Capitolo 15.0

2.3K 113 2
                                    

BECKY

È sorprendete come le cose cambino da un momento all'altro. Prima di scoprire la verità certo, avevo notato somiglianze tra Tommy e Lawson, ma solo ora mi accorgo di come facciano persino gli stessi gesti. Il tavolo non è più silenzioso come nei giorni che sono seguiti alla rivelazione fatta da Lawson, ma sono ancora reticente a parlare a cena.
Non per maleducazione o altro, ma perché osservo.
Tommy così come Lawson tende a tenere la mano posata in grembo quando assaggia la prima forchettata.
Quando ridono imbarazzati guardano in basso e si toccano dietro l'orecchio destro.
In casa non si è parlato di nulla.
La storia di Tommy e Law mi torna in mente e d'un tratto non sono più così sicura di voler rimanere qui. Qui in America.
-Scusatemi- dico interrompendo la loro risata e mi alzo posando il tovagliolo sul tavolo -Non mi sento molto bene, se non vi dispiace vado in camera a riposare-
Salgo in camera e mi chiudo la porta alle spalle.
Stesa letto con le cuffie penso a cosa fare: posso tornare a casa, i miei non faranno domande; però allo stesso tempo sento che la decisione giusta è quella di rimanere qui. Non sono ancora pronta a lasciarli.
Mi sono affezionata a tutti qui: i signori Alden nonostante siano impegnati nei rispettivi lavoro tanto quanto lo sono i miei sono decisamente più amorevoli. Poi c'è Kaori, Holly, Tyler... Tommy e Lawson...
Ripenso al momento in cui mi ha detto di amarmi. No, non sono pronta ad andarmene. Però...
Non sapendo cosa fare prendo la cartella sul fondo della mia valigia con tutti i dati relativi al viaggio e cerco nella sezione: 'Rientri'.
La luce del comodino è tenue ma mi permette di leggere se pur con un leggero sforzo.
Sento la porta alla mia destra aprirsi e poi richiudersi.
Mi volto proprio nel momento in cui un peso fa inclinare il mio letto.
-Hey- mi dice Lawson -Come st... Cos'è quello!?-
Non ho fatto in tempo a chiudere il catalogo su cui si legge chiaramente la scritta evidenziata a caratteri cubitali 'Ritorni'.
-Niente- dico chiudendo di scatto il fascicolo è buttandolo ai piedi del letto.
-Te ne vuoi andare?-
-No!-
-Allora perché stavi leggendo quell'articolo?!- leggo il panico nei suoi occhi -Rebecca se è per quello che ti ho raccontato...-
-No- gli prendo il volto tra le mani -No, non c'entra nulla, era solo uno stupidissimo articolo ok?-
Lui prende i miei polsi per tenermi ferme le mani mentre mi bacia entrambi i palmi per poi lasciarmi e stringermi a se dalla vita.
Mi fa un bacio sulla tempia e proprio nel momento in cui sta per protestare io cambio discorso -Conosci davvero bene l'italiano. E anche Holly-
-Mia madre ci parla in italiano da quando eravamo piccoli, mio padre in inglese, siamo bilingue- mi sorride -Vorrei insegnarlo a Tommy un giorno. Mia madre ha la passione e siccome Tommy passerà qui tanto tempo credo sarebbe un ottima idea insegnarlo. Conoscere una lingua in più è sempre utile- mi stinge di più a se -Altrimenti come farà un giorno a capire tutte le parolacce che una certa studentessa gli dirà quando si comporterà da stupido come il suo papà?- ridacchia a così faccio anch'io.
Lentamente si avvicina alle mie labbra. Sento il suo profumo, vedo negli occhi il suo desiderio ma ne suoi movimenti incertezza.
Lawson, lo voglio anch'io
Lui posa lentamente le labbra sulle mie applicando una certa pressione e sotto il suo tocco io le dischiudo.
Gli metto le mani nei capelli tirandolo a me, dandogli il muto consenso di cui ha bisogno.
Lawson geme e mi prende per i fianchi mentre sollevandosi sulle ginocchia mi fa stendere.
Io d'istinto separo le ginocchia permettendogli di posizionarsi nel mezzo.
Tra un bacio e l'altro Lawson mormora -Stai con me. Sii mia-
-Cosa?- chiedo frastornata.
Iniziò a sentire un leggero bruciore tra le gambe che però sembra intensificarsi. Gemendo cerco di chiuderle ma con Lawson lì riesco solo a strizzargli i fianchi.
Lui geme poi puntellandosi sui gomiti prende con una sola mano i miei polsi e li blocca sopra la testa. La sua mano sinistra mi accarezza il viso e in meno di un secondo quella deliziosa pressione da lui esercitata su di me svanisce facendo pulsare ancor più forte tra le mie cosce.
-Law!- dico a metà tra un gemito è una protesta.
-Lo so Angelo. Però devi dirlo ,non farò nulla finché tu non sarai mia-.
-Lawson...- dammi tempo!
Lui deluso poggia la fronte sulla mia strofinando il naso contro il mio sussurra:-Angelo, guardami- e io lo faccio. Lo guardò dritto in quei due splendidi occhi verdi -Sei mia, lo sia vero?-.
-E tu sei mio?-
-Sempre Angelo, ma non è questo che ti ho chiesto-
Rimango solo un secondo in silenzio ma quel secondo mi basta per capire che questo ragazzo mi ama. Che non conta il suo passato ma solo noi, il nostro presente.
Non riesco a distogliere lo sguardo mentre sinceramente pronuncio -Si, tua, solo tua-.
Lui sorride e riprende a baciarmi.
-mia- dice mentre la sua mano mi lascia i polsi e si infila sotto la mia maglietta.
Sobbalzo al suo tocco freddo sul mio ventre ed entrambi ridacchiamo ma a quanto pare la sua mano non ha intenzione di muoversi così raccolto tutto il coraggio allaccio le mie gambe ai suoi fianchi e lo tirò a me.
Lawson preme forte contro di me ma sembra lui stesso di quanto appena successo, nonostante non abbia nemmeno il tempo di ragionare su quanto successo.
Accade tutto così infetta, noi due che ci inarchiamo e gemiamo senza sentire nient'altro che noi, nemmeno la porta che si apre... Ma di sicuro entrambi sentiamo forte e chiaro il 'Oh mio dio!!' e lo sbattersi della porta.
Rimaniamo fermi immboli ancora storditi e, di certo, entrambi imbarazzati.
-Lawson Alden! Noi due dobbiamo parlare- urla la signora Alden appena fuori dalla porta -Vale anche per te Rebecca!-.

