tenth

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«Chiudetevi dentro e non aprite a nessuno, noi abbiamo le chiavi, non far giocare tuo fratello con le cravatte di tuo padre, sai che finiscono male in mano sua, e ti prego, Amanda, non allagare la casa»
Tra le varie raccomandazioni di mamma mi limitavo come al solito ad annuire mentre passo dopo passo ci avvicinavamo alla porta d'ingresso.

«Va bene mamma, vedrò di darle semplicemente fuoco»
Le sorrisi divertita mentre lei spaventata seguiva mio padre fuori dalla porta.

«Fate i bravi»
Si limitò a dire, infine.
«Buona serata»
Disse Cameron alle mie spalle, tutto sorridente.

Continuando a sorridere chiusi lentamente la porta mentre vedevo i miei genitori allontanarsi e scomparire nell'auto, che poco dopo sentimmo sfrecciare sull'asfalto.

«Allora, bello, le cose stanno in questo modo»
Iniziò mio fratello con fare superiore mentre si avvicinava a Cameron in maniera buffa, nonostante non fosse l'idea che lui voleva effettivamente dare.

«Io e Amanda a questo punto prepariamo la pasta dei biscotti ed io ci faccio le lettere dell'alfabeto mentre aspettiamo le pizze che lei le paga solo sorridendo, così posso mangiarmela sul divano, davanti alla televisione, senza sensi di colpa per aver speso soldi in cose che non si chiamano 'giocattoli'»
Lo informò senza motivo, alche restammo entrambi a guardarlo confusi, per capire dove volesse arrivare.

«Ti sta bene?»
Dopo qualche attimo di silenzio in cui noi guardavamo mio fratello e lui fissava noi con le mani a mezz'aria, glielo domandò e finalmente capimmo.

Annuendo Cameron gli rispose "oh, certo che sì, ma la pizza pagata col sorriso.. Non mi convince sai".

Mio fratello prese ad indicarmi mentre saltellava all'indietro verso la cucina ed a scatti disse "Chiedi a lei, guarda che è vero".

Cameron posò gli occhi su di me ed io feci ricadere lo sguardo sulle sue labbra quando intravidi con la coda dell'occhio un piccolo movimento, infatti notai che teneva stretto tra i denti il labbro inferiore per trattenere un sorriso o direttamente una risata.

«Ti direi di venire a vedere in prima persona, stasera, ma con uno come te alle mie spalle che lo fissa non farebbe lo stesso effetto, sai»
Rimasi sul vago, girando di nuovo il viso davanti a me giusto in tempo per vedere mio fratello schiantarsi contro la sedia ed iniziare a lamentarsi per il dolore.

"Idiota", dissi spontaneamente mentre a mia volta entrai in cucina e mi avvicinai al frigo per tirare fuori il burro e le uova.

«La farina la prendo io»
Esordì Thomas, mio fratello, saltellando fino al mobile della cucina per estrarre da lì il pacchetto di farina comprato quello stesso giorno.

«Prendi anche lo zucchero»
Gli ricordai io, osservando ciò che combinava mentre Cameron restava poggiato al bancone della cucina a guardarci.

«Non penserai di restare lì a guardare, tu, vero?»
«L'idea era quella, in un certo senso»
Mormorò Cameron in risposta alla mia domanda, con fare ironico, per poi avvicinarsi a noi dopo essersi lavato le mani, seguendo le mie indicazioni alla lettera.

«Tommy hai chiamato per le pizze?»
Mi ritrovai ad urlare fuori dalla cucina visto che Thomas era corso in bagno tutto d'un tratto, mentre io infilavo la pasta frolla nel frigo.

Sentii un "No" flebile in risposta e sbuffai, rilassando le spalle.

«Chiamo io»
Disse Cameron, facendomi voltare e sorridere verso di lui.

«Grazie Cam, prendine una margherita e le patatine a parte, così è contento»
Annuì ed io mi avvicinai nuovamente al tavolo, ora sporco di farina, per ripulirlo almeno un po' visto che dopo non molto l'avremmo dovuto riutilizzare.

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