third

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«Amanda sei tu?»

Biascicò, in qualche modo.
Lo immaginai mentre si sfregava gli occhi con le mani, lo faceva spesso e gli si arrossavano facilmente.

«Sì, vai giù, ci metterò un po'»
«Solo tu puoi cagare a quest'ora»
Borbottò mentre si allontanava, sentii infatti la sua voce farsi più piccola mano a mano che si allontanava e vidi nel frattempo il viso di Cameron assumere un'espressione divertita.

«Cagare..»
«Non dire niente, quel bambino ha dieci anni e non è normale»
Ora scoppiò a ridere e io non potei fare altro che seguirlo a ruota, aveva una risata contagiosa e un sorriso davvero bello, non si poteva resistere.

Scrollai le spalle con un piccolo sospiro ed aprii la porta, poco, ma abbastanza da poter guardare all'esterno per controllare e, non vedendo nessuno, spalancai velocemente la porta senza pensarci colpendo involontariamente in testa Cameron, che nel frattempo stava per sporgersi a sua volta.

Mi voltai di scatto nel sentire le sue lamentele e spalancai la bocca iniziando a sussurrare "cazzo" e poi "scusa" e "mi dispiace", tante ed innumerabili volte mentre allungai le mani verso di lui posandone una sulla sua spalla ed una sulla sua mano, posizionata sulla fronte.

Restammo lì fermi per una manciata di minuti poi al suo "tranquilla, mi passa tra poco ma devi guidarmi tu perchè se apro gli occhi vedo puntini.."
Annuii e mormorai "sì" probabilmente tante volte quante avevo detto "scusa" poco prima, mentre gli circondai le spalle e lo accompagnai fuori dal bagno.

Allungò la mano libera davanti a se, tastando l'aria mentre camminava fuori dal piccolo bagno, poi lo feci girare per far si che fosse rivolto verso la porta della camera ed osservai le scale, nel frattempo, per controllare che mio fratello non apparisse all'improvviso, così premetti una mano sulla schiena del ragazzo perchè entrasse in camera mia mentre io controllavo la zona, solo che non mi ricordai di aver chiuso la porta, prima.

E si, si schiantò ancora di testa contro la porta perchè la mano che teneva davanti a se già l'aveva abbassata.

Sentendo il tonfo e la sua voce borbottare a denti stretti il mio nome mi voltai di scatto e mormorai "Merda", avvicinandomi velocemente ed aprendo la porta mentre con una mano premuta contro la sua schiena lo accompagnavo all'interno, chiudendo la porta e facendolo poi sedere sul fondo del mio letto.

«Hai intenzione di finirmi prima di pranzo?»
Mormorò schiudendo un occhio ed alzando lo sguardo su di me, prima che io mi girassi e mi avvicinai alla scrivania per versare l'acqua nei bicchieri e portarne uno a lui, spostandogli la mano dalla fronte per posarci il vetro fresco del bicchiere.

«Scusa, Cam»
«Cam?»
«Volevo dire Cameron, scusa»
«Perchè continui a scusarti?»
«Perchè mi dispiace, scusa»
«Amanda»
«Va bene, ora la smetto, scusa»
Feci una smorfia accorgendomi solo poco dopo di aver detto ancora 'scusa' ed abbassai poi lo sguardo intravvedendo il suo sorriso divertito.

Sentii la sua mano contro la mia, era calda e grande, allora alzai nuovamente lo sguardo e lasciai la presa del bicchiere per lasciarlo in mano sua.

«Mi stava congelando il cervello»
Mormorò divertito, allontanando il bicchiere opaco dalla fronte.
Mi spostai e mi sedetti accanto a lui lasciando ricadere le mani sulle cosce e spostando nel frattempo lo sguardo sulla sveglia illuminata dietro di noi.

Segnava le 5:19

Sgranai gli occhi e il ragazzo accanto a me lo notò, voltandosi a sua volta per guardare cosa aveva causato la mia reazione.

«Sarà meglio che vada, dovrai dormire»
Disse, facendomi così voltare nuovamente verso di lui per guardarlo ed incontrare il suo sguardo già puntato su di me.

«Ma tu hai dove dormire?»
«No ma, devo tornare all'aereoporto così mi faccio venire a prendere»
Annuii ed abbassai lo sguardo, facendo una piccola smorfia.

«Potresti restare»
«Come?»
Avevo sussurrato quelle parole quasi tra me e me e la sua domanda non mi stupì affatto.

Alzai lo sguardo incontrando nuovamente il suo e iniziai a gesticolare mentre parlavo, come facevo spesso, un po' impacciata.

«Potresti dormire qui intanto, basta che poi te ne vai prima delle nove»
Gli risposi e conclusi alzando le spalle, osservando attentamente la sua espressione che non cambiò di molto, facendosi però più pensierosa, poi alzò le spalle ed annuì.

«Alle otto e mezza sarò fuori di qui - alzò una mano a mezz'aria fermandola davanti alla spalla e rivolse il palmo verso di me - parola di scout»
Schiuse le labbra in un piccolo sorriso divertito mentre abbassava la mano lasciandola ricadere sulla coscia ed io mi alzai, sfilando la felpa ed avvicinandomi nel frattempo alla sedia accanto alla scrivania.

«Dai scout, mettiti a letto»
Mormorai con una lieve risata mentre mi rigirai verso di lui e sfilai le scarpe velocemente, così da poter poi accompagnare i pantaloni a scivolare lungo le gambe ed a scoprire nuovamente i pantaloncini neri, lasciando la tuta sulla felpa e lanciando su questa anche i calzini, che tolsi velocemente prima di correre verso il letto ed infilarmi sotto le coperte, spostandomi verso il bordo opposto per fargli più spazio.

In tutto questo non mi accorsi dei suoi spostamenti.

Stava di fronte alla finestra, dalla quale entrava ancora quella flebile luce del lampione che lo illuminava, da dietro, mentre sfilava la felpa, restando con una t-shirt blu ed i pantaloni.

Distolsi la direzione dello sguardo non appena alzò nuovamente il suo dalle scarpe che aveva appena tolto e si avvicinò al letto, infilandosi a sua volta sotto il lenzuolo leggero, accanto a me.

«Posso stare anche sul pavimento, sai?»
«Non dire sciocchezze»
Sorrisi e restai girata su un fianco, verso di lui, infilando una mano sotto al cuscino ed una sul piccolo tratto di materasso libero accanto, o meglio davanti, a me.

«Buonanotte, Amanda»
Sentii appena la sua voce, un po' confusa, ed il suo viso mano a mano si faceva più sfocato mentre mormoravo "Buonanotte" e i miei occhi si socchiudevano lentamente fino a chiudersi.

Sentivo la stanchezza della giornata addosso, ora.
Sarà per questo che mi addormentai subito.
L'ultima cosa che vidi chiaramente furono gli occhi brillanti del ragazzo di fronte a me, che mi guardava con un sorriso appena accennato.

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