8. Sfogo ingiustificato

9K 502 82
                                    

P.O.V. Niall

Quando quel pomeriggio Spencer Morgan non si era presentata in palestra per la nostra seduta di riabilitazione, pensai subito che qualcosa non andasse.

Era la prima volta che mi dava buca in quel modo e sinceramente ero rimasto deluso.

"Mi ha lasciato scritto tutto ciò che dobbiamo fare oggi, quindi nessun problema" mi aveva detto Mark, prima di battere le mani e decretare l'inizio dell'allenamento.

"Sta bene?" gli avevo chiesto ad un certo punto, durante i minuti di recupero, mentre mi massaggiavo delicatamente il quadricipite.

"Sì, sta bene" aveva risposto lui, muovendo la gamba su e giù per la noia.

"E allora perché non è venuta?".

"Quaranta secondi" mi aveva avvisato, volendo che iniziassi a mettermi in posizione per l'esercizio.

"Posso farti una domanda, Mark?" avevo chiesto una volta che l'esercizio era iniziato di nuovo, senza insistere sulla domanda alla quale non aveva volutamente risposto.

Lui mi aveva fatto solo un cenno d'assenso e io avevo proseguito: "L'altro giorno mi hai detto che non dovevo dire a Spencer certe cose, perché non la conosco. E questo è vero. Non so praticamente nulla di lei..." ma Mark mi aveva interrotto alzando una mano.

"Spencer non è una persona che si fida facilmente della gente, Niall. È scettica e dannatamente testarda. Ha una capacità ammirevole di chiudere la gente fuori dal suo mondo. E come ti ho già detto una volta, lei non dimentica. È per questo che non ho intenzione di dirti una parola sul suo conto. Deve essere lei a farlo. Io mi sono guadagnato la sua fiducia anni fa. Fallo anche tu".

Quel discorso mi aveva fatto riflettere parecchio. Mi ero accorto della sua strana reazione quando giorni prima avevo fatto quel commento sul mio ginocchio.

Ognuno ha la sua storia, che sia semplice e banale o più artificiosa e complessa. Ma ero sicuro che quella di Spencer facesse parte della seconda categoria. E io ero sempre più curioso di sapere quale fosse.

Guadagnarsi la sua fiducia. Sospirai. Beh, di quel passo non ce l'avrei mai fatta, ad essere sinceri.

Mi riteneva solo un ragazzino ricco e sbruffone. "Ma io non sono così" mi dissi guardandomi nello specchio del bagno. "E voglio dimostrarglielo". Sì, ci avrei provato.

-

Ero stato privato della sua presenza solo per un giorno e nonostante tutto, quando il giorno dopo era tornata in palestra, un senso di sollievo mi aveva pervaso.

È solo perché temi di non riuscire a recuperare, mi suggerì la voce malefica.

O forse c'è qualcos'altro sotto, Niall. Pensa. Perché la voce angelica non andava dritto al sodo come l'altra e non mi faceva capire tutto subito?

Sta di fatto che il sorriso che si era formato sul mio viso quando lei era entrata lì, venne spazzato via in pochi secondi dato che lei non aveva nemmeno salutato e aveva gettato la borsa in un angolo.

Il suo volto era scuro e le sue sopracciglia erano corrugate. Sembrava così arrabbiata. Furiosa.

"Iniziamo" era stata l'unica parola gelida che era riuscita a pronunciare.

"Ma ciao anche a te, dolce Spencer. Come va?" dissi io, sollevando un sopracciglio, mentre il fastidio si impossessava di me.

Mi aveva lasciato da solo per una giornata e quando era tornata aveva quell'atteggiamento intollerabile per chiunque. La mia reazione era più che giustificata.

Avrò Cura Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora