Prologo

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PARTE PRIMA

-Sei uno stronzo!- urlo prendendo la prima cosa che mi capita a tiro e tirandogliela in fronte. La mia bottiglietta d'acqua. Per metà piena.

L'acqua schizza da tutte le parti bagnandolo si, ma inondando il pavimento di legno della cucina, l'isola alla sua destra e su di essa tutti i miei appunti. -Ma porca...- inizio avvicinandomi di corsa pur di salvare il salvabile. -è tutta colpa tua!- sbraito afferrando il primo foglio ma evidentemente oggi non deve essere la mia giornata perché nel afferrarlo scivolo sul bagnato e mi fiondo col sedere per terra. O meglio: col sedere su Lawson che era ancora intento ad asciugarsi le gocce d'acqua del volto paonazzo dalla rabbia -Colpa mia? Oh, certo, è colpa mia se i tuoi scatti d'ira...- ma non fa in tempo a finire la frase che io gli crollo addosso. -Io non ho scatti d'ira!- replico iniziando a muovermi nel disperato bisogno di assestargli come minimo uno schiaffo nel bel mezzo di un mio... be', si lo ammetto, di un mio scatto d'ira!.

Lui mi prende i polsi tenendomi ferma, o per lo meno provandoci. -Ma che cavolo te ne frega di ciò che faccio io?- mi urla lui. io mi blocco. Alzo lo sguardo. E sento trapelare nella mia tutta la rabbia e il dolore provati nelle ore precedenti.

-Oh, be', scusa tanto ma mi frega che il ragazzo che la scorsa sera era quasi arrivato a infilarsi nelle mie mutandine meno di ventiquatt'ore dopo sparisce nel nulla per un giorno intero!-


°*°*°*°*°*°

mesi prima

-Signore e signori stiamo per atterrare all'aeroporto di Orlando, Vi preghiamo di mantenere le cinture allacciate fino al competo spegnimento del segnale luminoso. Vi auguriamo un piacevole soggiorno in america e grazie per aver scelto la nostra compagnia-

Mi sveglio con una mano che mi scuote la spalla. -Greco- mi dice una voce. -Greco- ripete e ora che ci faccio caso è persino una voce infastidita. -Signorina Greco!- ok, ora è proprio arrabbiata!.

Apro gli occhi e mi stiracchio. Mi sento tutta indolenzita. La hostess mi chiama ancora una volta e mi incoraggia a uscire dal mio posto.

Sono in america! non ci credo! quando l'anno scorso ho parlato ai miei della possibilità di un viaggio studio non credevo che sarebbe successo veramente!.

Accendo il telefono mentre la scala mobile mi porta al recupero bagagli.

25 Agosto 2015.

-La tua famiglia ti aspetta nell'atrio- mi informa la mia Hostess -Adesso ti accompagno al recupero bagagli ma poi dovrai vedertela da sola, credi di potercela fare?- mi chiede sorridendomi ma incamminandosi velocemente verso una gran de porta scorrevole in vetro opacizzato. Arriviamo al nastro scorrevole e la mia accompagnatrice se ne va.

Posso farcela. Allora, prima valigia? presa. Penso mentre prendo in tutta fretta il primo trolley. Seconda, anche. Terza?... Merda!. La valigia, incastrata nel nastro trasportatore continua la sua corsa.

-Scusi può tenermi d'occhio queste?- dico nel mio inglese italianizzato e corro dietro al mio trolley nero e verde fluorescente. Purtroppo fare lo slalom tra le persone non si reputa un poi così grande idea così salgo direttamente sul ripiano nero. Sembra quasi quella scena di 'Amici di letto'..

continuo a scavalcare borse per arrivare alla mia, ormai quasi arrivata al capolinia. Prima che entri riesco a prenderla gettandomici sopra. Peccato che il nastro trasportatore sia ancora attivo...

-Oh no, no, no,no- dico strisciando all'indietro portandomi dietro la mia gigantesca valigia. Proprio quando penso che ormai per me non ci sia speranza due forti braccia mi afferrano mettendomi in piedi insieme alla mia valigia.

-Oh dio- dico in italiano stirandomi la camicia di cotone arrotolata -Grazie- mi rivolgo poi al ragazzo difronte a me sorridendo come per scusarmi ma da lui nemmeno l'ombra di un sorriso benevolo, solo un ghigno divertito e un luccichio malizioso in quei occhi verdi. Ora che lo guardo, porca miseria è davvero il ragazzo più bello che abbia mai visto con quei suoi capelli biondo cenere e le ciglia lunghe.

-Fammi indovinare, tu sei Rebecca Greco?- pronuncia il mio nome con un accento davvero troppo sexy mentre incrocia le braccia al petto.

-Si, come lo sai?- chiedo insospettita.

-Oh mio dio! non credevo si dovesse specificare di volerne una intelligente su quel cavolo di foglio! avevo detto a mia madre di leggere con attenzione!- dice passandosi una mano tra i capelli.

-Scusami, tu saresti? e di che diavolo di foglio parli?- dico tremando dalla rabbia. Se tutti gli americani sono così, tornerò a casa con il primo aereo -Non ti permettere di giudicarmi!, non mi consoci nemmeno, e- lui mi interrompe alzando gli occhi al cielo.

-Io sono Lawson Alden- si guarda in giro come se cercasse di non guardarmi negli occhi -Sono il tuo novo fratello-.

Oversea || #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora