Capitolo 16

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Passarono così tutta l'estate, tra prove e qualche concerto; quello che però fece cambiare Luke, un po' per scelta e un po' perché non avrebbe potuto fare altrimenti, fu il primo.

Avevano affittato un grande locale per la serata, ad Adelaide, che aveva registrato il tutto esaurito. Certo, i posti non erano tantissimi, ma era un grande traguardo per loro. Avevano lavorato sodo ogni giorno, finché non ne avevano raccolto i frutti con soddisfazione. Erano orgogliosi di loro: iniziavano ad essere abbastanza conosciuti in tutto il paese, e le fan aumentavano sempre di più. I rapporti tra loro erano migliorati, tranne l'indifferenza immutata tra Luke ed Ashton. Non si parlavano, se non per l'inevitabile, stretto necessario; non mancavano però di riempirsi di sguardi nascosti, di pensieri reciproci, che comunicavano più di quanto facessero con gli altri con le parole.
I sentimenti, soprattutto, non erano cambiati; nonostante non l'avrebbero mai ammesso, si mancavano. Avrebbero voluto dirsi soltanto "questa distanza é durata anche troppo, adesso basta" ma nessuno di loro ne aveva il coraggio.
Quella serata, comunque, era la loro serata, e quando tutti videro la platea ne rimasero colpiti: non si erano mai esibiti per così tanta gente, e come iniziarono a suonare, il pubblico esplose. Passarono il paio d'ore più pieno ed emozionante delle loro vite. Finito lo spettacolo, decisero di firmare qualche autografo e di ritrovarsi poi in un albergo poco distante per passare la notte tutti insieme.

"Ragazzi, che serata!" Esclamò Calum; "vorrei poter passare così il resto della mia vita!"

Erano tutti ancora euforici e pronti per raggiungere l'hotel; Ashton, però, non si faceva vedere.

"Qualcuno ha visto Ashton?" Chiese Calum.

Persino Luke, che non lo perdeva di vista un attimo, non sapeva dove fosse finito. Ci pensò Michael, però, a togliere ogni dubbio.

"Per Ashton non preoccupatevi, mi ha detto che per stasera salta o ci raggiunge dopo, si é trovato una bella compagnia, se capite cosa intendo...ha anche specificato che preferirebbe non essere disturbato!" e rise.

"Beh, in questo caso non lo aspettiamo di certo! Buon per lui!" E anche Calum rise, mentre iniziavano ad incamminarsi.

Solo Luke, come ci si poteva aspettare, rimase impassibile.
"Me la sono cercata, l'ho soltanto voluto io, se le cose sono andate così é solo colpa mia"

Seguiva gli altri, camminando qualche passo indietro.

"Se io non fossi così codardo..se gli avessi dimostrato quanto tengo a lui..ora tutto sarebbe diverso!"

Calciò un sasso con forza, che fini da qualche parte a lato della strada.

"Se non mi facessi così tanti problemi, a quest'ora non starei camminando da solo"

Si allacciò la giacca, sentendo i brividi avvolgerlo nonostante fosse una calda serata d'estate.

"Perché da quando non é più con me, non importa con quanta gente io mi trovi, mi sento sempre...solo"

Sospirò.

"Non voglio più arrivare troppo tardi...ed ora, purtroppo, lo è"

Affrettò di poco il passo, e raggiunse controvoglia i suoi amici.

Ashton, intanto, aveva preso una decisione. Basta con Luke, basta per davvero. Se non poteva funzionare, era inutile restare a torturarsi il cuore per la nostalgia di qualcosa che alla fine l'aveva reso più triste che felice. Era una settimana ormai che cercava di camminare a testa alta e sorridere, invece di guardare il suolo e soffrire; non era certo la prima volta che sperimentava una rottura, eppure già dal primo giorno aveva capito che sarebbe stata mille volte più dura. Questa volta, anche se solo per poco più di un mese, ci aveva creduto. Ci aveva creduto lui, l'Ashton che nella sua scuola ci giocava, con le ragazze, proprio quell'Ashton che non si era mai davvero lasciato andare ai sentimenti, se non con Luke. Aveva parlato di questo con Michael, pochi giorni prima.

"Ashton, scusa l'invadenza, ma potrei farti una domanda?"

"Spara"

"Com'è successo con Luke? Voglio dire..perché proprio lui?"

Ashton sorrise, con gli occhi spenti.

"Non lo so, é stato un insieme di cose che non saprei proprio come spiegare. Tu sei mai stato innamorato?"

Michael ci pensò su qualche secondo.

"Credo...credo di sì"

"Sai, credo che se tu abbia dei dubbi a rispondere, non lo sia mai stato davvero. Ho incontrato tante ragazze nella mia vita, e me ne sono piaciute tante, eppure...non ho mai guardato nessuna come guardavo lui"

"Perché?"

"Perché...quando guardo lui, non riesco a pensare a nient'altro. Lo vedo, e il resto del mondo scompare. Un po' banale, vero? Immagina di aver bisogno di qualcosa...anzi, in questo caso di qualcuno, talmente tanto da sentirti bene con te stesso solo quando questo qualcuno è con te...talmente tanto che quando siete lontani, non sei completo, ti manca qualcosa; capisci che non puoi essere veramente te stesso se questa persona non è li con te"

La voce di Ashton si ruppe.

"Pensa...pensa se tu non possa più stare con questa persona..oppure pensa se...stesse sempre intorno a te, ma questo iniziasse a farti sentire sempre più solo?"

Michael si avvicinò e gli diede una pacca sulla spalla, per fargli capire che voleva capirlo e stargli vicino, per quanto poteva.

"Se innamorarsi rende solo le persone più sole, perché lo vorremmo tutti così tanto?"

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