agli occhi. Finalmente la mia migliore amica aveva trovato il suo Grande Amore ed io non ne potevo essere più felice.
"5 minuti per l'inizio dello spettacolo..." sentimmo urlare da fuori e cosi staccandoci dall'abbraccio finimmo di prepararci.
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Il concerto fu fenomenale come al solito, non mancarono le battutine da parte dei ragazzi che alleggerivano l'atmosfera del teatro, in fondo erano pur sempre dei ventenni loro, Ignazio per quasi metà concerto cantò seduto alla fine del palco, sporgendosi di tanto in tanto per farsi una foto o per abbracciare qualche fan impavida che si avvicinava al palco nella speranza di essere notata da uno di loro. Il complesso tutto sommato fu molto positivo e ci divertimmo un sacco anche durante la cena del dopo concerto. Ora era mattina, nel pomeriggio saremmo tutti partiti, ognuno a casa propria,mi trovavo al bar dell'hotel insieme ad Emilia. I ragazzo avevano lasciato le proprie stanze la mattina presto per via di alcune interviste che avevano da fare, cosi io ed Emilia avevamo deciso di passare queste ultime ore insieme prima della separazione che sarebbe durata per una quindicina di giorni.
"Mi raccomando, fate i buoni tu e Piero a Napoli." le dissi io ridendo mentre sorseggiavo il mio caffè.
"Sempre...non posso dire lo stesso di te ed Ignazio." ammiccò lei facendomi ridere.
"Ma se noi siamo buoni." mi difesi io.
"Seee...quando dormite...anzi neanche la, chissà cosa combinate quando dormite." continuò lei.
"Emilia...ma ti pare?" la richiamati io facendola ridere.
"La verità ho detto." si difese lei.
"Se...va bhe...comunque ora vado in camera, che i ragazzi sono tornato, ci vediamo dopo." e così dicendo la salutai con un bacio sulla guanci per poi prendere la borsa e dirigermi verso l'ascensore. Durante il tragitto canticchiavo una serie di note...una melodia che da un po di tempo non riuscivo a togliermi dalla testa. In fondo a me succedeva cosi, d'improvviso mi venivano delle melodie e da li nascevano canzoni nuove. Arrivata davanti la porta della stanza la sbloccai con la mia carta magnetica.
"Amore sono tornataaa." urlai poggiando la borsa sul tavolo che si trovava accanto alla porta. Quella stanza era una vera e propria suite per questo era composta da 3 stanze, la camera da letto, un piccolo salottino e un bagno. L'ingresso immetteva nella camera da letto e visto che Ignazio non era li probabilmente era nel salotto, visto che la porta del bagno era spalancata.
"Ignáá...." lo richiamai io entrando in salotto ma bloccandomi di colpo alla vista di due persone sedute al tavolo. Una di loro era Ignazio, l'altra invece... L'altra non sapevo chi fosse, era una ragazza bionda che con un sorrisino malizioso spostò lo sguardo da Ignazio, che sembrava sconvolto, a me.
"Ignà?" domandai io quasi incerta..."che succede?" sussurrati.
"D-dobbiamo parlare."

*Ciaooo a tutteee, finalmente sono ritornata, chiedo perdono per tutti gli errori presenti in questo capitolo ma ho appena finito di scriverlo e ho deciso di pubblicarlo, anche perché avrei dovuto pubblicarlo sabato ma non ne ho avuto il tempo, quindi chiedo perdono. Comunque che ne pensate di tutta la situazione che ha coinvolto i ragazzi in questo ultimo periodo? Io penso solo che le persone, pur di gettare del fango su di loro,siano capaci a tutto. Inventare certe infamerie per me è solo ridicolo. Sono molto fiera del discorso che hanno fatto oggi i ragazzi a la vita in diretta, sono d'accordissimo con le forti parole che hanno detto durante l'intervista. E condivido a pieno lo sdegno verso il direttore che prima getta fango su di loro e poi smentisce tutto, magari rendendosi conto che tutto quello che aveva detto faceva più ridere che altro. Comunque ritornando al capitolo, ho deciso di fare una specie di spin-off per parlare un po di Piero ed Emy e poi mettere una piccola anticipazione della piega che prenderà la storia nei prossimi capitoli. Diciamo che il finale è molto...strano? Di cosa dovranno parlare? Bhe...spero di non avervi deluso e di aver alimentato un po la vostra curiosità, per questo mi aspetto molti commenti e magari tanti voti.
Passiamo alle cose importanti, la storia è arrivata a 11k d visualizzazioni, cioè ma voi vi rendete conto? 11k...è tantissimo per me...troppo...ho le lacrime agli occhi,non smetteró mai di ringraziarvi...mai. Un bacione a tutti ♥*

Dimmi che mai, che non mi lascerai mai!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora