fifth

50 7 0
                                    

Quella sera, come tutte le sere da quando l'estate era iniziata, sarei dovuta uscire con i miei amici, Tanya mi aveva tampinata di messaggi tutto il giorno per assicurarsi che ci sarei stata nonostante fosse arrivato un nuovo ospite (di cui già le avevo raccontato tutto), perché era terrorizzata dal fatto di dover restare sola con Matthew e Paul, ma soprattutto con Matthew che era cotto ed era riuscito ad avere solo qualcosa di piccolo da lei, che non comprendeva però le parole relazione e seria.

Così mi ritrovai alle nove di sera a cercare di convincere Cameron ad uscire, o i miei genitori mi avrebbero fatto storie se non lo avessi portavo con me, in più mi trovavo bene con lui e mi sarebbe piaciuto farlo conoscere ai miei amici.
Quest'ultima scusa fa sembrare la cosa meno forzata, nonostante non lo sia neanche un po'.

«Dai Cam, alza il culo che tra poco dobbiamo andare»
Sbuffai nel momento in cui mi affacciai alla porta della mia stanza, dopo aver occupato il bagno per un'oretta, e lo trovai sdraiato sul mio letto con indosso i pantaloni del pigiama ed i calzini di spugna.

«Tu credi davvero a queste cose?»
Mormorò mentre io mi avvicinavo a lui, scocciata.

Mi stravolgeva tutti i piani averlo tra i piedi e doverlo aspettare.
Lo afferrai per un braccio e notai solo in quel momento la rivista che teneva in mano, aperta nelle pagine dell'oroscopo.

Iniziai a tirarlo verso di me portando un piede contro il bordo del letto per aiutarmi a non scivolare sotto questo, sforzandomi ed emettendo anche piccoli lamenti appena sussurrati, a denti stretti, mentre lui tranquillo leggeva ad alta voce ciò che trovava scritto sulle pagine ed io mano a mano finivo col fondo schiena sempre più vicino al pavimento, nel tentativo di farlo alzare.

«Cielo, si inventano di tutto pur di far soldi senza lavorare»
Disse in conclusione, rivolgendomi finalmente una veloce occhiata mentre io arrivai a toccare terra con il sedere e sbuffai, rilasciando la presa sul suo braccio ed incrociando le mie al petto, tenendo le gambe piegate.

Si mise a sedere sul bordo del letto ed allungò il busto in avanti per poggiare i gomiti sulle ginocchia e potersi avvicinare così al mio viso imbronciato, sorridendo divertito.

«Se può renderti felice ci stavi quasi riuscendo, la mia schiena si è spostata di un centimetro»
Alzai lo sguardo su di lui e storsi lievemente le labbra, rilassando le spalle mentre lui si alzava ed io lo seguivo con lo sguardo.

Appena vidi le sue mani davanti al mio viso le afferrai, quasi titubante, e mi aiutò a rialzarmi con molta semplicità.

Notai di sfuggita i muscoli delle sue braccia contrarsi ed un sorriso meno ampio del precedente farsi strada tra le sue guance.

«Grazie»
Mi limitai a dire questo mentre sistemavo la maglietta larga, a maniche corte, lungo i fianchi già coperti dai pantaloncini a vita alta che indossavo, e lo guardai.

Era poco più alto di me, saranno stati tre o quattro centimetri di differenza al massimo, ed i suoi capelli erano scompigliati, come del resto anche gli indumenti che aveva addosso, tra i calzini tirati in modo diverso ed una gamba mezza scoperta dal pantalone rialzato.

«Vado a vestirmi, ci vediamo giù, okay?»
Mormorò poi con disinvoltura prima di rilasciare la presa sulle mie mani e voltarsi per camminare verso la stanza di mio fratello.

Restai ferma qualche istante per poterlo guardare mentre camminava e, non appena si fermò di fronte alla porta, mi voltai per paura che si accorgesse di avere i miei occhi puntati addosso, allora afferrai una felpa bianca e la indossai, senza però allacciarla, e fu così che notai una macchia marroncina sulla tasca.

"Accidenti" sbuffai, sfilandola velocemente ed avvicinandomi poi all'armadio per cercarne un'altra da mettere al suo posto, ma non ne trovai visto che ne avevo solo due, in tutto.

OneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora