Capitolo 26.0

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BECKY

Quando mi strappa la striscia di nastro adesivo dal volto striscio all'indietro con le gambe unite dalle fascette.
-Che ci fa lei qui?- chiedo.
Per tutta risposta ride e inizia a girare intorno a me.
Solo in quel momento noto il corpo steso al mio fianco. Niko!.
Anche lui imbavagliato è legato ha il capo chino, privo di sensi.
-Niko!- lo chiamo -Niko svegliati!-.
Cerco di scuoterlo per quel che mi è possibile ma lui non riprende conoscenza.
-Che cosa gli ha fatto?- ringhio verso la sagoma che mi è difronte.
Scoppia di nuovo a ridere -È sorprendente come la tua buona educazione persista anche in momenti del genere!- poggia le mani sui fianchi -È finita tesoro! Puoi anche darmi del tu ora- mi fa l'occhiolino.
-No, non voglio avere niente a che fare con lei!- dare del tu ad una persona del genere equivale ad avere una certa intimità, e davvero è l'ultima cosa che voglio.
-Cosa ha fatto a Lawson? E Tommy? Lei li ha presi non è vero? Ha preso anche JJ quando è venuto a salvarmi?- sbraito.
Per l'ennesima volta mi guarda e ride, una risata prova di allegria, aspra e maligna... Non ho mai sentito nulla del genere prima d'ora...
-Dovrai aspettare- mi prende il volto tra le mani stringendomi le guance in una dolorosa morsa -Non preoccuparti, lui li sta portando il tuo amato qui-.
Raccolgo tutta la saliva che ho in bocca e le sputo con tutta la mia forza sulla guancia.
Non fa una piega quando si pulisce con la ma manica, poi mi fa uno schiaffo talmente forte da lasciare una scia infuocata lungo la mia guancia.
-Perché lo fa?- chiedo quando mi lascia scuotendo la testa disgustata.
In quel momento la porta si spalanca e vedo entrare un uomo che trascina un... Cadavere?
-Law!- grido a pieni polmoni.
La risata maligna del mio aguzzino torna a farsi sentire.
Il suo complice issa il corpo inerte del mio ragazzo su una sedia legandogliele polsi dietro la schiena e le gambe.
Cerco di mantenere la calma, di controllare il respiro e mi guardò intorno.
Sopra di noi un enorme lucernario fa filtrare al centro della stanza dove siamo posizionati io e Niko un fascio di luce io, l'ombra della stanza però non mi permette di vedere bene il volto dell'uomo che sta legando Lawson.
La pioggia cade ininterrotta alterando il fascio luminoso.
Un mormorio mi riscuote dal mio pensiero. È vivo.
-Lawson- dico, so che probabilmente sto peggiorando la situazione perché potrebbero uccidermi subito per farmi stare zitta, ma devo vederlo aprire i suoi occhi, respirare... Vivere...
-Lawson ti prego- riprovo.
Nessuno mi dà retta. Gli viene versata dell'acqua in faccia da una bottiglietta e lui sembra riprendersi.
In un primo momento è spaesato, poi guarda prima me legata e stesa per terra, poi i due nostri malfattori, la preoccupazione passa all'odio puro sul suo volto.
-Dovevo immaginare che con te bisogna sempre guardarsi le spalle!- dice quando il castano al suo fianco incrocia le braccia al petto.
La maglietta a collo largo mi permette di vedere macchie Martini sul suo collo.
-Ma si può sapere che diavolo vuoi da me?! E poi che diavolo ci fai fuori di prigione Joseph?-.
L'uomo che ho scoperto essere Joseph mi si avvicina, porta due occhiali scuri, e in più facendo il giro largo non mi permette di vederlo bene in faccia.
Si posiziona dietro di me posandomi le mani sulle spalle -Mi sono rifatto una vita sai? Ora ho un lavoro, è una splendida ragazza- mi bacia sulla guancia.
-Io non sono là tu ragazza bastardo!- mi divincolo.
-Dici di no?- il tono derisorio nella sua voce mi innervosisce -E allora quelle foto in cui ci baciamo? Sorprendente cosa si può fare con una Xbox non è vero? Molti non sanno sfruttare a pieno la fotocamera a mio parere...-.
-Non so di cosa tu stia orlando!-.
Finalmente si mette difronte a me togliendosi gli occhiali da sole.
Mi manca il fiato, com'è possibile? Non lui!
-E si, mio figlio toglie il fiato eh?- dice la signora Raynolds posando una mano sulla spalla del figlio -E poi, è anche intelligente! Guarda cosa ha organizzato per vendicarsi sulla sorella! Sarebbe davvero un buon partito se non fosse che stiamo per ucciderti!-.
-JJ- sussurro.
-Indovinato bambina, JJ- conferma il ragazzo -Oh, ora non guardarmi così, non ti ho mentito, vediamo un po' se il mio caro cognato si ricorda il mio nome per intero?- si rivolge a Lawson allontanandosi da me.
Lui non parla chinando il capo.
Joseph gli dà uno schiaffo -No eh? Non è molto cortese da parte tua! Ma poco importa... Infondo non siamo nemmeno così legato come famiglia...- torna da me -Joseph Jaxton Monroe- si presenta.
-Il tuo cognome...-.
-Bella trovata eh? Ma nemmeno su questo ti ho mentito. Devi sapere che mio padre ci ha abbandonato solo poco prima della nascita di Suzy, persino a Leroy Monroe facevano schifo...- dice con il tono colmo di disgusto.
-È tornato solo un volta sai? Ed ecco che la mamma ci procura una sorellina! Perché in una famiglia disastrata come la nostra ci voleva un altra boccata sfamare non è vero?- si rivolge accusatorio alla madre staccando solo per un attimo gli occhi dai miei.
-Comunque, c'è la cavavamo sai? Ovviamente io dovetti lasciare la Viola per portare i soldi a casa, nonostante fossi il migliore ai miei tempi- scuote la testa -Ma torniamo al racconto. Tutto andava bene tra di noi, finché un giorno non arriva lui-.
JJ si avvicina al mio ragazzo prendendolo per le spalle e scuotendolo -Il migliore, il principe azzurro con tanto di cavallo bianco! E cosa fa? Prova a portami via la mia sorellina! Dopo che avevo perso mio padre lui prova a portar via la mia piccola...- sospira -Non potevo permetterlo-.
-Tu sei malato!- grido con volto rigato di lacrime.
Si blocca e corre da me gettandosi in ginocchio.
-Oh, no, non piangere Angelo- sussurra, ma pronunciato da lui, l'amore vile nomignolo assegnatomi da Lawson mi. Provoca soltanto ribrezzo. Mi bacia sulle guance.
-Lawson, ti prego credimi! Io non ne sapevo!- grido ma il suo sguardo vacuo mi dice che non sta realmente ascoltando...
-Sei stata maleducata ad interrompermi... Dicevo, suppongo tu sappia il resto della storia non è vero? Ma ciò che non sai viene ora, la mamma ha pagato la mia cauzione!- sorride affettuoso.
-Dopo ha lui l'ha picchiata? Perché?- mi rivolgo alla donna e vedo nei suoi occhi, tra tutto quell'odio un lampo di incertezza che l'ero scompare così come è arrivato.
-Fu colpa mia- non mi fa alcuna spiegazione.
-Già, e poi avevamo un interesse in comune- dice il ragazzo alzandosi da terra -La vendetta-.
Si avvicina al banco dove siede in genere il professore mentre noi facciamo educazione fisica. Siamo nella palestra della scuola.
Lo vedo far scorrere un dito sulla superficie chiara. Poi prendere un qualcosa.
È un coltello...
-Lui ha tolto la vita a mia sorella, a una delle cose che più amavo!- posa la mano davanti alla bocca -Ma poco importa, aveva già condannato lei quando l'ha resa impura!-.
-Impura?-
-Si! Loro due anno... Lui ha preso qualcosa che non gli apparteneva...-.
Capisci che si riferisce alla verginità e questo mi fa accapponare la pelle. Vorrei gridargli che tutto è successo quando lui ha voluto litigarsi, ma non credo sia la cosa giusta.
La signora Raynolds è seduta su una sedia a pochi metri da Law e guarda con sguardo vacuo davanti a se.
Poi mi viene un idea. Spero solo che funzione in tempo.
-Ma come hai fatto a catturarci?- chiedo dopo aver aspettato circa sei, sette secondi.
Lui sembra rianimarsi -È stato facile, quando sono stato dimesso dalla prigione volevo solo vendetta, e avevo intenzione di prenderla nel modo più ride possibile ma poi... Ho saputo di Thomas, e guarda caso, proprio un anno dopo eccoti qui, la ragazza che loro hanno deciso di accogliere per un anno! All'inizio non mi importava nulla di te sia ben chiaro ma quando ho visto un giorno come Law ti guardava ho capito! Lui era innamorato di te! Pensai di togliere la vita solo a Tommy inizialmente, ma poi la mamma ha insistito, non che provi pietà per quel moccioso eh! È puramente figlio di questo...- affonda il coltello nella coscia di Lawson e lui lancia un grido acuto.
-No!- grido -Finisci il discorso- cerco di farlo distrarre dal mio ragazzo.
-In ogni caso- estrae il coltello insanguinato dalla carne ma continua a guardalo -Ho deciso che per farlo soffrire veramente dovevo prima far soffrire te! Volevo che il piano si attuasse tra qualche mese in modo da farvi legare di più ma, quale occasione migliore di un bimbo scomparso per attirarvi qui entrambi?-.
-Sai dov'è Tommy?- chiedo.
-Sopra, in qualche stanza, non so, di lui se ne occupa mia madre...- fa un gesto vago con la mano in cui tiene il coltello.
-Devo ammettere che far bere a tua sorella quel veleno non è stato facile- dice poi rivolgendosi a Law che stringe i denti. È Rossi in volto e il sudore gli cola fino a inzuppargli la maglietta. Continua a emettere gemiti di dolore e respira affannosamente.
-Cosa le hai dato?- chiedo sentendo la testa che inizia a girare.
-Questa è un ottima domanda Mss Greco!- il tono giocoso con cui ne parla mi fa accapponare la pelle -Sai quale era la mia materia preferita a scuola? La botanica! Soprattuto quando ci spiegavano come applicarla alla medicina. Esiste una particolare specie di pianta chiamato la 'cicuta maggiore' che è particolarmente velenosa. Ora, i fiori uccidono in pochi attimi la persona ma le radici? Quelle ti fanno soffrire!- penso alle piante sradicate in cortile...
-Sono bastati pochi grammi in un bicchiere di birra ed ecco gli stessi sintomi di un intossicazione da Alcol! Nausee, debolezza, giramenti di testa e infine la paralisi ascendente che porta al coma... E alla morte...- fa scorrere la lama lungo la mandibola di Law -Ma non preoccuparti, la cura è dolorosa ma è passato troppo tempo perchè tua sorella di salvi!-.
-Ecco il perché della tinta...- dico.
-Esattamente... Sei molto intelligente Becky, i miei complimenti!- punta contro di me il coltello per poi posarlo su un banco dietro il mio ragazzo.
-Comunque- dice poi iniziando a fischiettare una melodia lenta che, insieme ai suoi passi riverbera per la stanza. Lo vedo avvicinarsi al banco da cui aveva preso la lama e raccogliere un attrezzo. È un cilindro nero. Da esso estrae degli aghi di sì e no dieci centimetri -In Cina questo tipo di tortura è molto usata. Consiste nell'infilare ogni ago nel collo, nelle spalle ma soprattutto nelle dita delle persone. Tu apri bene gli occhi chiarito?- dice rivolgendosi a Lawson, poi mi guarda ed estraendo un ago mi sorride malignamente-Vogliamo iniziare?-.

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