Capitolo 17.0

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BECKY

Puoi venire da qualsiasi luogo, anche il più sperduto, e non conoscere le tue festività. Ma tutti, tutti, conoscono il giorno del ringraziamento.
Oggi, 26 novembre 2015 è il Thanksgiving Day, come dicono gli americani.
E per questa occasione si festeggia tutti insieme, e quando dico tutti intendo io, Lawson con la tua famiglia... E con i suoi suoceri...
La signora Rynolds mi ha squadrata da capo a piedi appena entrata in casa.
Con un sorriso gelido mi ha guardato -Quindi lei è l'italiana-. L'ultima parola le uscì furoi come fosse un insulto...
-Si, sono io- ho risposto intrecciando le mani davanti a me per impedirmi di strozzarla -E lei deve essere la... la nonna di Lawson, Holly e Tommy- le sorrido sperando non si noti quanto sia tirato.
-Sono io- ammette e per un attimo sembra spaesata: lei sa che io so, e non ne sembra troppo contenta...
-Lawson, caro, posso parlarti un attimo? in privato?- dice poi rivolgendosi al mio ragazzo. Non mi fido a lasciarlo solo con lei, non dopo quanto successo al suo ritorno...
-Torno subito- dice dandomi un bacio sulla guancia.
-Tesoro prima però ha chiamato Tyler, voleva parlarti, ha detto che era urgente. E di richiamarlo il prima possibile- lo prendo per un braccio indicando la scala prima che si possa allontanare.
-Quando ha chiamato?-
-Non ricordo tesoro, poco tempo fa... ha chiamato a me perché dice che il tuo era occupato, e per chiamare me doveva essere davvero una cosa importante- con tutta la mia forza lo trascino verso la scala. Non ho idea di cosa sto facendo, Lawson sa che Tyler non mi chiamerebbe mai , nemmeno scoppiasse il mondo, ma sa anche che, non essendosi ancora rappacificati, una suo chiamata potrebbe voler dire qualcosa di veramente serio. La storia del telefono occupato potrebbe anche essere credibile visto che la sua amata suocera lo chiamavo ogni cinque minuti per indicazioni ecc... ma nessun avviso di chiamata?
Arrivati di sopra lui prende il suo telefono e si siede sul letto, lo vedo schiacciare un po' di tasti prima di portarsi il telefono all'orecchio.
-Hey Tyler, sono Law- dice e mi tira a se facendomi sedere in braccio a lui. Da qui riesco a sentire la risposta che Tyler gli da: -Hey Law-
-Mi ha detto Becky che mi hai cercato. Che era urgente-
-Ah, si ma non preoccuparti ho risolto-
Cosa? Tyler mi sta davvero reggendo il gioco? quel ragazzo è il mio nuovo migliore amico!
-Che era successo?-
-No, niente di che, un problema alla RAM del computer-
Lawson annuisce pur sapendo che Tyler non può vederlo è fa un grugnito d'assenso per spingerlo a continuare.
-Diaciamo che per un momento era divenatata una ROM- lo sento ridere -Tutti i file, la musica, persi! o chiamato un tecnico per recuperare le cose più importati ma ho appena rimesso a scaricare LOL e sai quanto tempo ci vuole..- sospira.
-Immagino!- ridacchia Law -per il resto tutto ok?-
-Certo-
-Bene, ci sentimo, ciao- e chiude la chiamata. Io sono ancora in tensione, non riesco a credere a quanto è appena success.
-Non sapevo che tu e Tyler foste tornati ad essere amici-
Lui ride e alza gli occhi al cielo -Non so se devo ignorare ciò che hai appena detto catalogandolo sotto 'cose da ragazze' o ridere per il modo in cui usi l'inglese- mi da un bacio sulla guancia.
-Perché?- ora sto ridendo anche io, e tranquillizzata da suo buon umore gli getto le braccia al collo.
-Tornati amici? non abbiamo mai smesso di esserlo Angelo mio, una litigata non cambia nulla- mi bacia ma io mi stacco da lui -Non sono d'accordo, una litigata cambia molte cose-
-Forse per voi femmine, ma per noi maschi una litigata del genere non è nulla. Mentre voi ne fate un dramma tra pianti, litigate e altro a noi basta una pacca sulla spalla- mi bacia sulla spalla per poi ribaltarmi facendomi stendere pancia in su e prende a baciarmi.
-Ti rendi conto che lo scrittore di Romeo e Giulietta, una tra le più grani tragedie del mondo è stata scritta da un uomo, vero?- dico tra un caio e l'altro.
-Si, ma con tutto il casino che succede a quei due poveri ragazzi mi sorprenderebbe in contrario-
-Che intendi dire?- mi alzo a sedere facendo leva sulle inocchia.
-Niente- prova a baciarmi di nuovo-
-No, ora spiegati!- Adoro Romeo e Giulietta, non può permettersi di insultarli a quel modo come se nulla fosse per poi lasciar perdere la conversazione.
-Un uomo ha scritto una tragedia del genere per un qualcosa che è realmente tragico, voi ragazze avreste fatto una tragedia del genere anche solo per una discussione stupida col vostro ragazzo- ride e nemmeno la mia espressione corrucciata lo fa desistere.
-Non è affatto vero!- dico incrociando le braccia.
-Ecco che inizia!- dice indicandomi e ridendo.
-Beh, se sono così tragica per te dovresti cercarti qualcun altra, qualcuna più facile di me- mi alzo impettita e faccio per allontanarmi dal letto ma Law, ancora ridendo, mi prende per i fianchi e nonostante io faccia resistenza riesce facilmente a buttarmi di nuovo sul letto bloccandomi sotto il suo peso.
-Non capisci Becky? io non posso lasciarti andare. Con i miei occhi, amore m'aiutò a cercarti, e con il suo consiglio. Io non sono pilota ma se tu fossi lontana, quanto la più deserta spiaggia del più lontano mare, io mi spingerei là, sopra una nave, per una merce tanto preziosa- dice citando l'opera di Shakespeare.
-Non riesco a credere che tu abbia appena citato Romeo e Giulietta!- rido se pur con le lacrime agli occhi.
-Il mio professore di letteratura dello scorso hanno era uno di quelli che prendono i classici come fossero bibbie. Dovevi saperli a memoria per principio!- mi bacia la punta del naso e mi asciuga le lacrime con i pollici.
-E tu sa tutto il romanzo a memoria?- rido stringendolo a me.
-Assolutamente no! solo le parti su cui mi avrebbe interrogato che è l'incontro sotto il balcone di lei, la morte dei due e il finale. E poi, andiamo, chi è che non conosce l'inizio: Due casate di pari nobiltà...-.
Non sono sicura del perché ma non riesco a smettere di sorridere. Lo prendo per i capelli e lo bacio con più insistenza questa volta. lui geme e risponde al mio bacio lasciando scorrere le sue mani sul mio corpo.
Presa da un irrefrenabile voglia di lui prendo l'orlo della sua maglietta e lo tiro sfilandogliela con non poche difficoltà. Alla vista del suo petto perfettamente scolpito gemo e lascio che le mie mani lo accarezzino. La sua pelle è liscia e calda, ed ha ancora i segni dell'abbronzatura estiva nonostante sia dicembre. Premo le labbra sul suo petto, proprio dove batte il cuore, poi mi stacco da lui ma solo il tempo di sfilarmi la maglietta. Lui mi guarda e vedo le sue guance arrossire lievemente. riprendo a baciarlo attirandolo a me.
-Rebecca...- sospira, ma c'è qualcosa che non va. Lentamente si sta allontanando da me. -Hey- dico mettendo le mani tra i suoi capelli -Cosa c'è che non va?-.
-Dobbiamo fermarci Angelo. Siamo già in ritardo per il pranzo, tra non molto ci verranno a chiamare e io ho lasciato sola mia suocera di là e tu sei così bella... oh dio, troppo bella! e io non posso scendere giù con i pantaloni in questo stato! e non posso nemmeno scendere giù dopo averlo fatto con te perché non farei altro che pensarci, non che dobbiamo per forza fare qualcosa, sto solo dicendo che nel caso in cui...- Ok, sta ufficialmente parlando a vanvera. Poso le mani sulle sue guance e lui si zittisce, quando mi guarda negli occhi sembra calmarsi istantaneamente.
Senza dire nulla riprendo a baciarlo, questa volta più dolcemente e mentre è ancora seduto mi metto a cavalcioni su di lui facendo gemere entrambi.
Non ho intenzione di farlo con lui oggi, non in questo poco tempo che ci rimane. Sono vergine e anche se non credo che la verginità di una donna sia qualcosa da venerare voglio ugualmente che la nostra prima volta sia speciale. E non per quello stupido imene o come cavolo si chiama, ma perché in quel momento voglio fare l'amore con Lawson e voglio riuscire a leggere scritto nei suoi occhi che mi ama e che la nostra prima volta insieme significhi per lui almeno la metà di ciò che significa per me.
Tuttavia... non c'è nulla di male a divertirsi un po', giusto?
Porto le mani dietro la schiena e slaccio il reggiseno di cotone bianco ma appena arriva il momento di tiare giù le spalline mi paralizzo imbarazzata.
Lawson si stacca dalle mia labbra e lentamente le fa scivolare giù senza però staccare gli occhi dai miei. Molto delicatamente mi fa sciogliere le braccia che ho incrociato sul petto liberandomi definitivamente dall'indumento.
-Sei perfetta- mi bacia al centro petto stringendomi a se. Tutta la foga di poco prima è sparita, sopraffatta dalla dolcezza che trapela dai nostri sguardi.
Abbasso lo sguardo imbarazzata mettendo le mani tra i suoi capelli. Lui mi bacia un ultima volta sulle labbra prima di tracciare una scia di morbidi, umidi, caldi baci sul mio collo, sul mio petto per poi tornare a guardarmi negli occhi proprio mentre prende tra le labbra un capezzolo e lo succhia forte. l'atra sua mano invece si sposta sull'altro mio seno.
La sua lingua si muove in circolo su di me facendomi sospirare di piacere. Alla fine mi mordicchia facendomi gemere. Si stacca dal mio seno dandomi un bacio sulle labbra, infilandomi le mani tra i capelli mi bacia a fondo e con cura.
La giornata come al solito è nuvolosa e la luce che filtra dalle tende è tenue ma illumina chiaramente il mio e il suo volto. Lawson mi posa le mani sui fianchi strofinando il naso contro il mio, chiude gli occhi. gli unici rumori nella stanza sono i nostri respiri leggermente affannati e nelle orecchie il battito dei nostri cuori.
Mi sento accaldata come avessi corso ma è un intorpidimento piacevole. Incrocio le braccia dietro il suo collo abbracciandolo.
-Lawson, Rebecca a tavola!- grida sua madre da giù.
Law rimane per un attimo a guardarmi, poi, lentamente, mi sorride -Arriviamo mamma!-.
Mi fa sedere al suo fianco mentre raccoglie da terra i miei e i suoi vestiti. Li indossiamo, ci diamo un ultimo bacio Sei pronta?- mi chiede e sono sicura che più che ai miei indumenti si riferisca all'imminente ritrovo a cui parteciperà della nonna di suo figlio, la madre della sua defunta ragazza che mi odia. -Andiamo- dico prendendolo per mano.

Il pranzo è appena iniziato quando la battaglia inizia.
-Allora Becky, come ti trovi qui?- mi chiede la signora Raynolds tra un boccone e l'altro.
Mi sforzo di essere il più cordiale possibile e rispondo dopo aver ingoiato: -Molto bene grazie, la scuola è davvero fantastica e Orlando è meravigliosa-.
-Lawson mi ha detto che hai una tra le medie più alte in classe, frequenti qualche corso extracurricolare?-
-Non ancora, le materie in inglese mi prendono già molto tempo. Però ho intenzione di iniziare nel secondo quadrimestre- spiego cercando di convincermi che la sua sia semplice curiosità.
-Uhm la mia Suzy ne frequentava quattro contemporaneamente e faceva anche volontariato- dice in quel tipico sussurro fatto appositamente più alto del dovuto per farlo sentire a tutti.
Sulla tavolata cade il silenzio se non per Tommy che, ancora troppo piccolo per interessarsi ai discorsi da 'adulti' mima con la bocca il rumore motore della sua macchinina mentre la fa scorrere sul tavolo.
Bene. Basta finzioni, si inizia.

Oversea || #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora