Capitolo XXII : Welcome To The Show , Welcome To My Life.

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Arrivammo in ospedale con l'umore al massimo. Ci eravamo lasciati tutto alle spalle, erano solo piccole litigare legate allo stress.
«Janine, non potevi darmi notizia migliore di questa » dissi mentre l'abbracciavo . Era una delle pochissime persone che mi volevano bene e si sarebbe buttata sotto un treno pur di difendermi . Era la mia migliore amica.
« Ti spiego il caso molto velocemente. Caleb McSting , 44 anni , un tumore asintomatico cresciuto nella cavità addominale . Stato scambiato per anni come un aumento di peso, invece è un tumore dell'intestino crasso. Tutti i valori sono nella norma ma bisogna operare al più presto o l'eccessiva compressione degli organi potrebbe essere fatale » illustrò il caso mostrandomi tac addominali ed ecografie.
«perfetto, vorrei uno di cardio in sala per evitare problema di ogni genere »dissi mentre analizzavo la tac .
« Jake vai con lui » gli impartì la Brooks .« Sei un dottorando ormai e puoi farcela ».
« Io sono inarrestabile , mia cara Janine » fece una risatina ed analizzò le tac toraciche ed ECG. Andammo a prepararci per l'intervento più difficile ed importante della mia carriera . Non potevo essere fermato, ero una macchina da chirurgia e ,con Jake al mio fianco, ero immortale . Mi sterilizzai le mani per circa 4 minuti, come da prassi, ed entrai nell'arena , pronto a combattere il nemico: Il Tumore. Mi venne in mente la morale del romanzo " I viaggi di Gulliver " : la verità è relativa . E se fossimo noi il nemico da sconfiggere per il tumore? E se lui stesse lottando come io lottavo ogni giorno per non perdere Jake ?
Mi avvicinai al tavolo operatorio e tutto svanì. Eravamo solo io e il tumore, il resto era una perdita di concentrazione inutile.
«Lama 10»allungai la mano per ricevere l'utensile dall'infermiera di sala e iniziai ad incidere.
Dopo 10 ore di intervento tutto era finito. Il nemico era stato debellato e il paziente era vivo. Quando uscimmo , Jake mi prese da parte e mi baciò. Una doppia vittoria. L'adrenalina circolava nelle mie vene e quella voglia primitiva di appartenere l'uno all'altro era ancora viva e cercava di uscire.
«Sono così fiero di te » mi disse tra un bacio e l'altro. Ora ero una leggenda. Uno specializzando al terzo anno era riuscito a portare a termine egregiamente un intervento che neanche gli strutturati riuscivamo a portare a termine. Mi sentivo vivo , capace di scalare l'Everest a mani nude . « Andiamo nella stanza del medico di guardia e festeggiamo » gli sussurrai . Non perse tempo ed iniziammo a correre , liberi da tutto e felici come ragazzini ai primi amori. Spazzavamo via tutti i pregiudizi ed insulti con la forza della nostra unione , solo con la forza di andare avanti per la nostra strada ad oltranza. Aprimmo quella porta violentemente e con altrettanta violenza la chiudemmo a chiave . Gli tolsi il camice, lasciando che mostrasse i difetti fisici che lo rendevano autentico , e iniziai a dargli piccoli baci sul petto.Gli accarezzai con decisione le spalle, poi la schiena. Jake mi afferrò per le spalle e mi buttò sul letto . Si mise sopra di me e mi strappò quel pezzo di stoffa che separa i nostri addomi nel toccarsi  e iniziò a baciarmi collo e scapole . Davanti le persone era un piccolo agnellino indifeso , a letto era così rude , così sporco da mandarmi in subbuglio il cervello ogni volta. Il desiderio divampò , la pelle strisciava l'una sull'altre , le lingue erano un continuo sfiorarsi e rincorrersi  .
«Ti amo Jake» dissi ansimando. Lui continuava a baciarmi per tutto il corpo. Arrivati al culmine del piacere , ci addormentiamo abbracciati , sicuri dell'amore che provavamo l'uno per l'altro. La suoneria di quell'aggeggio infernale del cerca persone svegliò tutti e due.Non era il mio ma quello di Jake .
«Leuis ha bisogno di me , devo scappare» si rivestì e andò via. Rimasi lì a guardare il vuoto. Era così bello avere la testa senza pensieri per una volta , era rilassante. Il telefono iniziò a squillare,
«Pronto ?»
«Ciao Shane . Ho saputo che mi hai chiamato prima, che è successo?».
«Volevo invitarti al matrimonio . Volevo prima chiedere se non era troppo per te ».
«Perché non me lo chiedi di persona?»
«Non posso partire per New York solo per farti una domanda ».
«Intendevo dire che sono a Seattle, precisamente alla caffetteria dell'ospedale ». Chiusi la chiamata bruscamente e corsi verso la caffettiera. Non sapevo perché correvo ma non aveva importanza . Mi ronzava in testa ancora la frase che mi disse la prima notte in cui ci siamo baciati:" Il nostro amore è come una stella , non puoi vederlo ma è sempre lì ". Non era più amore tra fidanzati ma amore amichevole . Nonostante tutto era lì. Nonostante tutto ci amavamo ancora, ma in maniera trasversale. Spalancai la porta della caffetteria . Vidi Alec bere un caffè con un libro di cui non riuscivo a leggere il titolo, Corsi verso di lui e mi buttai al collo. Lui fece un gemito di dolore ma mi abbracciò forte. Bentornati vecchi tempi.
«Mi sei mancato tantissimo »disse Alec mentre aveva il viso tra la mia scapola e il mio collo. Era una sensazione strana riabbracciarlo ma mi piaceva .
«Anche tu » gli sussurrai . Restammo abbracciati per non so quanto tempo, ma era dannatamente poco. Ci lasciammo e ci accomodammo dove Alec aveva lasciato il suo caffè.
« Il tuo compagno non c'è?» domandai innocentemente, con un pelo di curiosità.
«Ma io non ho un compagno » disse spalancando gli occhi e la voce era incredula . «Chi ti ha detto questa stronzata ?» .
«Ti ho chiamato prima e mi ha risposto un uomo dicendomi che era il tuo nuovo compagno » dissi lentamente per non sbagliare e provocare equivoci.
« Ho solo avventure di una notte e basta , mi stupisce credere che Levi (*) si sia definito il mio compagno».
*si pronuncia livai
«Quindi tu non sei impegnato per il matrimonio?». Scosse la testa . Ero al settimo cielo. Lui non era né fidanzato e né sposato. Ero forse geloso del mio ex fidanzato?
« Ti piacerebbe partecipare al mio matrimonio?» lo guardai negli occhi. Volevo tantissimo che lui fosse presente, non volevo altro.
« Si, ma vorrei esserci io sull'altre ad aspettarti » guardò verso il basso.
Aveva sganciato la bomba atomica. Voleva che io mandassi all'aria il mio matrimonio per rimettermi insieme a lui ? E magari mi tradiva con mia madre.
Mi alzai di scatto e lui fece lo stesso .
«Cosa sei venuto a fare esattamente qui , Alec?»chiesi cautamente. Si avventò su di me e mi baciò. Una grande onda di disgusto si schiantò contro di me, una rabbia primitiva saliva dentro di me . Cosa dovevo fare ? Cercai di divincolarmi ma mi aveva bloccato braccia e gambe. Mi iniziò a baciare il collo come solo lui sapeva fare . Braccia e gambe erano bloccate, la testa non ancora. Gli diedi una testata così forte da farmi uscire dei rivoli di sangue e da far indietreggiare Alec . Aveva lo sguardo perso ed ebbi paura.
SPAZIO AUTORE
Questo è un piccolo regalo di Pasqua, spero sia di vostro gradimento! Auguri

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