Capitolo 24.0

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BECKY

Quando ero in prima media, la mia professoressa di italiano assegnò casualmente ad ogni componente della mia classe un'emozione su cui fare una ricerca ed infine sviluppare un testo.
Poteva capitarci: la gioia, la tristezza, la rabbia o la paura. E quest'ultima toccò a me, in fin dei conti ero stata fortunata, la pura mi aveva sempre attratto. Come quando guardi un film horror con la consapevolezza che ti spaventerai a morte ma lo fai ugualmente. Andando al vecchio computer di mio padre iniziai a cercare, così imparai tutto ciò che c'è da sapere su di essa: ne esistono cinque stadi tra timore, ansietà, paura, panico, terrore e orrore. La paura in genere porta ad avere più consapevolezza del proprio stato fisico, ci fa aumentare il battito cardiaco e fa calare la nostra temperatura. Ci spinge a cercare aiuto e, in un secondo momento ci può paralizzare o far attivare l'adrenalina che ci permette di allontanarci dalla fonte da cui scaturisce la nostra paura.
Nel momento stesso in cui Lawson risponde al telefono sento il timore nella sua voce dovuto a ciò che sta vivendo, ma non è nulla rispetto a ciò che sento quando dico:-Law, Tommy è scappato-.
Sento un vociare al contempo lieve ma deciso poi Lawson torna a rivolgersi a me con il fiatone. Sta correndo.
-Com'è possibile chi sia scappato?- sbraita -Cerca meglio, magari ha le cuffie dell'Mp4, magari sonnecchi in camera mia o dei miei non può essere scomparso nel nulla!-.
-L'ho cercato ovunque, il suo Mp4 è qui solo... Lawson, di chi è quell'Mp4?-.
-Ma ti sembra una domanda da fare ora?- sbraita.
-Rispondi alla domanda!-.
-Non so, credo fosse di Suzy, era tra le sue cose e quando Tommy l'ha preso io non l'ho bloccato, ma che problema c'è con quel coso?-.
Ho sospirato posandomi una mano sulla fronte.
-Te lo spiego dopo ora dobbiamo cercare Thomas, io do' in altra occhiata in casa, tu quanto ci metti ad arrivare?- chiedo.
-Dammi ancora 5 minuti e sono da te, sto andando il più veloce possibile con Pick Up-.
Chiudo il telefono e rientro in casa facendo gli scalini a due a due.
Entri in camera del bambino.
-Pensa cavolo, pensa!- mi ripeto mentre mi guardo intorno dopo aver acceso la luce.
Se fossi un bambino vorrei imitare ciò che vedo nei film giusti? E nei film lasciano sempre una lettera, qualche indizio...
Tommy è troppo piccolo per scrivere ma deve aver pura lasciato qualche traccia di se.
Continuo a rovistare ovunque, sulla scrivania, sotto il letto, nell'armadio, nella libreria ma niente...
Tutto ciò che rimane di lui è un cazzo di Mp4.
Poi mi torna in mente una cosa: quando sono entrata in casa la porta era chiusa a chiave.
Di certo una persona che fugge non si ferma a chiudere la porta di casa a chiave. Tantomeno un bambino di quell'età.
-Rebecca- mi chiama Lawson.
-Trovato nulla?- mi chiede, mentre negli occhi si affaccia quella falsa speranza che si trova in ogni genitore quando perde un figlio. Sa che se fosse qui, tutta la scena sarebbe diversa. Non posso fare altro che scuotere la testa.
-Devi ascoltare questo- dico mentre gli passò l'Mp4.
-Non è il momento della musica!- sbraita -Mio figlio è scomparso per l'amor del cielo!-.
-Lui lo sa Lawson- dico tutto d'un tratto -Sa tutto-.
-Cosa..?-
-Fidati di me, ascolta, ti sarà tutto più chiaro-.
Law prende le auricolari e dopo averle inserite preme play rimanendo in silenzio.
Mentre lo guardo provo ad immaginare cosa stia provando. Dolore, rabbia, paura... Forse rimorso? Si rimprovera per ciò che è appena accaduto a suo figlio come se fosse colpa sua?
Ma no, deve capire che non lo è! Lui ha fatto di tutto per proteggerlo, voleva solo il suo bene!
Il suo sguardo diventa vacuo mentre soppesa tutte le parole.
Non so bene quanti minuti passino prima che lui spenga il dispositivo.
-Non credevo avesse avuto il tempo sai? Sapevo volesse farlo, per i nostri figli ma... Ma tra il parto e la sua morte... È successo tutto così in fretta- sospira alzandosi -Credevo... Io volevo che avesse qualcosa così sua madre. Senza che lo sapesse ovvio, ma ho pensato che fargli ascoltare quelle canzoni... Ho pensato fosse la scelta giusta. Che forse Suzy l'avrebbe apprezzato e che io...-.
-Che tu ti saresti sentito meno in colpa per le tue bugie- concludo la frase per lui quando non c'è la fa. Il mio tono non deve giudicarlo, solo dar voce ad un dato di fatto, per questo sto molto attenta a controllare il tono che uso.
-E ora mio figlio è sparito! Non solo Suzy è morta perché io... Ora Tommy...- è stremato.
-Forza, dobbiamo chiamare la polizia-.
-Non possiamo! Angelo se scoprono che mio figlio è scomparso mi toglieranno l'affidamento! Io... Io ho già perso sua sorella e sua madre! Non posso perdere anche Tommy- mi spiega in preda al terrore. Ha ragione, non c'è la farebbe a sopravvive se mai lo perdesse.
