Mi alzai spostando lo sguardo su ognuno di loro e poi accennai un sorriso quando Paul si alzò.
«Vengo anche io»
Disse poi Tanya, alzandosi a sua volta e costringendo quindi anche Cameron ad uscire con noi.Preso il bicchiere ci spostammo dal tavolo e ci dirigemmo verso la porta-finestra del bar che aprii non appena mi ci fermai di fronte, così da uscire nel piccolo giardino già occupato da altre persone e tavolini di plastica colorata ai quali ci unimmo, spostandoci verso un muretto dietro al quale avevano creato barriere di piante e cespugli.
Mi sedetti su questo ed avvicinai subito dopo il bicchiere alle labbra, notando con la coda dell'occhio Cameron sedersi accanto a me mentre gli altri due restarono in piedi di fronte a noi.
Paul già stava estraendo il pacchetto di sigarette e sia io che Tanya lo notammo, così, subito dopo ci fissammo facendo un cenno col capo, d'intesa, e prendendo poi a guardare insistentemente Paul che, alzando lo sguardo, capì subito cosa volevamo.
Estrasse quindi due sigarette ed allungò la mano verso di noi, che, nel vedere il suo gesto, cominciammo a sorridere ed in coro lo ringraziammo, prendendo tutte contente il nostro bottino.
«Bastarde, non me le ridarete mai più, io lo so»
«Non fare il marcione, ormai dovresti averci fatto l'abitudine.
Dovresti darcele direttamente di tua spontanea volontà»
Ribattei, alzando le spalle.Cercai di contenere il sorriso occupando le labbra con la sigaretta, stringendola tra queste, ma si potevano comunque notare senza sforzi i due angoli della bocca sollevati verso le guance rosee.
Tastai le tasche dei pantaloncini alla ricerca di un accendino ma non lo trovai e feci una piccola smorfia, scrollando le spalle.
Nemmeno il tempo di chiederlo che mi ritrovai di fronte una mano con un accendino verde stretto tra l'indice ed il pollice.
Alzai lo sguardo seguendo la linea del braccio coperto da una felpa rossa ed arrivai fino al viso di Cameron, illuminato da un sorriso sghembo.
«Grazie»
Mormorai con un tono squillante, prendendo poi l'accendino per accendere quindi la sigaretta e riporgerglielo subito dopo.«Ho ricambiato il favore»
Sorrisi nel ricordare la scena della sera prima e spostai poi lo sguardo verso il basso, sulla sigaretta che ora tenevo tra le dita.«Amy, ti ricordi di quell'universitario con cui mi sentivo all'inizio dell'estate?»
Riflettei per un attimo cercando di ricordare mentre feci un tiro, avvicinando e portando la sigaretta tra le labbra.«Elliot?..»
Tentai, titubante, socchiudendo gli occhi e spostando lo sguardo su di lei mentre finii il contenuto del bicchiere e lo posai sul muretto libero accanto a me.«Quello è di gennaio, parlo di Fabian, quello mezzo Svedese»
Sbuffò, scocciata per aver dovuto insistere.Ad essere sincera non ricordavo nessun Fabian mezzo Svedese, ma volevo farla arrivare al dunque e quindi feci finta di aver capito rispondendole con un 'Ah' prolungato.
«Beh, guarda al secondo tavolo, partendo dalla porta»
Mormorò con un sorriso smagliante mentre col capo cercava di incitarmi a guardare.Aggrottai le sopracciglia e spostai lo sguardo cercando di focalizzare oltre alla sua testa, contando i tavoli a partire dalla porta.
«Il secondo a sinistra o a destra?»
Mormorai mentre concentrata osservavo le varie facce che nello spostare lo sguardo mi ritrovavo davanti.«A destra, che tavoli vedi a sinistra?»
«Alla tua destra?»
