Tornammo all'università. Alec aveva un sorriso malinconico che gli attraversava il viso, felice per aver visto i suoi amici e malinconico per averli lasciati andare. Lo guardai.
<< Tutto bene ? Sembri assente>> dissi accarezzandogli il braccio. Lui fece spallucce.
<< Si, credo di si. Sono andati via subito, volevo trascorrere più tempo con loro>>disse con voce tremante.
<< Hanno le loro vite, non puoi costringerli a cancellare i loro impegni per stare con te. Sarebbe egoismo allo stato puro>> dissi cercando di essere il più delicato e comprensivo possibile.
<< Lo so, so che non possono rinunciare alla loro vita per me ma sono la mia famiglia, tutto ciò che mi rimane>> mi prese e mi guardò negli occhi.<< Loro credevano in me quando tutti mi deridevano, mi hanno fatto capire che la mia vita ha un senso>>.
<< Questo è il regalo che ti fanno gli amici, io non ho amici e ho imparato a cavarmela da solo, ho contato solo sulle mie forze e dovresti farlo anche tu>> dissi duramente. Doveva imparare a lottare da solo perché gli amici, per quanto possano essere leali e affettuosi, scelgono di salvare la propria vita e farti cadere in un abisso scuro e senza fine.
<< E questo lato rude? Dove lo tenevi nascosto?>> disse Alec sensualmente, stingendomi a se.<<Mi fa impazzire quando fai lo stronzo freddo>>.
<< Lo stronzo freddo ha dei valori, non oltrepassare la linea sottile che divide il mio lato razionale da omicida>> gli sussurrai. Pochi millimetri separavano le mie labbra dalle sue, solo l'aria si opponeva allo sfiorare le sue labbra. << Sono uno psicopatico in amore, passione e vendetta si combattono nella mia testa. Non far vincere la vendetta>>dissi . Sentivo il suo respiro sul mio viso, i suoi occhi che bruciavano dalla voglia di avere il mio corpo, di unire le nostre anime, i nostri pensieri, di respirare il vento del desiderio. Mi ero nascosto per troppo tempo, mi ero eclissato per paura dei pregiudizi e del pensiero delle persone nei miei confronti e avevo sprecato i miei anni migliori. Ora conducevo io le regole, ero io a decidere per me stesso, ero finalmente me stesso.
<< Oh , farò molta attenzione allora mr. Psicopatico>> disse in tono ironico . Lo baciai. Malinconia e tristezza erano scomparsi, spazzati via dal tifone che il nostro amore produceva. Cuore contro cuore, battito su battito, pelle contro pelle. Movimenti rapidi e delicati, le nostre lingue erano un continuo intrecciarsi e lasciarsi, corpo in fiamme e cuore che bruciava . Non avevo più paura, ero semplicemente me.
<< Dovremmo andare o faremo tardi per le lezioni. Io ho biologia, ho saltato l'esame e devo ripetere il corso>> disse Alec , scocciato dalla cosa.
<< Se vuoi diventare un eccellente chirurgo devi studiare >> dissi con arroganza. Era fantastico provocarlo, vedere fino a quanto potevo scherzare con lui, vedere i suoi limiti. Alzò gli occhi al cielo teatralmente.
<< Sembri mia madre >> rise . Aveva una risata così delicata per essere un uomo, leggera e soave per essere una risata.
<< Sai che dobbiamo correre per arrivare in tempo? >> dissi mentre guardavo l'orologio al mio polso. Lui annuì e iniziammo a correre . I polmoni bruciavano per lo sforzo improvviso, i muscoli delle gambe erano ben preparate e riuscivano a sopportare l'accelerazione improvvisa, l'aria mi sferzava il viso. Adrenalina pura scorreva nelle mie vene, il vento gridava libertà. Arrivammo davanti la facoltà di medicina e chirurgia con il fiatone , i muscoli doloranti e gli occhi pieni di gioia.
<< Io devo andare al corso di patologia , domani ho l'esame e sono nel panico più totale>> dissi correndo sul posto.
<< Corri allora, ci vediamo dopo>> mi diede un bacio veloce e io schizzai via. Non potevo permettermi di non passare questo esame e l'ansia si impadronì della mia mente, offuscandola totalmente. Spalancai la porta dell'aula 103A e mi appoggiai al muro, cercando di prendere fiato e con il volto che mi imperlava la fronte.
<< E' in ritardo>> disse il professor Simons.<< La prossima volta non le sarà concesso essere ammesso al corso pre-esame>>.
<< Mi scusi ma ho avuto un impegno improvviso>>. Mi fece gesto di sedermi ed io presi subito posto. Questo esame era uno dei più difficili e avevo bisogno di ogni aiuto possibile per passarlo. Dopo tre ore di preparazione per l'esame ero finalmente fiducioso nelle mie possibilità di riuscita. Il corso terminò e io uscii fuori, facendomi accarezzare dal tepore del sole primaverile. Mi girai intorno per cercare Alec. Nulla. Lo chiamai al telefono ma non ricevevo risposta. Stessa cosa per i messaggi. Ma dove diavolo si era cacciato? Andai a cercarlo nel laboratorio di biologia ma lui non c'era. Provai a chiamarlo ancora ma con il medesimo risultato. Mi sentii chiamare da dietro le mie spalle. La voce era modificata dal riverbero del corridoio ma la sua voce era inconfondibile . Suadente e profonda , capace di metterti a tuo agio o farti accapponare la pelle , la scelta era la tua. Mi girai di scatto e vidi Alec che correva con dei faldoni tra le braccia.
<< Scusa il ritardo ma il professore mi ha dato degli appunti per studiare meglio >> disse cercando di riprendere fiato.
<< Non preoccuparti>> gli sorrisi.
<< Cosa facciamo stasera? Vieni da me?>> chiese.<< Un film, sushi e coccole?>>
<< Programma allettante se non fosse che domani ho l'esame. Vieni tu da me? Così studio e poi guardiamo un film?>> . Lui annuì e mi prese per mano. La sua pelle era liscia e morbida, simile ad un petalo di rosa .
<< Ti accompagno a casa ?>> chiesi, ricordandomi che l'auto di Alec era fuori gioco.
<< Si, tra circa un'ora dovrebbe essere pronta>> disse mentre camminavamo a passo svelto. Arrivammo al parcheggio e salimmo in auto. Il traffico era quasi assente, la città sembrava essere troppo impegnata a lavorare per godersi la giornata. Un continuo via vai che lasciava poco spazio alla fantasia e alle emozioni ed era piena di stress. In auto non dicemmo una parola, il silenzio riempiva il veicolo. Era imbarazzante ma avevamo bisogno di staccare i nostri pensieri, di spegnere il cervello e di far parlare il mondo.
Arrivammo davanti la sua palazzina. Un palazzo imponente , rivestito tutto di mattoni e con marmi che circondavano il portone color mogano. Accostai al marciapiedi .<< Ci vediamo dopo allora>> disse mentre apriva lo sportello.
<< Non dimentichi nulla ?>> .
<< Non credo>> disse guardandosi intorno. << Ah si , quasi dimenticavo>> e mi diede un bacio delicato sulle labbra. Chiuse lo sportello e io ripartii a razzo verso casa mia. Entrai velocemente e andai a buttarmi sotto la doccia . Ripensai a tutto ciò che era successo in questo giorno. Il ragazzo che amavo mi aveva baciato e avevamo dormito insieme, avevo trovato dei nuovi amici, visto la prima proposta di matrimonio gay della mia vita . Emozioni che si provano in tutto l'arco della vita io le avevo provate in poche ore. Un sorriso da ebete si fece spazio sulla mia bocca. Mi vestii velocemente e , intanto , ripetevo le nozioni fondamentali per il mio esame. Mi guardai allo specchio. La felpa nera e jeans neri cadevano morbidi sul mio corpo snello . Sentii bussare alla porta. Sbiancai in viso e guardai l'orologio. Erano già le 20 e io non avevo studiato per niente. Andai ad aprire la porta e vidi Alec con un mazzo di rose rosse in mano.
<< E queste ?>> chiesi con occhi brillanti.
<< Sono per te, mi hai consolato prima e volevo farti sentire speciale>> disse mentre mi tese il mazzo rosso scarlatto. Li presi e li odorai. L'odore era lo stesso del suo bagno schiuma, ovvero rose e cannella .Lo abbracciai e gli diedi un bacio sulla guancia. << Grazie>>. Lo guardai negli occhi e lo baciai , facendo cadere i fiori al suolo. Lo buttai al muro, facendogli emettere dei gemiti di dolore.
<< Cosa ti piace di me Alec ? Sono il classico sfigato senza amici e tu sei un ragazzo stupendo>>.
Lui mi guardò negli occhi, spenti e freddi, e la mia anima andò in frantumi. Era implicita la sua risposta: voleva che io fossi una delle sue tante avventure sessuali.
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A different love [IN REVISIONE]
RomanceL'amore per la medicina li ha uniti, una persona molto vicina può separarli . Amore, passione, sesso e tradimento saranno i temi principali di questa storia. Combattere per riavere ciò che è tuo o vendicarti della persona che ti ha rubato l'unica co...