-E così... State insieme?- ci chiede il signor Alden seduto a tavola insieme a me, Lawson, e sua moglie.
-Si- risponde Lawson prendendomi la mano da sotto il tavolo e guardandomi dolcemente.
-Uhm- annuisce Nancy Alden -Lei sa di...?-
-Sa tutto- e il suo sguardo eloquente deve averle fatto capire che non è il caso di aprire quel discorso.
-Beh, credo... Congratulazioni- ci dice il padre di Law in preda allo stesso nostro imbarazzo.
-Grazie- rispondiamo all'unisono.
Rimaniamo un attimo in silenzio, poi ecco scatenarsi l'incubo peggiore di ogni adolescente...
-Bene, sono convinta che entrambi siate più che preparati sull'argomento ma vorrei discutere con voi di alcuni argomenti delicati, tanto per sicurezza... Allora, ci sono innumerevoli metodi contraccettivi-
-Mamma!- sbotta Lawson arrossendo completamene.
-No, mamma niente- dice Nancy -Mi sembra dovere discuterne-.
-Mamma davvero, non è necessario!- Lawson si alza proprio nel momento in cui sua madre tira fuori dal sacchetto al centro del tavolo una scatola di preservativi.
Mi prende per mano e mi fa alzare.
-Lawson- dice suo padre e lui si blocca guardandolo come volesse allo stesso tempo ucciderlo, e pregare una qualche divinità di salvarlo.
-Mi rendo conto che tua madre ha affrontato la questione in maniera frettolosa ma vorrei davvero discutere con te- dice avvicinandosi al figlio -Becky ti dispiace se ti rubo il ragazzo per una mezz'oretta?- mi sorride.
-Prego- dico io lasciando che i due vadano in camera.
Ne approfitto per uscire fuori e chiamare i miei: non mi rispondono.
Mi caccio il telefono in tasca e sbuffo.
-Come mai hai scelto di forte questo viaggio?- mi chiede Nancy mentre si siede su una sedia del tavolino al mio fianco.
L'aria della sera è fresca e profuma di erba appena tagliata.
-La verità?-
-Ovviamente- mi sorride lei.
-Volevo solo... Solo appartenere a qualcuno, avere un luogo da chiamare casa. Quando cresci in una famiglia come la mia e sei una ragazza come me è facile sentirsi... Parte di un altro mondo. Vuoi solo essere come gli altri ti vorrebbero per renderli orgogliosi di te ma per quanti sforzi tu faccia... Non sei mai abbastanza- solo quando finisco di parlare mi rendo conto di quanto ho appena detto e ridacchio nervosamente -Perdonami, io... Io sono solo...-
-Stanca- finisce lei per me è sento le lacrime bruciare.
Alzo le spalle cercando di controllarmi. Nancy si alza e mi viene incontro stringendomi a se, in un abbraccio materno.
-Oh tesoro- dice stringendomi forte.
Rimaniamo così finché Lawson non torna giù con le guancia rosse per l'imbarazzo ma decisamente più a suo agio, gli occhi lucidi come se avesse riso fino allo sfinimento.
Quando arriva io mi sono già ripresa e non posso non sorridere quando arriva da dietro posandole le mani sui fianchi mentre mi stringe a se e mi bacia il collo.
-Bhe, di cosa avete parlato?- chiedo inspirando il suo profumo.
-Ehm credo sia stata la conversazione più imbarazzante della mia vita. Mi ha praticamente detto che quando noi faremo l'amore dovrò prendermi cura di te. Poi mi ha detto di fare molta attenzione e usare sempre i preservativi... Cose così...-
-Oh mio dio! Ha detto proprio così?-
-Beh papà l'ha detto in modo più gentile-
Scoppio a ridere e mi volto a guardalo negli occhi -Mio- sussurro baciandogli la l'unta del naso. -Mia- risponde stringendomi a se.
Mi bacia. E, dio, come mi bacia!
-Hey piccioncini- dice Holly interrompendoci -Pizza e film in famiglia sta sera?-
-Si!- rispondiamo insieme.
-Arriviamo- aggiunge poi Law.
Quando Holly rientra lui mi guarda sorridendomi -Quando mi hai chiesto il numero di Thomas...-
-Si?-
-Ero così geloso- ride baciandomi la fronte.
-Beh, ora basta gelosia, sono tua!-
-Basta gelosia? Angelo ora sei mia e sarò molto più geloso e possessivo con te. Ti proteggerò Angelo mio-.
-Perché mi chiami sempre Angelo?-
-Perché solo un miracolo mi avrebbe salvato dal mio modo cupo e grigio. Tu sei bellezza Rebecca, sei luce, sei amore. Sei il mio miracolo ora è per sempre-.

Oversea || #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora