5. Mobilità e aderenze

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P.O.V Spencer

"Mmh" il ragazzo si lasciò sfuggire finalmente un gemito di dolore, non riuscendo più soltanto a controllare la sua respirazione pesante, come aveva fatto fino ad ora.
Aveva resistito più di quanto mi sarei aspettata.

Mi faceva star male solo vederlo soffrire in quel modo. Nonostante si trattasse di Niall Horan, era pur sempre un ragazzo che stava soffrendo a causa di un ginocchio difettoso.

Quando quella mattina era arrivato nel mio ufficio inoltre, le mie aspettative erano cambiate subito. Mi sarei aspettata un Horan arrogante e difficile da trattare, come al solito. E invece dovetti affrontare un Horan silenzioso, con le occhiaie e le sopracciglia corrugate in un cipiglio.

Aveva firmato un paio di documenti e poi aveva voluto iniziare subito. E io gli ero stata grata per quello.

Adesso stava disteso sul mio lettino, a pancia in giù e con le braccia sotto al viso.

Avevo la sua gamba tra le mani e stavo cercando di fare il possibile per non prolungare il suo dolore.

"Lascia la gamba morbida" gli dissi e sentii perfettamente il momento in cui tornò a rilassarsi.
E in quel momento mossi la sua gamba con un movimento secco ma attento. Crack.

"Aaaah" aveva cercato di soffocare quel grido di dolore, ma non era riuscito perfettamente nel suo intento. Potevo vedere le sue spalle che tremavano.

"Ok, sono riuscita a rompere anche questa aderenza, Niall. Direi che per oggi è abbastanza" distesi di nuovo la sua gamba e lui cercò di tirarsi su cautamente.

Gli porsi una mano e lui l'afferrò per aiutarsi, ma senza incrociare il mio sguardo. Riuscivo a vedere i suoi occhi lucidi, ma non glielo feci pesare in nessun modo. Sapevo quanto potesse essere doloroso quel trattamento.
Non bastava solo la mobilità per lui, dato che dovevo sbrigarmi.
Solitamente per un paziente normale avrei tolto un'aderenza per volta. O avrei usato un altro tipo di procedura, più lunga e meno dolorosa. Ma in quel caso proprio non potevo. E così gli avevo tolto due aderenze in una solo seduta.

Mentre Niall si rivestiva, andai alla mia scrivania, per appuntare i progressi di quel giorno. Per essere il primo non era andata affatto male.

Niall mi raggiunse e si sedette sulla solita sedia di fronte a me, quella di sinstra.

"Allora, Niall. Hai provato a fare gli esercizi che ti avevo scritto per messaggio?".

Lui annuì.

"Li hai capiti tutti?".

E dopo un'ora di lavoro finalmente l'Horan scontroso e antipatico tornò a galla. "Credo di sì. Insomma, era scritto in inglese, no?".

Lo guardai un attimo in silenzio, prima di dire: "Prendi qualcosa per il mal di testa?".

Niall mi guardò sorpreso. Ma sinceramente chiunque lo avesse guardato, si sarebbe accorto che aveva anche quel tipo di male.

"No. Sto prendendo già troppa roba".

Io annuii e continuai con le domande. "Quanto dormi a notte?".

Il ragazzo sospirò e si passò una mano sugli occhi. "Non lo so. Troppo poco. Forse quattro, cinque ore se tutto va bene".

"Dovresti dormire di più".

E lui mi fulminò con lo sguardo. "Pensi che non vorrei? Ma il ginocchio mi uccide. Non riesco a dormire".

Io incrociai le mani sulla scrivania. "Ci sono tanti metodi naturali per il mal di testa, Niall".

"E magari funzionano?" mi chiese scettico.

Avrò Cura Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora