Capitolo 12

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POV MARI

Due settimane dopo.

Oggi è il grande giorno compio 17 anni!

I miei genitori passeranno il week end a casa di mia sorella lasciandomi la casa libera per la festa: non sarà la festa del secolo ma ci divertiremo, almeno spero.

Amo il giorno del mio compleanno, è il più importante della mia vita, è il mio giorno, dove devo essere felice e passarlo con le persone cui voglio bene.

Ma ora non posso restare a fantasticare dovevo prepararmi per andare a scuola e poi tornare a casa con Marti e Sara per preparare la casa e ovviamente renderci almeno presentabili.

Mentre camminavo verso la fermata dell'autobus ripensavo alle due settimane che erano pasate da quando avevo invitato Martina.
Le cose tra me e Remo andavano a gonfie vele, non mi faceva nessun tipo di pressione, anche se non sono una santa non sono molto pratica in campo di relazioni.
Però il problema era la mia migliore amica, era strana, dopo la nostra conversazione era sempre persa nei suoi pensieri, e mi piace pensare fosse perché avevo ragione ma poi di punto in bianco è diventata molto fredda con tutti e evita Justin da una settimana in tutti i modi possibili.
Se quel biondo le ha fatto qualcosa giuro gli faccio molto male.

Ciao Marti
Ciao diciassettenne!》
Mi abbraccia.
Auguri more
Aww vedo che ha qualcuno è tornato il buon umore
È il giorno più importante della tua vita》se stava cercando di imitare la mia voce ci sta riuscendo malissimo
Ovvio io sono importantissima
E soprattutto modesta
Quante volte avremmo mai avuto questa conversazione?》
Da quando ci conosciamo credo
Scoppiammo a ridere.

Non avevamo un motivo preciso, ma ridevamo, io con lei e lei con me.
Da quando ci conosciamo -molto, ma molto tempo- sono cambiate molte cose, ma non il bene che ci vogliamo.

Dai prendiamo quel pulman e andiamo a scuola》
Si, ma posso farti una domanda?
Certo Mari
Cosa è successo con Justin?
Cosa intendi?
Non lo so, ultimamente sembra che lo eviti
Cosa? No è solo la tua immaginazione. Dai sbrighiamoci o perderemo l'autobus
Era agitata, aveva lo sguardo che si perdeva nel vuoto, guardava qualunque cosa tranne me, il suo respiro era diventato irregolare, mi stava mentendo, evidentemente avevo centrato nel segno e giuro che se non riesco a scoprire cosa è successo mi cambierò nome in Ermenegilda.

Per il momento dovevo lasciare stare e godermi la giornata al massimo.

Per qualche strano motivo oggi la scuola mi sembrava più bella, il sole di dicembre più caldo del solito, c'era un leggero venticello che ci scompigliava i capelli mentre camminavamo per arrivare a scuola ma la cosa non mi dava fastidio: mi faceva sentire libera e spensierata.
C'era odore di mare: erano rare le volte che si sentiva; soprattutto perché eravamo in inverno.
La mia mente era piena di pensieri che erano molto diversi da quelli che ero solita fare a quest'ora del mattino: "che palle!", "voglio dormire!", "ho fame!", "tra quanto posso tornare a casa?", "merda quella troia di prof interroga!".
Invece pensavo al cielo, alle buffe forme che assumevano le nuvole e le sfumature dovute all'orario presto del mattino; pensavo al fatto che oggi avrei compiuto un anno in più, oggi sono 17 anni che sono in questo mondo e questo compleanno voglio sia unico: so che lo ripeto ogni anno a Martina e prima o poi mi manderà a fanculo, perché lei al contrario di me non considera il suo compleanno un giorno importante.

Ogni pensiero che avevo per la mente si azzerò appena quelle braccia muscolose mi abbracciarono da dietro.
Il suo odore di vaniglia mi inebriò mandandomi immediatamente in un altro pianeta.

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