Capitolo 11.0

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BECKY

-Dobbiamo parlare- dico a Tyler. No l'ho visto per giorni, come fosse scomparso per nulla, e sono rimasta a rigirarmi quella foto tra le mani. Non deve essere molto vecchia, Tommy ha il volto più tondo e nonostante sia in braccio al fratello si vede chiaramente che è più basso, ma a quell'eta i bambini crescono velocemente perciò può avere al massimo un anno.
Siamo a mensa, lui è seduto a un tavolo da solo e quando sbatto il vassoio sul tavolo per fargli alzare lo sguardo dagli spartiti di musica su cui sta scribacchiando note a matita lui inarca le sopracciglia, come fosse sorpreso di vedermi.
Per un attimo si guarda intorno sfilandosi le cuffie dalle orecchie, poi riabbassa lo sguardo. Mi volto anch'io: tutti ci guardando.
Mi avvicino e gli strappo la matita e le auricolari ma lui rimane immobile.
-Ho detto che dobbiamo parlare- dico.
Questa volta alza lo sguardo, poi sbuffa e raggruppando i fogli si alza facendomi cenno di seguirlo.
Ci muoviamo controsenso schivando studenti in ritardo per il loro pranzo.
Lui apre in aula, faccio appena in tempo a leggere di che si tratta: Trigonometria.
Appena entro incrocio le braccia ponendomi davanti a lui.
-Chi sei?- chiedo.
-Sai già il mio nome- sembra annoiato ma non mi sfugge il modo che ha di tamburellare la matita per aria tradendo il suo nervosismo.
-Come conosci Lawson?-
-A scuola tutti lo conoscono- ora sembra quasi divertito.
Ma io non mollo -Rispondimi-
-Ti ho risposto-
-Non sono venuta qui per sapere queste cose, come mai hai tutte quelle foto di Lawson? E di Tommy?-
Tyler fa una smorfia distogliendo lo sguardo.
-Questo non ti riguarda- dice.
-Non mi riguarda? Mi riguarda eccome invece!-
-Ah davvero?- dice incrociando le braccia. Il lato destro delle labbra si alza in un ghigno. È ovvio che non mi crede. -E chi saresti tu?-
-Io sono...- dico per un secondo incerta -La sua ragazza-.
Lo sono? Non lo so, non ne abbiamo mai parlato veramente.
Ma la mia risposta sembra sorprenderlo, scioglie le braccia e mi si avvicina, mi prende i mento tra le dita e mi scruta con attenzione.
I nostri nasi si sfiorano e sono così presa dal rumore del suo respiro che sento a malapena la campanella suonare.
Piega leggermente il mio viso a destra, poi a sinistra, in fine lo raddrizza.
-Tu menti- dice, ora è talmente vicino che sento le nostre labbra quasi sfiorarsi ma no. Mi muovo, lascio che mi osservi.
In quel preciso istante la porta fell classe si apre ed entrambi ci voltiamo: Lawson.

Non riesco a credere a ciò che vedo.
Lawson è davanti ai miei occhi, è tornato!
I suoi occhi vagano da me a Tyler, sono già pronta a smentire qualsiasi supposizione quando notò che nei suoi occhi non c'è gelosia o rabbia, non c'è dolore o risentimento, solo indifferenza.
Lui apre la porta della stanza e va a sedersi all'ultimo banco infondo vicino la finestra.
Io mi sposto appena -Law...- dico ma lui non mi ascolta. Con le cuffie tre nelle orecchie guarda fuori come irritato ma non da me, da ciò che c'è fuori: dalla vita che scorre fuori da questa stanza.
La classe si sta riempiendo mentre mi avvicino a lui.
Gli sfioro i morbidi capelli biondi -Lawson- dico titubate quando alza lo sguardo -Sei qui... Quando sei tornato?-
-Ieri- mi dice solo scostandosi.
-Ma come...non ti ho visto...-
-Non sono stato a casa, a parte che per mettere Tommy a letto-
Il suo tono di voce non mi convince, c'è qualcosa che non va.
-Cos'hai?- gli chiedo piegandomi su di lui, cercando il suo sguardo.
-La lezione sta per iniziare- mi dice solo -Vai-.
Si rimette le cuffie e torna a guardare fuori dalla finestra.
Io rimango per un attimo bloccata: ma è davvero Lawson?
-Hai ragione- dico prendendo posto alla sua destra -Seguiamo la lezione-.
Lui si volta leggermente verso di me e leggo nei suoi occhi la sorpresa.
-Questo è il mio posto- mi dice Tyler.
-Non più- dico e prendo un foglio da un quaderno. Non ho lezione di trigonometria oggi, ma il proff mi conosce e mi adora. Non sarà difficile rimanere qui.
E poi, non ho intenzione di dargliela vinta, non so cosa gli sia preso ma ho intenzione di scoprirlo.
Come previsto il proff non fa storie, passo tutta l'ora seguente a sbirciare di nascosto Lawson. Picchietta sul banco con la matita e si agita nervoso. Bene.
Quando la campanella suona tutti escono di corsa e Lawson fa del suo meglio per fuggire, con le auricolari infilate ma io mi pongo con le braccia incrociate davanti a lui -Vai da qualche parte?- dico. È più alto di me e questo mi mette a disagio, nelle discussioni ho sempre preferito essere allo stesso livello del mio avversario.
-Spostati- mi dice solo, ha le labbra socchiuse e facendo attenzione noto che ha il fiatone.
-No- dico semplicemente.
-Signorina Greco? Signor Alden? C'è qualche problema per caso?- ci chiede il proff.
Mi ero dimenticata che qui le classi sono dei professori e non il contrario.
-No professore nessun problema- risponde Lawson.
-Scusi professore è che io e il signor Alden dobbiamo parlare e non  c'è un luogo senza molto rumore dove poterlo fare- dico sorridendo  e rivolgendomi di uovo a Law -E poi, credo che il signore qui sia troppo codardo per rimanere a parlare con me senza scappare-
-Alden sul serio? Non è da te e questo comportamento irrispettoso verso una tua compagna mi delude molto a essere onesti- il proff si alza -Potrete usare l'aula tanto ora sono libero e ho bisogno di un caffè- lui sorride e si passa una mano tra i capelli brizzolati per poi aggiustarsi la cravatta e gli occhiali da vista -Sono certa che il signor Alden non scapperà-.
Detto ciò esce e quando mi volto verso il biondo lo trovo con le guance paonazze per la rabbia.
-Mi spieghi che cazzo ti passa per la testa? Mettere in mezzo i proff? Bene, ottimo, molto maturo Rebecca-.
Mi dice passandosi rabbiosamente una mano tra i capelli. Nonostante io sia arrabbiata con lui non riesco a non far caso a quanto sia bello.
-Primo- dico facendo un passo avanti -Abbassa i toni caro.- Poggio un dito sul suo petto facendo un altro passo in avanti -Secondo: Non ho messo in mezzo alcun professore. Ho solo chiesto il permesso di avere una classe per parlare. E se tu hai pensato così, beh io l'ho fatto solo perché non mi hai lasciato alternativa.- lui inizia a indietreggiare mentre io avanzo facendolo ritrovare con le spalle al muro.
La rabbia è sparita e sul suo volto si susseguono nervosismo, rabbia... Dolore e desiderio?
-E terzo- Poggio le mani sui suoi fianchi e alzandomi sulle punte struscio il naso contro il suo -Cosa c'è che non va?- chiedo.
Le nostre labbra si sfiorano, lo guardo stringere gli occhi  allontanando e avvicinando le labbra alle mie. Incerto.
Poggio le mani sulle sue guance tirandolo a me ma proprio in quell'attimo lui riapre gli occhi e mi prende i polsi allontanandomi da se.
I suoi occhi dopo un attimo di tentennamento riprendono la freddezza di prima -Non so di cosa parli-
-Stronzate. Tu non sei così Law-
Lui si volta mentre si avvia verso la porta -E tu dovresti conoscermi?- le sue labbra si sollevano in un fastidioso ghigno. Ride amaramente scuotendo la testa -Ti dai un bel po' di arie per qualche bacio-.
Io rimango in silenzio.
Lawson 1 - Becky 0
-Oh, ho toccato un nervo scoperto angelo? Ti seri resa conto solo ora che tu. Non. Mi. Conosci. Affatto?-
-Cosa ti ho fatto?- dico in un sospiro.
Mi sembra di vedere un lampo di rimorso ma distoglie lo sguardo e proprio in quel momento il prof rientra.
-Avere finito?- chiede girando il cucchiaino da caffè.
-Si- dico -Ci siamo detti tutto- Esco dalla stanza come una furia e chiamo Holly -Come faccio ad andarmene?- le chiedo senza nemmeno aspettare la sua risposta.
Dopo un attimo di esitazione lei mi risponde -L'hai incontrato...- dice e non è una domanda.
Lei lo sapeva.
-Come faccio ad andarmene Holly?- ripete enfatizzando le parole per riportare l'argomento su un terreno sicuro.
Con la manica nella mi maglietta nera mi sciupo una lacrima e mi portò indietro i capelli.
-Chiama mia madre e dille che non stai bene-.
Chiudo il telefono e seguendo il suo consiglio in meno di 30 minuti sono in camera e ho allagato il cuscino. Nancy mi ha portato un te ma non l'ho toccato.
-Becky- dice una vocina alle mie spalle. Mi volto e Tommy si arrampica sul letto.
-Cosa c'è?-
-Niente tesoro- dico facendogli una carezza sulla guancia -Sono contenta che tu sia tornato-.
-Mio fratello ha proprio ragione- il respiro mi si mozza al solo sentir parlare di Lawson -Voi ragazze dite sempre il contrario di ciò che pensate-.
-Ma cosa dici- tento di sorridere asciugando con la manica una lacrima solitaria -Sono davvero contenta che tu sia tornato-.
-Non parlavo di quello- rimane a fissarmi.
-Comunque- dice poi e prende uno scatolino viola da terra -Ho portato i Cookies- mi fa l'occhiolino e me ne passa uno poi ne prende uno per se e si stende al mio fianco.
-Vieni qui- mi dice e alza il braccio e vedendo il mio sguardo incerto aggiunge -Lawson lo fa sempre quando sono triste- fa spallucce.
Io ridendo Poggio la testa sotto i sul braccio sgranocchiando i biscotti.
Lui mi dà un bacio sulla fronte e mi stringe a se, per quanto sia possibile per un bambino alto poco più di un metro!...

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