Capitolo XVIII

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ALEC
Ricevetti una chiamata da un numero sconosciuto. Risposi esitando per qualche secondo.
"Pronto"- dissi con voce esitante.
"Alec"- disse una voce ormai stanca ed anziana. Era mia nonna che mi chiamava dalla casa di riposo in Florida.-" ma che fine hai fatto ? Non ti sento da quasi 3 anni ormai".
Mia nonna aveva quasi 95 anni ma era arzilla come una cinquantenne e la sua lucidita' era pari alla mia.
"Hey nonna, non mi sono dimenticato ma mi sono laureato in medicina due anni fa e ora sono specializzando a Seattle."- dissi.
"Certo Alec. Ammettilo che ti sei dimenticato di venire a trovare la tua nonnina"-rise-" Quando ti daranno le ferie?".
Le ferie sembravano un'utopia, ma quest'anno mi avrebbero dato circa due settimane in luglio.
"Nonna domani verro' a trovarti, okay?"
" Perfetto. Porta anche il tuo fidanzatino".
Io ero sconvolto.Mia nonna sapeva della mia relazione con Shane?
"E tu come fai a saperlo?'- le domandai .
"Saro' pur vecchia ma non sono stupida. A domani !"- e riaggancio'.
La cosa positiva era che almeno avrebbe evitato le domande ' e la fidanzatina?' e cose del genere.
Chiamai Shane per informarlo del mio imminente viaggio e lui acconsenti', anche se a malincuore perche' lui non aveva le ferie coincidenti con le mie e voleva girare tutta la Florida. Prenotai il biglietto aereo e iniziai a preparare la valigia. Sarei restato circa tre giorni o quattro. Il mio volo era alle sei del mattino, orario ormai normale per uno specializzando. Il mio odioso cercapersone inizio' a suonare. Presi la giacca e corsi i ospedale, nom curandomi del fatto che era Shane a chiamarmi. Arrivai davanti le porte scorrevoli dell'ingresso principale e vidi Shane appoggiato ad una colonna d'acciaio con il capo chino. Sbiancai in un secondo. Mi avvicinai cautmente. Gli poggiai la mano sulla spalla.
" Ora io e te andiamo in psicologia, precisamente nella 3356, ci chiudiamo dentro e lo facciamo"- disse senza una minima emozione nella sua voce.-" Ho appena perso un paziente e questo me lo devi perche' vai in Florida senza di me". Lo presi per mano e andammo nella 3356 di psicologia. Era come se lo facessimo per la prima volta. Quell'insicurezza, quella gioia e la passione era la medesiama anche dopo due anni di rapporto. L'unica differenza era che fummo interrotti dal cercapersone di Shane. Odiav quell'aggeggio infernale. Si rivesti' velocemente e scappo' senza neanche salutarmi.
Mi rivesti' anche io e tornai a casa.
Oramai si era fatta sera e sentii Shane rientrare. Aveva gli occhi pieni di lacrime. Mi avvicinai cautamente.
"Osa fare un solo passo in piu' e sei morto."- mi aggredi'.-" E' stata una giornata orribile."
Ando' in camera da letto, si tolse le scarpe e si butto' sul letto lateralmente e si addormento'. Decisi di dormire sul divano, visto che sul letto c'era un pezzo di manzo che lo occupava tutto. Era troppo stressato e il suo sonno pieno di icubi. Mi tolsi i pantaloni e la camicia, restando in mutande e canottiera, e mi coricai sul divano.
La sveglia suono' alle cinque precise del mattino. Mi feci una rapida doccia per mandare via la sonnolenza , riempii il termos con del caffe' fumante , presi la valigia ed andai via. La frescuria delle mattine d'estate era la cosa che piu' mi faceva tranquillizzare. Guidai fino all'aereoporto, feci velocemente il check-in (cosa alquanto strana perche' le file di soloto erano lunghissime) e salii sull'aereo con direzione Florida.
Il volo era stato tranquillo e in poche ore ero in Florida. Orlando era una citta' stupenda, soleggiata e piena di persone solar. Ero totalmente fuori luogo perche' ero abituato al cielo cupo e umidita'di Seattle. Avevo prenotato una stanza all'hotel Four Seasons, molto vicino alla casa di riposo di mia nonna. Presi un taxi e in dieci minuti ero li'. Entrai in hotel e la cosa che mi salto' subito all'occhio era l'arredamento stile anni '50, il che non mi dispiaceva perche' adoravo quello stile. Presi la chiave della camera( stanza numero 64) e sistemai i bagagli. Mi feci anche una rapida doccia.
Mi recai alla casa di riposo. Chiesi di Elisa Zillion e l'infermiera della casa di riposo mi indico' la stanza 5 . La ringraziai e mi incamminai nel lungo corridoio color bianco. Trovai subito la stanza. La porta era aperta e vidi mia nonna seduta sul letto.
"Nonna"-la chiamai piano.
"Finalmente sei qui Alec"- si alzo' e mi abbraccio'. Una sensazione di benessere pervase il mio corpo. Era come abbracciare la mia complice, la donna che mi aveva protetto e spronato a seguire gli studi di medicina. Era la mia roccia. Le lacrime non seguivano piu' i miei comandi e scendevano da sole.
"Siediti , ti prego."- disse-" devi raccntarmi moltissime cose. Allora dimmi tutto cio' che mi sono persa in questi tre anni."
"Allora"- incominciai-" Grazie al tuo aiuto mi sono laureato in medicina e sono diventato uno specializzando in chirurgia ortopedica al Mercy West a Seattle con il mio fidanzato Shane con cui convivo." - dissi mentre prendevo il portafogli per farle vedere la foto di Shane. Gliela mostrai e mi fisso' negli occhi.
"Devo dire che hai gusto !"- esclamo' -" Un tipo da spiaggia da guardare tutto il giorno". Io arrossii in meno di un secondo.
"Adesso pero' devo dirti una cosa importante e promettimi di non dare i numeri,okay?".
"Ah e non sto per morire se te lo stai chiedendo" -aggiunse , probabilmente guardando il mio viso bianco .
"Oh, ma che peccato!- dissi ridendo-" E allora cosa succede?"
"Ho conosciuto una persona che presto diventera' mio marito"- mi mise una mano sulla spalla. Ero un po' sorpreso da quella notizia, felice ma stranamente malinconico perche' significava che mia nonna aveva eliminato il nonno dal suo cuore."Ti prego dimmi qualcosa"- mi supplico' la nonna. D'impulso mi alzai ed uscii dalla stanza senza mai voltarmi. Com'era possibile che dopo 65 anni di matrimonio lei abbia dimenticato mio nonno? Ero disgustato.
Camminai a passo spedito tra le persone , troppo arrabbiato per chiedere scusa ai passanti che investivo con la mia furia, e arrivai al mio Hotel. Entrando notai un piccolo bar con una donna seduta a bere vodka. Dovevo dimenticare il tiro mancino di mia nonna e decisi di schiarirmi le idee con tanta Tequila e parlando con quella donna. Mi avvicinai al bancone ed ordinai un bicchiere di Tequila, mi sedetti e guardai la donna intenta a bere come se non ci fosse un domani.
"Ciao bel maschione"- disse-" la tequila la offro io se mi dai il tuo numero".
Mi girai e la guardai negli occhi. Erano come quelli di Shane, azzurro cielo e penetranti, e anche il viso era vagamente somigliante a quello di Shane.
Presi il telefono con una sua foto e gliela mostrai senza neanche pensare.
"Conosci questo ragazzo?"- le chiesi. Ultimamente ero molto impulsivo, sicuramente colpa della Florida.
"Questo e' mio nipote"-disse ubriaca fradicia-" E questo e' il motivo per cui sto bevendo... Ho paura di deluderlo quando andro' a Seattle a lavorare con lui e il suo ragazzo. Quel ragazzo me lo farei, se capisci cosa intendo!"- e rise .
"Sono io il suo ragazzo, e ora capisco da dove Shane ha preso la sua bellezza"-dissi -" E anche io vorrei portarti a letto".
"Barista, dammi un caffe' ristretto per questa sbornia"-urlo'-" Comunque io sono Demetria".
Arrivo' la mia tequila ghiacciata e me la gustai fino all'ultima goccia. La mia mente era offuscata da Demetria , dal suo strano magnetismo . Ero attratto da lei.
Prese il suo caffe' ed andammo di sopra. Aprii la porta della mia camera, entrammo e ,mentre stavo per chiuderla, Demetria mi bacio'. Il cuore era a mille e nella mia bocca sentivo la sua lingua delicata danzare con la mia , un lento walzer che sapeva di vodka e caffe'. Iniziai a baciarla sul collo mentre cercavo di sbottonarle la camicetta nera di seta. Lei mi strappo' la camicia, scoprendo i miei addominali e li sfioro' con la mano. Mi buttai sul letto e lei inizio' a baciarmi il ventre. Le sbottonai il reggiseno e continuai a baciarla. Tutto sembrava essersi fermato, ogni cosa era ferma, i sensi di colpa e i ricordi svaniti e sostituiti con la benzina del tradimento mentre incontra il fuoco della passione incontrollata. Ero libero da tutti i miei obblighi, libero dalle mie preoccupazioni. Libero da tutto. Ogni suo bacio era una feroce coltellata che infliggevo a Shane, colui che mi aveva sostenuto ed incoraggiato, ma nella mia mente ora c'era solo Demetria.
Facemmo l'amore per tutto il giorno.
Quando finimmo era ormai sera e decisi di andare nella mia camera.
"Alec, aspetta"-mi chiamo' prima di prendere la borsa.-" Anche se sei il fidanzato di mio nipote vorrei che fossimo una coppia. Vieni con me a cena ?"
"Si, siamo una coppia e ti portero' nel ristorante piu' bello della citta'"- mi voltai ed andai via.
Tornai in camera per farmi una doccia e squillo'il telefono. Risposi.
"Torna il prima possibile che in ospedale serve una mano"-disse una voce autoritaria e riaggancio' subito.
Mi ero totalmente dimenticato di mia nonna e ora non avevo tempo di passare da lei. La chimai immediatamente.
"Nonna, ti chiamo perche' sto per partire e non posso passare ma ti dico che hai la mia benedizione per sposare quell'uomo e ti voglio bene." -riagganciai e mandai un messaggio a Demetria dicendole che sarei partit quella notte. Mi feci una doccia, preparai i bagagli, prenotai il volo e andai in aereoporto.

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