Epilogo

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"Amore"

Era un suono caldo, sussurrato come un segreto tra le lenzuola. La luce del sole illuminava la stanza, riflettendosi e trapassando il vetro della finestra chiusa. Ogni volta si promettevano che avrebbero chiuso le tapparelle, ma puntualmente ogni sera, quando tornavano in albergo, se ne dimenticavano: era complice la voglia, che stava per essere soddisfatta, di stare insieme da soli; di godere semplicemente della presenza dell'altro, finalmente tutta per sé.

"Amore"

Ancora quel sussurro che minacciava di disfare completamente la barriera del sonno ormai già compromessa. Era una  delle cose più belle del mondo, chiamare qualcuno "amore": racchiudeva all'interno così tanti sentimenti, emozioni, sfumature che rendevano ogni storia così diversa, eppure uguale perché mossa dalle stesse, basilari sensazioni. Quante persone si erano amate in passato, e quante si sarebbero amate ancora! Era così che succedeva: quando arrivava, l'amore, ti coglieva di sorpresa, lentamente, facendoti credere di avere il tempo necessario per renderti conto di cosa stesse succedendo; e poi ti travolgeva, tutto di colpo, tutto in una volta. E sbam! così si erano innamorati. Ci era voluto del tempo per rendersene conto e far funzionare tutto, ma ne era valsa la pena. Dopotutto l'amore, quello vero, quando colpisce non lascia opzioni di scelta. Sei tu, che d'improvviso, in realtà, non sei nemmeno proprio più tu, e inizi a pensare a qualcun altro addirittura più che a te stesso. Incredibile, vero? Detto così, non sembrerebbe nemmeno una gran bella cosa. Eppure lo é; dedichiamo la nostra vita all'amore, a cercarlo e poi a viverlo, provando a tenerlo stretto il più a lungo possibile; somigliava quasi ad una lenta e dolce tortura: quando non erano insieme era come se il cuore rilasciasse, lentamente, delle piccole dosi di veleno, rendendolo pesante e stanco, ricordandogli di come fosse indispensabile avere l'altro vicino, per sentirsi bene; quando erano insieme, invece, era come se si riempisse di qualcosa di dolce, come del miele caldo, che irradiava tutto il corpo di una sorta di pace e completezza.

"Amore, svegliati."

E poi sentì qualcosa di morbido sfiorargli la spalla, un tocco caldo e lieve che gli provocò i brividi. Aprì gli occhi.

L'altro allargò le labbra in un sorriso. "Buongiorno" gli disse, sempre piano, sempre dolce, sempre...sexy.

"Dio mio, ti amo così tanto Ashton Irwin, così incredibilmente tanto da farmi pensare di non essere proprio normale" pensò Luke, ancora mezzo addormentato, mettendo a fuoco la figura distesa accanto a lui. Si strinse nelle coperte calde, avvicinandosi all'altro e avvolgendo le sue braccia intorno al corpo tiepido.

"Dovremmo prepararci, è tardissimo" gli sussurra Ashton in un orecchio.

"Mmhh" mugugnò Luke, non essendo affatto d'accordo.
E poi aggiunse: "oggi abbiamo il giorno libero" con la voce roca, ancora impastata dal sonno.

"Ma avevamo deciso di fare un giro e visitare la città insieme" gli ricordò Ashton, accarezzandogli i capelli spettinati; era ancora più bello così, ancora più attraente del solito senza i chili di cera che usava sempre per farsi la solita pettinatura. Non pensava si sarebbe mai abituato ad avere Luke Hemmings mezzo nudo nel suo letto, ogni sera e ogni mattina, che dormiva con lui; e non dormiva soltanto, oltretutto.

"La vedremo un'altra volta, dai, voglio stare qui con te..non abbiamo mai tanto tempo per stare insieme così" e Luke lo guardò mettendo il broncio, piantandogli gli occhi azzurri come il cielo in quelli dell'altro.
"Per favore" sussurrò supplichevole;

Ashton non avrebbe potuto certo dire di no, e non voleva. "Chi se ne importa della città", pensava. E lo strinse forte a sé, premendo le labbra contro le sue e baciandolo forte, con passione, confondendo le loro lingue e i loro sospiri.

"Ti voglio" gli sussurrò tra le labbra, e Luke affondò le mani nei capelli dell'altro, così morbidi e invitanti, facendoci scorrere le dita. Era una cosa che lo mandava in estasi, i suoi capelli; insieme agli occhi, alle labbra, alle braccia, a tutto il resto del corpo, a dir la verità. Ashton gli sfiorò la pancia asciutta e lo afferrò per i fianchi, continuando a baciarlo; si staccò soltanto per un attimo, per spegnere del tutto il cellulare.

"Possiamo restare in camera tutto il tempo che vuoi" gli disse malizioso, tornando velocemente a letto e mordendogli il labbro, mentre fuori il sole splendeva, tremendamente caldo, su una giornata che era soltanto appena cominciata.

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nda

Eccoci alla fine.
Se sei arrivato/a fin qui, ti meriti un grazie, per aver seguito questa storia e avermi regalato un po' del tuo tempo.
Spero di averti trasmesso qualcosa, o almeno di averti intrattenuto/a un po'.
Sono cambiata molto da quando l'ho scritta, e spesso mentre rileggo tutto quanto mi metto le mani tra i capelli e cambierei ogni cosa, ma... in fondo, è giusto che rimanga esattamente così.

Alla prossima. (forse)

Federica

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