18. Depongo le armi

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P.O.V. Niall

Respiravo a fatica. "Dio, Niall". Continuavo a guardare il suo viso stravolto dal piacere e il suo corpo leggermente sudato.

"Cazzo". Le nostre mani intrecciate, mentre continuavo a muovermi avanti e indietro. "Sì".

"Niall". Mi scossi dal mio torpore, guardando Liam che mi aveva messo la mano davanti agli occhi e aveva fatto schioccare le dita.

"Cosa?" chiesi, sistemandomi meglio sul sedile dell'aereo. Preferivo decisamente quando ci muovevamo tutti insieme come quella volta, perché significava avere il jet privato e la privacy più totale.

"Stai bene? È da un po' che ti sei isolato nel tuo mondo".

Io annuii. "Stavo solo pensando".

"A cosa?" chiese Zayn, stravaccato sul sedile sul lato opposto al mio. Evidentemente stava ascoltando.

"A niente" dissi e Liam rise.

"Mmh, argomento interessante" mi derise Zayn, passandosi una mano tra i capelli scuri.

Sospirai e decisi di tornare ad ignorarli. Liam si sedette sul sedile di fianco al mio, ma prestò attenzione al suo cellulare e a Zayn, piuttosto che a me. Fui grato ad entrambi per il fatto che non mi avessero chiesto altro. Guardai fuori dal finestrino le nuvole bianche che ci circondavano, non facendomi vedere praticamente nulla.

Come avrei potuto rispondere se avessero insistito nel sapere? 'Ho passato la notte più bella della mia vita con una donna che desideravo da mesi. Solo che quando mi sono svegliato, il letto era vuoto'.

Sospirai. Sarei dovuto essere contento. Stava iniziando il nuovo tour dopotutto, no? Il mio ginocchio andava alla grande e sarei potuto stare perfettamente sul palco. Ricordai l'ultima visita che mi aveva fatto Spencer, prima di finire i nostri ultimi allenamenti.

"È perfetto, Niall. La nostra missione è stata portata al termine con successo" disse, mentre stavo seduto sul lettino senza i pantaloni.

Io sorrisi e lei mi diede il cinque. "Continuerai a fare esercizi in palestra con Mark. Anche e soprattutto durante il tour. Ci saranno momenti in cui ti farà male: i voli aerei, cambiamenti di pressione e temperatura. Tutto normale. In quel caso ghiaccio e se diventa insopportabile anche qualche antidolorifico".

Io annuii e mi rivestii, mentre lei prese le ultime carte da firmare. Era il momento di chiudere i conti.

Ginocchio difettoso o meno, sarei dovuto essere contento per la nostra nuova, sebben monotona, avventura qual era il WWA Tour.

E invece no, continuavo a pensare al fatto che quella fuga di Spencer significasse solo una cosa: aveva deciso di accettare il lavoro in Canada. E dopotutto, glielo avevo consigliato anche io, no?
Prima di portarmela a letto sì, ma lo avevo comunque fatto.

E lo sapevo. Mi sentivo così tanto che fosse in quel modo.

Quello che ti ha dato ieri notte era solo il vostro saluto d'addio.

Forse era meglio se non me lo avesse dato quel tipo di addio. Perché sapevo che più sarebbe passato il tempo, più io sarei stato male.

Ti ha dato quello che volevi però. Dovresti accontentarti. Di quel semplice assaggio.

Avevo così tanti conflitti interiori dentro di me, che l'unica cosa che riuscivo a fare era quella di sospirare abbattuto.

Non sapevo neanche se dovevo contattarla, ma speravo e preferivo che fosse lei a farlo per prima.

Morirai di vecchiaia.
Lo so.
È uscita dalla tua vita probabilmente.
Lo so.
Devi dimenticarla.
Lo so.

Hai solo giocato con il fuoco, Niall. Ti sei bruciato per bene, ma hai imparato e adesso devi lasciare che le tue ferite guariscano. È l'unico modo. Goditi il tour e non pensare a Spencer Morgan.

Avrò Cura Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora