twenty•second

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«Sono tornata, Cam?»

Stanca entrai in casa dimenticandomi completamente di cosa avevo lasciato prima di uscire, mi ero fatta davvero tutta la strada a piedi a tornare, non accettando alcun passaggio, anche del ragazzo-macchinetta che non appena Tanya se la squagliò, si mise tra me e Daniel posando un braccio sulle mie spalle per propormi un viaggio sulla sua decappottabile, al che tutti risero ma io mi alzai molto velocemente e allo stesso modo salutai, senza dare il tempo a Daniel di chiedere o tentare proprio niente.

O quella tentata sarei stata io e dopo quella mattina era evidente quale sarebbe stato il risultato.

Mi accasciai sul divano dando una veloce occhiata alla cucina, notando il tavolo ancora apparecchiato.

«Cam?»
Chiamandolo per l'ennesima volta, ricevetti come risposta un tonfo.

Confusa mi alzai e mi avvicinai alle scale, sollevando lo sguardo verso il piano superiore, per poi salire in direzione di questo, gradino dopo gradino, decisa a non parlare una terza volta.

«Amanda!»
Sobbalzai nel vedere Cameron apparire alla porta di camera sua, senza maglia e con questa voce squillante con cui pronunciò il mio nome.

«Sei tornata presto»
«È mezzanotte passata Cam, i miei torneranno a momenti»
Mormorai confusa, abbassando lo sguardo per notare solo in quell'istante il cuscino che teneva ben piantato contro il bacino.

«Oh»
Mormorò, quasi incredulo mentre si girava di continuo per guardare all'interno della stanza.

Proprio in quell'istante la porta di casa si aprì di nuovo.

«Merda»
Spalancò gli occhi e rientrò in camera, correndo come un pinguino disabile nei pantaloni del pigiama e tenendo ben stretto il cuscino che poi notai volare sul letto ancora fatto.

Risi nel vedere quella scena e mi affacciai all'interno giusto in tempo per vedere la biondina infilarsi le scarpe.

«Resta qui, ci penso io»
Dissi alla ragazza, lanciando in cambio un'occhiataccia a Cameron.

Non so perché provavo gioia nel vederli in questa situazione, ma risi parecchio mentre tornai al piano inferiore.

«Oh ciao tesoro, cosa fai ancora in piedi?»
«Thomas?»
«Si sono messi a letto alle undici, ma non so quanto dormirà stanotte»
Annuii e la seguii in cucina cominciando a sistemarla, mangiato avevano mangiato, questo era sicuro.

«Avete mangiato? Cameron dov'è?»
Feci per risponderle quando il diretto interessato apparì alla porta e salutò, attirando l'attenzione di entrambe.

Mi voltai dunque a guardarlo e notai che aveva avuto la decenza di mettersi una maglia, ma l'aveva messa al contrario.

Così ripresi a ridere ma cercai di farlo nella maniera più silenziosa possibile mentre cercai di farglielo notare, quando mia madre mi precedette.

«Tesoro cosa fai con la maglia al contrario?»
Lo disse con talmente tanta disinvoltura che Cameron abbassò semplicemente lo sguardo e fece una smorfia, prima di tornare a guardare mia madre intenta a bersi il suo bicchiere d'acqua.

«Io vado a letto, tuo padre starà già russando, ci vediamo domani mattina»
Diede un bacio sulla fronte ad entrambi e sparì sulle scale, raggiungendo la sua stanza e chiudendo la porta.

«Dai, andiamo a salvare quella povera anima»
Mi avvicinai controvoglia alla porta della cucina nel tentativo di uscire quando la mano di Cameron strinse il mio polso con estrema delicatezza, fermandomi.

«Mi dispiace per stasera»
Mi voltai, lo guardai molto attentamente prima di prendere un respiro e ribattere, scuotendo il capo.

«Entrambi avevamo i nostri piani, ma la prossima volta preferirei ci mettessimo d'accordo prima, se non ti dispiace»
Mentre finivo di parlare e mi liberavo dalla presa della sua mano, un piccolo urlo attirò l'attenzione di entrambi che in un primo momento ci guardammo semplicemente, poi collegando da dove proveniva l'urlo spalancammo gli occhi e veloci ci dirigemmo al piano superiore, per entrare nella camera di Cameron e cercare la ragazza con lo sguardo, avvicinandoci poi alla finestra per vederla saltellare sull'erba fresca del giardino e correre via.

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