fifteenth

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Cameron non fiatò per tutto il tragitto scuola-casa e nemmeno tutto il pomeriggio, la sera non volle uscire ed effettivamente nemmeno io avevo voglia di farlo, ma un'oretta lo feci lo stesso, così da poter parlare con Tanya, nonostante parlò per quaranta minuti dell'intero weekend con Fabian ed i suoi amici e del suo primo giorno di scuola.

«Ed il tuo, invece? Com'è andato?»
Disse risucchiando dalla cannuccia il frappé che si era comprata.

«Niente di che. Hai presente Daniel, l'amico di Fabian?»
Fece finta di pensare e poi annuì, facendomi palesemente intuire che no, non ne aveva idea, ma ne approfittò per riprendere a parlare di se.

«Forse lui non c'era alla festa di Fabian, o me lo sarei ricordato, sai, c'era un sacco di gente ma Fabian ci teneva a farmeli conoscere tutti, i suoi amici e bla bla»
E fu così che interruppe il mio discorso, per una buona mezz'ora mi raccontò di nuovo della festa a cui era stata nel weekend, quella a cui mi aveva invitata anche Daniel, ma alla quale mi ero rifiutata di andare.

Quando finalmente ebbe finito, aspettai che un flebile "dicevi?" uscì dalla sua bocca, così da spostare lo sguardo e, come se stessi dicendo una cosa da niente, continuai a parlare, guardandomi intorno.

«È il mio professore di spagnolo»
«Davvero?»
Annuii semplicemente, mescolando i rimasugli di frappé sul fondo del bicchiere.

«Scusa ma, non te l'eri fatto?»
Mormorò confusa, dopo qualche secondo di silenzio, risvegliandosi dallo stato di trans in cui era entrata continuando a fissare il telefono, attirando la mia attenzione.
Presi dunque a guardarla e lentamente mi alzai, mormorando 'No' in tutta tranquillità mentre presi a camminare verso casa, lanciando in un cestino il bicchiere di plastica e non degnandola di un saluto.

Non sapevo se ridere o se piangere, non sapevo se andarmene così, senza dir niente, sarebbe potuto servire a qualcosa.
Sapevo solo che non avevo voglia di parlare, avevo voglia di dormire e magari tra le braccia accoglienti di Cameron.
Adoravo dormire con lui, equivaleva a dormire tranquilli, al sicuro.

Così, tornai a casa e trovai mio padre sul divano, con mio fratello che dormiva poggiato al suo fianco.
Feci piano, salii le scale in punta di piedi dopo essermi tolta le scarpe e raggiunsi in tutta tranquillità la mia stanza, liberandomi dai vestiti per infilarmi una semplice maglia larga e dei pantaloncini di tuta.
Camminai a piedi scalzi fino al bagno nel quale entrai per svuotare la vescica e potermi dare una rinfrescata.

Era settembre ma il caldo ancora si faceva sentire, ogni tanto.

Spensi la luce e socchiusi la porta cercando di guardare nella stanza di mio fratello e Cam, sfruttando lo spiraglio di luce che arrivava dall'interno per intravedere Cameron sdraiato sul letto con un libro tra le mani, le gambe coperte dai bermuda di tuta grigi ed un'espressione seria in volto, concentrata.
Sbuffai accennando una piccola smorfia con le labbra e, in tutto questo, scrollai le spalle, rilassandole e strofinando delicatamente il dito indice sulla punta del naso mentre piano piano, con lo sguardo basso, raggiungevo nuovamente la mia stanza.

Non volevo disturbarlo, non mi sembrava giusto, dunque mi chiusi nella mia stanza e mi lasciai ricadere sul letto morbido con un sospiro, afferrando il cellulare dal comodino e controllando così le notifiche.

2 missed calls: "Tanya".
Sbuffai, lasciando ricadere il telefono contro il mio petto prima che cominciasse di nuovo a vibrare:
"Tanya".

Fissai lo schermo svariati secondi prima di decidermi a risponderle, mettendomi a sedere sul bordo del letto.

«Pronto?..»
«Eccoti finalmente, Amy»
Sentii la voce di Tanya farsi più squillante nel pronunciare il mio nome.

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