P.O.V. Niall
Sospirai. Non ce l'avrei mai fatta. Continuavo a guardare il mio ginocchio: la cicatrice era arrossata e il muscolo del quadricipite ancora inesistente. Di questo passo non ce l'avrei mai fatta.
Non mi ero neanche accorto che Spencer era entrata in palestra. "Ehi, che stai facendo?" mi chiese poggiando i gomiti all'attrezzo che stava accanto alla panca sulla quale stavo seduto e sporgendosi verso di me.
Io scrollai le spalle. "Niente".
"Cos'è quel muso?".
Scrollai le spalle una seconda volta.
"Niall, vedo che c'è qualcosa che non va. Avanti, dimmi cos'è" il suo tono era così dolce che mi chiesi se stessi effettivamente parlando con Spencer Morgan. Magari stavo sognando.
"Sinceramente? Mi sento demoralizzato" risposi allargando le braccia e sospirando.
Lei piegò la testa di lato. "Perché?".
"È già passato un mese dall'operazione e io mi sento come se fossi ancora al punto di partenza. Non ce la farò mai a recuperare" spiegai, abbassando lo sguardo per terra.
Lei allungò il braccio verso di me e mi diede un colpetto con la mano sulla testa. "Ehi, non dirlo. Sei già a buon punto invece, Niall".
Io la guardai speranzoso, mordendomi il labbro. "Dici?".
Spencer mi sorrise. "Sì. Non credo che riuscirai ad essere perfettamente a posto per il diciannove, ma ti assicuro che per l'inizio del tour sarai come nuovo".
"Cosa c'è il diciannove?" chiesi, guardandola confuso.
"Certo che sei molto informato sul tuo lavoro, mostro" mi prese in giro. "I Brits Awards".
Oh, giusto. Dannazione. Il mio cervello aveva praticamente rimosso quell'evento. Avevo un'ansia incredibile al riguardo. Non volevo che la gente mi vedesse in quelle condizioni.
"Oh, sì. I Brits..." dissi, sospirando.
"Che entusiasmo, mostro. E poi abbiamo un mese di lavoro in più adesso, non sei contento?".
Avevano spostato l'inizio del tour ad aprile, piuttosto che a marzo come avevano preventivato all'inizio. Non sapevo se fosse per me e il mio recupero o per altre questioni. Ma in quel modo avevamo sicuramente del tempo in più.
"Come una pasqua".
Spencer continuò a fissarmi in silenzio.
"Hai chiarito con tuo fratello?" chiesi allora, senza incrociare il suo sguardo e poggiando le mani sulle mie ginocchia.
"Sì".
Io sbuffai. "Sapevo che l'avreste fatto. E che l'unico a prenderla nel culo sarei stato io" dissi, pensando alla sofferenza che mi aveva inflitto sabato. Era stato un bene che il giorno dopo fosse stato domenica e che quindi non dovessi vederla.
Dopotutto l'ultimo giorno della settimana era l'unico in cui non ci vedevamo.
Era passato appena un mese, ma sinceramente a me sembrava un secolo. La conoscevo da così poco, ma pensavo di averci passato già troppo tempo insieme."Che finezza, Horan" mi disse lei storcendo la bocca e io ridacchiai nervosamente.
"Non puoi dire di avermi trattato bene sabato".
"Ti ho inculato?". Perché doveva farmi venire quelle immagini nel cervello? Ok, ero stato io a usare quel termine, ma metaforicamente. Detto da lei suonava in modo diverso e nel mio cervello spuntavano immagini poco pulite.
STAI LEGGENDO
Avrò Cura Di Te
Hayran KurguNiall odiava molte cose in quel periodo: odiava il suo ginocchio, odiava le persone che continuavano a chiedergli come stesse. E odiava chi non svolgeva bene il proprio lavoro. Lo scetticismo che prevalse in lui quando si ritrovò davanti quella rag...