Capitolo 11

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I raggi caldi del sole penetravano dalle pallide finestre dell'enorme vetrata ai piedi del letto, e furono così accecanti da impedirmi di poter dormire oltre. Aprii gli occhi e ricordai la sera prima, quando Kendall mi aveva proposto di passare lì la notte ed io non esitai ad accontentarlo. Ricordai di essermi addormentata fra le sue braccia, ma adesso il suo posto era vuoto.

Poggiai il palmo della mano sulla fronte, e mi stiracchiai per quanto possibile. Decisi in fine di scendere al piano di sotto per vedere che fine avesse fatto.
Cercai di non far scricchiolare nessuno dei gradini della scalinata, mentre attentamente mi guardavo attorno.

Sentii fischiettare nella cucina e curiosa mi avvicinai. La scena che trovai davanti fu esilarante, Kendall con un grembiule da cuoca che cercava di girare le frittelle facendole saltare all'interno della padella, il tutto accompagnato da occasionali movimenti di bacino.
Fu allora che la mia risata mi tradì rendendo evidente la mia presenza.

"oh, sei già sveglia!" sorrise. Mi stropicciai un occhio e mi avvicinai a lui abbracciandolo da dietro arrivando all'altezza delle sue spalle "spero tu abbia fame!" concluse

"mmh mmh" mugugnai e lo sentii ridere "c'è un odore fantastico in tutta la casa"commentai lasciandogli un bacio sulla guancia e cercando dei piatti nella credenza, ma una mano mi impedì di raggiungere il mio scopo "Kendall" risposi sbuffando

"ci penso io, sta tranquilla.. va a sederti e rilassati" mi consigliò

"ancora con questa storia? Te l'ho già detto che non mi disturba per niente aiutarti" gli ricordai

"ci penso io" ribadì

"agli ordini" sbuffai andandomi a sedere al bancone aspettando di essere 'servita' da Kendall.

La sera prima avevo paragonato i gusti di Kendall a qualcosa di estremamente poetico, ma adesso, guardandolo fischiettare intento a cucinare, mi resi conto di quanto lui stesso fosse poesia. Anche nella musica, quando lo accompagnai in studio e lessi un paio di testi da lui scritti, mi meravigliai di come sapesse usare bene le parole e di quanto, anche la sua anima, fosse un'anima antica come i suoi gusti.
Non in senso negativo. Lui era intenso. E lo era anche la sua bellissima mente.

Improvvisamente sentii il mio telefono squillare e subito mi diressi verso il divano, esattamente dove lo avevo lasciato la sera prima.

"pronto? Oh ciao Jame.. no, non l'ho dimenticato.. non lo so, che ore sono adesso?... vogliamo fare fra un'ora?.. perfetto.. aspetta, dove?.. no, a dire il vero non so dove sia .. oh, d'accordo.. si certo, nessun problema.. ok a dopo.. ciao" chiusi la chiamata e ascoltai i messaggi lasciati in segreteria, erano tutti di Ciara che diceva cose del tipo "voglio fidarmi di te, ma se ti tocca lo ammazzo" o anche "voglio bene ad entrambi ma potrei uccidervi con facilità, quindi fate i bravi"..

"chi era?" spuntò Kendall dalla cucina

"era James" risposi posando nuovamente il telefono sul divano "è pronta la colazione?" camminai verso di lui per poi superarlo ed entrare in cucina

"perché James ti ha chiamata? Alle 8 di mattina, oltretutto?" sembrava perplesso, forse geloso

"gli ho promesso che saremmo usciti oggi, voleva farmi fare un giro per la città" risposi

"avrei potuto portarti io a fare un giro" commentò.. si, era gelosia

"Kendall, non stiamo parlando di un ragazzo appena conosciuto, è James.. sta tranquillo" dissi poggiando la mia mano sopra la sua.

"non è questo.. è che.. non abbiamo passato molto tempo insieme ultimamente.. a parte ieri sera, ovvio" si giustificò

"dispiace anche a me, ma è la realtà dei fatti.. siamo entrambi molto impegnati" mi sorrise debolmente e fu lì che terminò la nostra conversazione.. nessuno sapeva più cosa aggiungere.

Remember Me || Kendall Schmidt vs James MaslowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora