P.O.V. Niall
"Che significa che non vuole più allenarmi? No! Abbiamo ancora due settimane!" adesso stavo urlando contro Mark, che non aveva alcuna colpa. Mi sembrava giusto, sì.
Ma Spencer non poteva prendere quelle scelte senza avvertirmi e pretendere che mi andassero bene.
"Te l'ho detto, Niall. Pensa che possa benissimo farlo io. Il suo lavoro adesso è finito" ripeté Mark, cercando di farmi tornare a fare l'esercizio.
"No! Non è finito affatto! Cosa non le è chiaro del: abbiamo due settimane ancora prima del tour?" chiesi, passandomi una mano tra i capelli in modo esasperato.
Non poteva abbandonarmi proprio allora. Eravamo quasi al traguardo, ma lei voleva lasciar andare la mia mano.
Sei sicuro che l'abbia mai tenuta la tua mano, Niall? Quel pensiero cattivo mi faceva stare ancora peggio.
"Non so cosa dirti, Niall. Mi dispiace, ma io non posso fare nulla. Quindi non prendertela con me e torna a lavorare" mi ordinò Mark, ma io non mi mossi.
"Perché non vuole capire?" dissi tra i denti, parlando più con me stesso che con Mark.
"Perché è testarda, Niall. Va a sbattere sempre contro gli stessi muri". Non credevo che Mark mi avrebbe risposto a quella domanda sinceramente.
"Non hai neanche provato a convincerla, vero?" gli chiesi, sospirando.
Mi sentivo come se fossi stato su una barca ferma e immobile al centro dell'oceano completamente piatto e calmo. Avevo bisogno di fare qualcosa. Era arrivato il momento di farlo. Tra due settimane sarei andato in America con i ragazzi e allora sì che sarebbe stato troppo tardi. Di conseguenza avrei dovuto aspettare altre due settimane prima di rivederla e sapevo perfettamente quanto potessero essere lunghi quindici giorni. Spencer avrebbe potuto cambiare pensiero almeno una ventina di volte.
Sempre se non avesse già un'idea. Andiamo, le avevo chiesto di venire in tour con me. Era così difficile da capire? Al diavolo il consiglio di Jake. Dovevo scendere da quella barca di legno e arrivare alla terraferma, anche a costo di dover nuotare faticosamente.
Probabilmente annegherai. Il mio cervello continuava a mostrare troppe reazioni di Spencer a quello che le avrei voluto dire. Ed erano tutte negative.
E inoltre continuava a pulsarmi nel cervello un nome: Benjamin. Chi diavolo era quel tipo che suo fratello aveva nominato e mi aveva detto di scordare? Era lui la causa di quella cecità di Spencer?
Me ne vergognavo parecchio, ma la mia esasperazione mi aveva portato a fare una ricerca su internet digitando il nome della mia fisioterapista. Non mi aveva dato molto, a parte l'incidente ai campionati Assoluti di ginnastica artistica e informazioni sul suo lavoro attuale. Nessun Benjamin veniva nominato da nessuna parte.
Cosa credevi? Che trovassi anche il suo colore preferito, come ci sta scritto per te e i tuoi compagni di band? No, Spencer era una persona normale. Non un componente dei One Direction. Una persona normale con una vita normale e la privacy normale.
'Quella che tu non hai, amico. E neanche noi'. Per una volta la voce di Louis non era risultata cattiva, ma compassionevole e solidale.
"No. Perché non sarebbe servito a nulla, lo so" la voce di Mark mi fece tornare alla realtà. Poi sospirò. "Devi comunque andare in studio da lei. Per firmare le ultime carte e i pagamenti vari" terminò, non sapendo cos'altro dirmi.
"Sì, devo andare da lei" ripetei, perdendomi con lo sguardo nel vuoto. Dovevo andare da lei e risolvere quella dannata situazione. Una volta per tutte.
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Avrò Cura Di Te
FanfictionNiall odiava molte cose in quel periodo: odiava il suo ginocchio, odiava le persone che continuavano a chiedergli come stesse. E odiava chi non svolgeva bene il proprio lavoro. Lo scetticismo che prevalse in lui quando si ritrovò davanti quella rag...