Capitolo 2.0

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BECKY

Sono chiusa in camera già da un ora ormai. Dopo la sfuriata di Lawson non ho più avuto il coraggio di mettere piede fuori dalla porta e mi sono stesa sul letto con le cuffie tentando di non pensare, e di riaddormentarmi.
Ma quasi subito mi sono accorta che era praticamente impossibile: il suo sguardo era impresso nella mia mente. Il suo dolore: un inchiostro così denso da coprire qualsiasi altro pensiero.
Che cos'è successo? Che cosa ho fatto?
Mi volto per la terza volta ma non riesco a mettermi comoda così poggio la testa sul pavimento lasciando il resto del corpo a pancia in su sul letto.
Ho bisogno di pensare e questo è da sempre il mio unico modo.
Sospiro e chiudo gli mentre Bring me to life arriva al mio momento preferito.

D'un tratto le cuffie si staccano e la canzone viene sostituita da una voce annoiata che dice -I miei sono tornati, dobbiamo cenare- io spaventata cado dal letto mentre Lawson esce dalla mia stanza. Anche se l'ho visto poco non sembra più così arrabbiato, ma il tono si è fatto più insolente, quasi disgustato.
Perfetto...
-Hey Rebecca- mi saluta Holly appena entrata in camera.
-Hey, ti prego, chiamami Becky-
-Becky- pronuncia con il suo meraviglioso accento, poi mi sorride -Mi piace! Mi piacerebbe avere un nomignolo ma come puoi ben immaginare 'Holly' non è così facile da abbreviare- ridacchia scrollando le spalle.
Io rido con lei -Dov'eravate?- chiedo.
-Siamo andati a prendere mio fratello-
-Tuo fratello?- chiedo -Ma Lawson...-
-Oh, sì, scusa, non lui- ride passandosi una mano tra i capelli -Mio fratello piccolo: Thomas- mi spiega.
-Fratello piccolo... Ecco di chi era la camera qui accanto!-
-Esattamente!-
-Beh tuo fratello deve essere molto protettivo verso Thomas- ridacchio pensando alla scena di poco prima nello sgabuzzino.
-Perché dici così?- mi chiede e la mia risata si trasforma in un imbarazzato sorriso.
-Oh beh, prima ero entrata nel vostro.. Come si dice....- cerco di trovare la parola adatta.
-Dilla in italiano- mi incita
-sgabuzzino?-
-sgabuzzino- dice con aria interrogativa.
-È come una stanza in cui...-
-No, so cos'è uno sgabuzzino ma non ne abbiamo uno, perlomeno non a questo piano-
Ma che diavolo...?
-A quale stanza ti riferisci?-
-A quella affianco alla stanza di Thomas- spiego -Prima sono entrata lì e Lawson è sclerato! Ora capisco, è solo molto protettivo verso suo fratello e ciò che lo riguarda, vero?- mi volto a guardarla ma Holly è sbiancata e non mi guarda più negli occhi.
-Tutto bene?- chiedo posandole una mano sul braccio.
-Em... Si- lei si scosta dal mio tocco e si avvia verso le scale -Comunque tra poco si mangia quindi ti aspetto giù- mi sorride stentatamente e scende le scale poggiata al corrimano.
Tutto questo sembra così strano...

La cena è a base di pollo arrosto e patate al forno. Ho finalmente conosciuto Thomas, ha quasi quattro anni e da grande vuole fare l'astrofisico.
-E come mai proprio l'astrofisico?- gli chiedo per poi tagliare un pezzo di pollo.
Involontariamente i miei occhi si spostano da quelli verdeacqua  del piccolo Thomas agli splendidi occhi verdi del fratello. Mi sta osservando con gli occhi socchiusi, come se fossi un rompicapo particolarmente complicato da risolvere.
Io arrossisco e abbasso lo sguardo per poi riportarlo su Thomas che mi sta spiegando che ha deciso di fare l'astrofisico perché, come direbbe lui: è una parola super bella!.
-E tu Rebecca? Cosa studi?- mi chiede Tony.
-Solo Becky, comunque studio meccanica- bevo un sorso d'acqua per poi riprendere il discorso -In Italia non è come qui. Noi abbiamo scuole specializzate per le materie che scegliamo di seguire-.
Un mormorio sorpreso si diffonde nella stanza.
-Mi stai dicendo che ci sono scuole intere per studiare lingue?- chiede Holly eccitata.
-Per studiare medicina? Arte?- mi chiede Nancy.
-Be', di arte e lingue si, mentre per medicina in genere si va a una scuola specializzata in matematica e da lì a medicina all'università-
-Hai sentito Law?- chiede Tony -Un intera scuola per la matematica!-.
Lawson annuisce svogliatamente poi si volta a guardare il fratello.
-Com'è andata con la nonna e il nonno? Bene?- chiede sorridendo e scompigliandogli i folti capelli biondi. Il piccolo si arrampica sulla sedia per stare in piedi, salta in braccio a lui con le sue gambine instabili e gli getta le braccia al collo -Si! La nonna mi ha anche fatto il ciambellone!- ride quando Law strofina il naso contro il suo.
-Su su, Law, mettilo giù altrimenti lo sai che poi non mangia più nulla se inizia a giocare- dice la madre rivolgendosi poi a me -Quindi tu studi meccani eh? Come mai questa passione?-.
Io tentenno un po' nel vedere lo sguardo rabbioso che Law rivolge a sua madre. Non è lo sguardo di un ragazzino viziato a cui si vieta di fare qualcosa...
-Mio padre- dico -Prima di fare fortuna con le sue sedi di 'officine' meccaniche ne aveva una piccola sotto casa nostra ed io passavo il mio tempo con lui così...- lascio la frase in sospeso tanto il senso è ormai chiaro.
-Sei molto legata a tuo padre?- chiede Tony.
-Lo sono stata... Ma ormai papà è molto impegnato- solo quando la pronuncio la frase sembra davvero molto fredda -Ma adoro mio padre, sul serio. È stata ed è una persona importante nella mia vita- sorrido e riprendo a mangiare.
-Hai ragione!- dice Thomas -Anche il mio papà è importante- mi sorride ed io ridacchio della sua espressione.
Proprio quando l'atmosfera sembra tornare leggera Lawson sbatte le mani sul tavolo e si alza rovesciando la sedia.
-Scusatemi- dice e corre in camera sua sbattendo la porta.
-Scusalo- dice Holly dopo pochi minuti -mio fratello ha un caratteraccio-.
Io le sorrido e la serata trascorre tranquillamente.

-I love you when you just don't care, I love you when you dance like ther's nobady there...- canta una voce nella stanzetta di Thomas.
Lawson.
Sono ormai le dieci e gli Anderson sono sotto a guardare la TV, tutti tranne Law, mentre io vado a letto. Jet leg di merda...
Mi avvicino alla stanza di soppiatto: le luci sono spente tranne una lucetta che proietta delle stelle sui muri. Lawson è sdraiato al fianco del bimbo e lo accarezza sulla testa e sulle guance paffute.
Non riesco a fare a meno di guardarli imbambolata.
-'Cause we don't have the time to Be sorry, so baby Be the life of the party...- Law si piega sul bambino e gli dà un bacio sulla fronte -Sogni d'oro Tommy-.
Quando lo vedo alzarsi dal letto cerco di correre in camera senza fare rumore ma, imbrancata come sono, nel girarmi nel buio del corridoio, sbatto il naso e la fronte contro lo stipite della porta e gli occhi, per riflesso del dolore, mi si riempiono di lacrime.
-Ahi- pronuncio coprendomi il naso con le mani.
-Che ti è successo?- mi chiede Law.
-Niente- rispondo io. Dargli corda servirebbe solo a dargli una ragione in più per schernirmi.
-Fa vedere- dice lui e mi porta sotto il fuoco bagliore proveniente dal piano di sotto -Sei proprio imbranatissima lo sai vero?- dice mentre mi prende il volto tra le mani.
Mi guarda con intensità prima il naso, poi i suoi occhi si puntano nei miei per un tempo infinito, infine si spostano sulle mie labbra.
Il battito del mio cuore aumenta e senso una deliziosa fitta allo stomaco. Un brivido di piacere mi percorre la schiena quando la sua mano destra si sposta dalla mia guancia al mio collo. Lui mi accarezza la testa avvicinandomi a se. Attirandomi tra le sue braccia.
I nostri nasi ora si sfiorano...
Lawson emette un verso smorzato e in un secondo si allontana da me -Buonanotte Rebecca- dice mentre entra nella sua stanza e chiude la porta dietro di se.
Io finalmente riprendo a respirare. Sinceramente non mi ero accorta nemmeno di star trattenendo il respiro.
Che diavolo è successo?
Ma ciò che mi preoccupa maggiormente è: io per gli occhi lucidi avevo la scusa di aver appena sbattuto contro un muro, e lui?

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