Riabbassai lo sguardo su di lei inarcando il sopracciglio e lei sbuffò, voltandosi velocemente per controllare.«La mia destra, sì»
Soffiai una piccola risata schiudendo così le labbra mentre riportavo la sigaretta vicina al mio viso ed intanto, trovato il tavolo, cercavo una faccia da mezzo Svedese che potesse ricordarmi qualcosa.«Dai, vieni con me, fammi da spalla»
«Da cos- TANYA»
Sentendomi strattonare giù dal muretto urlai il suo nome bloccando la frase che prima stavo quasi per concludere, lanciando la sigaretta a terra, costretta a seguirla a passo svelto verso il tavolo mentre Paul e Cameron ci guardavano divertiti.Ci fermammo al loro tavolo e Tanya con un sorrisetto esordì dicendo:
"Fabian, si fa così a salutare?"
Al che osservai il ragazzo al quale si era rivolta che, subito dopo, si alzò dalla sua postazione e si avvicinò a lei con un piccolo sorriso sghembo, scontrandosi con la mia spalla nel cercare di passare tra me ed una sedia di un tavolo dietro, così da abbracciarla e salutarla, iniziando a parlarci.Ora sì che lo riconoscevo, alla festa di qualche giorno prima si era presentato con la stessa spallata.
Ci propose poi di sederci con loro ed accettammo, allora entrambe recuperammo una sedia ed io mi sedetti tra Tanya ed un altro ragazzo del loro gruppo, mentre lei rideva e scherzava col suo universitario.
Mi sentii bruciare la faccia tanto il ragazzo accanto a me mi guardava insistentemente, al che, dopo non molto, sbuffai e mi girai per guardarlo a mia volta.
«Ti serve qualcosa?»
Gli chiesi, forse con un tono un po' troppo duro.«Come ti chiami?»
Mi chiese in tutta tranquillità, sorseggiando poi della birra che teneva stretta tra le mani.«Amanda»
Dissi schietta, girandomi a guardare Tanya e Fabian che ancora parlavano, a macchinetta.Probabilmente si presentò a sua volta ma non lo ascoltai ed iniziai ad osservare i vari ragazzi presenti, che prima non avevo proprio calcolato, nemmeno di striscio.
Erano numerosi ed abbastanza carini, chi più e chi meno, ma si vedeva che erano più grandi di noi di almeno qualche anno.
Spostai lo sguardo in maniera continua ed abbastanza veloce sui volti dei vari ragazzi che parlavano tra loro, mentre una vocina in sottofondo mi parlava della storia della sua vita, nonostante non glielo avessi chiesto.
Ma ad un certo punto schiusi le labbra, sorpresa nel vedere una faccia familiare.
Il collo stretto della t-shirt nera, quegli occhi verdastri..
io quel ragazzo l'avevo visto al bancone del bar, poco prima di uscire.Ora stava parlando con uno accanto a lui, invece che con il barista, ma ad un certo punto girò il viso ed i nostri sguardi si incontrarono.
Probabilmente non si aspettava di ritrovarsi il mio sguardo puntato addosso, perché la sua espressione si fece più sorpresa.
Poco dopo spostò ed indirizzò lo sguardo sul ragazzo accanto a me, così da tornare a guardarmi un attimo dopo e sorridermi divertito, avendo decifrato la mia espressione scocciata che mano a mano, ora, si faceva più divertita.
Ordinarono da bere anche per noi e restammo con loro tutta la sera, dimenticandoci di Paul e Cameron che nel frattempo si erano uniti ad un gruppo di amici del paese in un tavolo vicino, che, avendo di fronte, riuscivo a vedere senza troppi sforzi.
Parlai un po' con tutti al tavolo, rispondendo alle varie domande che mi venivano fatte con tranquillità e non chalance, guardando il ragazzo di fronte a me che non mi toglieva gli occhi di dosso se non per controllare lo schermo del telefono o parlare con un suo amico li accanto.
"Daniel"
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One
Teen Fiction"per quanto inventivo possa essere il diavolo, lo schema quotidiano non variava mai" Voleva un'estate entusiasmante, voleva dare una svolta alla sua vita. Con l'inizio del nuovo anno scolastico, Amanda Miller rimpiangerà i bei vecchi tempi in cui er...