seventeenth

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Entrate nel locale prendemmo posto al tavolo che aveva prenotato, già occupato da altri invitati che salutai uno ad uno, conoscendoli.
Mi sedetti un po' con loro non riuscendo però a pensare ad altro che a Cameron e Duncan.
Credevo che non lo volesse più vedere, ma probabilmente avevo frainteso ed ora la preoccupazione era tornata.
Rigirai tra le dita il telefono continuando a sbloccare e bloccare lo schermo per controllare l'arrivo di messaggi o chiamate, ma niente.

Al primo giro, Martha versò a tutti uno shot di vodka liscia ed accennammo un "alla salute" prima di buttar giù tutto d'un sorso il contenuto del bicchierino di vetro, sentendo la gola scaldarsi ed in seguito lo stomaco, il che mi fece strizzare gli occhi mentre appoggiavo il bicchiere vuoto sul tavolo.
Guardai Martha e le feci segno che sarei tornata subito, così mi alzai e mi incamminai verso la porta che mi avrebbe permesso di uscire, lontana dalla musica ma soprattutto dalle persone, mentre componevo in fretta e furia il numero di Cameron sulla tastiera del cellulare, per poi chiamarlo.
Posandolo contro l'orecchio ed ascoltando risultò occupato, dunque riattaccai sbuffando.
Mi spostai lungo il marciapiede camminando avanti e indietro mentre pensavo a cosa fare, ansiosa come al solito, sperando mi richiamasse.

Mi guardai un po' intorno cercando di tranquillizzarmi e notai un piccolo bar affollato, dall'altra parte di un parcheggio immenso di fronte al locale in cui stavo io.
Vidi una macchina arrivare e mi venne spontaneo sbirciare all'interno, chi stesse guidando.
Fu così che notai una faccia familiare anzi, due nei sedili di fronte ed una sola in quelli posteriori.
Daniel guidava, affiancato da Fabian che, giustamente, si era portato Tanya.

Mi voltai di scatto sperando in parte che Tanya non mi avesse vista, così rientrai nel locale e mi feci strada tra le persone che ballavano per raggiungere il tavolo dal quale me ne ero andata poco prima, sedendomi di nuovo e trovando il mio bicchierino pieno di nuovo, ora di tequila, così lo presi e lo svuotai, facendo una piccola smorfia prima di riabbassare lo sguardo e notare altri due shottini incustoditi, che presi subito e deglutii uno dietro l'altro, senza pensarci.
L'ansia mi stava facendo fare cose senza ragionare e, anche se non era la prima volta, farlo a pancia vuota non era una buona idea.
Decisi di alzarmi con tutti gli altri quando lo fecero per andare a ballare, ma non mi andava di strusciarmi in quella massa di sudore, così tornai fuori, traballando leggermente ad ogni passo.
La testa cominciava a girare, non forte, ma la sensazione non mi dispiaceva affatto, mi rallegrava, mi sentii più spensierata.
Uscii dunque all'esterno e l'aria fresca mi fece tremolare le gambe nude, obbligandomi a muovermi tra le macchine parcheggiate per non farci caso.

«Amanda»
«Daniel?»
Mormorai confusa, dopo essermi girata verso la voce che mi aveva nominata, aggrottando le sopracciglia mentre cercavo di distinguerlo nel buio.

«Che cosa ci fai qui?»
«Questo dovrei chiedertelo io, anzi, dovrei chiederglielo io»
Sospirò e si avvicinò a me, guardandomi negli occhi e, poco dopo, aggrottando le sopracciglia.

«Hai bevuto?»
«Non troppo»
Mormorai convinta, scuotendo il capo.
Per un breve istante persi l'equilibrio, barcollando leggermente, ma le sue mani afferrarono le mie spalle e mi tennero ferma, al che mormorai "Grazie", senza però sostenere il suo sguardo.

Accennò una risata, lasciando trasparire della preoccupazione, per poi riprendere a parlare.
«Amanda, ti riporto a casa»
«No, scherza? Non posso, e poi ho detto che avrei dormito da Martha stasera, devo tornare dentro»
Conclusi, indicando il locale alle mie spalle.

«La smetti di darmi del lei?»
«Ma è il mio professore..»
Mormorai, facendolo risultare palese.

«Vieni con me, su»
Disse, afferrandomi per un braccio ed accompagnandomi fino alla sua auto, nella quale mi fece entrare.
Mi sedetti al posto del passeggero ed allacciai la cintura, sorridendo senza alcun motivo non appena lo vidi prendere posto al volante.

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