-Ci serve una mano- prendo il telefono dalla tasca e chiamò Kaori e Tyler. Spiego loro velocemente la situazione, poi chiamò Niko che però non mi risponde. Ora non ho tempo, perciò gli lascio un messaggio spiegandogli quanto è successo.
-Allora, andiamo a cercarlo!- dico dandogli una pacca sulla schiena e spingendolo fuori.
-Dove credi sia?- gli chiedo una volta messo piedi fuori casa.
Gli passò le chiavi e lui chiude.
-Non so...- dice sconsolato senza prestarmi realmente tutta la sua attenzione. Troppo occupato a pensare all'ipotetica morte del piccolo...
Lo guardò in faccia poi, con tutta la mia forza, gli do uno schiaffo.
Sembra di colpo uscire dal suo stato catatonico -Ma perché diavolo l'hai fatto?-.
-Concentrati!- gli dico mentre lui si tiene una guancia con la mano -Dove può essere andato? C'è un luogo in particolare che gli piace?-.
-Rebecca non ne ho id... Il campo vicino alla scuola!- dice di colpo -Il campo da Football!-.
-Quello vicino al dormitorio?- chiedo.
-Esattamente!-.
Con foga saliamo in auto.
-Le chiavi- dico. So che sa ciò che sta facendo, ma dirlo a voce alta mi fa sentire partecipe quando non posso fare una mano.
Gli tremano le mani e fa fatica a inserire la chiave per accendere l'auto.
Appena ci riesce parte a velocità verso la scuola.
-Come sta Holly?- chiedo preoccupata.
-Non so, quando sono andato non mi hanno detto nulla, le stavano facendo una lavanda gastrica credo...- mi spiega mentre guida frenetico bruciando l'asfalto.
-Chiama mia madre già che ci sei- dice passandomi il telefono -Chiedile come sta mia sorella-.
-Certo- rispondo -Devo prima fare una telefonata però.
Compongo il numero e conto gli squilli.
Al quarto risponde.
-Pronto?-
-Hey JJ- dico -Ho bisogno del tuo aiuto. Dovresti controllare se c'è qualcuna vicino scuola. Un bambino per l'esattezza-.
-Il figlio di Alden?- chiede mentre un frastuono disturba la comunicazione. Vento e rumore di gocce che cadono sui vetri.
-Si, ma come facevi a...?-
-Ora non sono a casa, ma sto tornando- sento un ambulanza il lontananza.
-Si, infatti sento un po' di casino, ma dove sei?-.
-Sto arrivando- mi dice -Entra dall'entrata secondaria, quella è sempre aperta-.
-Ok grazie JJ. Davvero non so come ringraziarti. Sei un vero amico-.
Quando chiudo compongo già l'altro numero e porto il telefono all'orecchio.
Lawson mi guarda stranito mentre alterna gli occhi da me alla strada -Chi era?- mi chiede visibilmente alterato.
-Non è il momento di scenate di gelosia ! Era JJ, è solo un amico, lavora al...-.
-Pronto?-.
-Nancy!-.
-Becky!- sospira e sembra essere sollevata -Notizie di Thomas?-.
-Ancora nessuna- dico -Ora stiamo andando al campo di Football visto che è uno dei luoghi che preferisce. Sia Tyler che Kaori ci stanno dando una mano nelle ricerche.-.
-Fate bene. Quando tutto questo sarà finito credo proprio dovremo trovare un valido modo di ringraziare quei ragazzi per l'appoggio che fanno alla nostra famiglia- mi risponde la madre di Law.
Quando tutto questo sarà finito... La sua positività è un toccasana per i miei nervi
-Novità su Holly?-.
-Un attimo Cara, proprio ora il medico sta venendo a parlarci- mi dice -Resta in linea-.
Credo copra il microfono con la mano a giudicare da suono metallico che si sente dopo.
-Allora?- mi chiede Law.
-Sta parlando ora col medico- gli dico sussurrando.
-Hai qualcun altro che può aiutarci?- gli dico aggrappandomi a sedile durante una curva.
Lui scuote la testa espirando in uno sbuffo mentre si passa una mano tra i capelli.
-Solo la mia famiglia, ma con Holly in questo stato...-.
-Nessun amico?-
-Come avrai ben notato non sono molto benvisto a scuola!- dice piccato -Tyler e Kaori?-.
-Stanno facendo un giro nei loro rispettivi quartieri, poi verranno al campo ad aiutarci. Devo mandare loro un messaggio se decidiamo di spostarci-.
Annuisce rimanendo in silenzio.
Poi apre le labbra -Credi che sia lì?-.
So che ha bisogno di rassicurazioni ma non me la sento di mentire, non voglio dar lui falde speranze -Lo troveremo- dico posandogli una mano sulla spalla -vedrai-.
Nel frattempo il rumore metallico proveniente dal cellulare si ripropone.
-Becky?- dice la signora Alden -Becky mi senti?-.
La sento malissimo.
-Più o meno- mi tappo l'orecchio libero per concentrarmi solo sulle parole della donna.
-Non credo potremo muoverci di qui tanto presto- dice con voce piatta in mezzo ai rumori dell'ospedale. Nonostante sia una donna forte sento la voce spezzarsi e immagino stia piangendo. Nancy, una donna così forte...
-In che senso? Non potete semplice te firmate delle carte o roba del genere? Abbiamo bisogno di voi! Se Holly ha avuto un intossicazione da alcol con la lavanda gastrica sarebbe dovuto passare tutto giusto?-.
-Holly non ha avuto un coma etilico-.
-Che cosa?- chiedo ancor più stranita guadagnandomi un occhiata preoccupata da Law.
-È stata avvelenata-.

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