29. La mia forza

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P.O.V. Niall

Sentirsi al posto con il mondo dopo anni e anni si stava rivelando una delle cose più soddisfacenti che avessi mai provato.

Quando sai che stai facendo la cosa giusta e non hai più paura di niente. Delle possibili conseguenze delle tue azioni, perché sai che le affronterai con una mentalità che non avevi mai avuto prima. Con il sorriso sul viso e con le persone che ami al tuo fianco. Perché loro sono la tua più grande forza.

Thomas e Spencer erano la mia. E io non potevo che sentirmi grato di averli con me.

Non era stato affatto difficile dimenticare quegli anni che avevo perso, rimpiazzando quei vuoti con tantissimi ricordi nuovi, felici o un po' meno. Ma decisamente preziosi.

Non avrei mai dimenticato, per esempio, il momento in cui io e Spencer ci eravamo baciati per la prima volta davanti a Thomas. Dopo la nostra riappacificazione avevamo fatto passare qualche giorno prima di mostrare a nostro figlio il passo avanti che avevamo fatto, perché non volevamo spaventarlo o confonderlo più di quanto non fosse già. Spencer gli aveva detto che una volta che avesse scoperto la risposta della fatidica domanda del "mamma e papà si amano?" glielo avrebbe fatto sapere, ma noi avevamo ritenuto che mostrarglielo con i fatti sarebbe stato decisamente meglio.

Avevamo iniziato con le carezze e i tocchi casuali quando passavamo l'uno accanto all'altro. Le risate e le conversazioni da normali genitori, da coppia affiatata. E magari nostro figlio non avrebbe notato quella differenza, ma per me e Spencer era un passo importante.

E poi c'erano i baci indispensabili di saluto o della buonanotte quando Thomas non era davanti a noi. 

O fare l'amore quando lui era a scuola o quando Liam e Jane, o Louis ed Harry, si occupavano del nostro pargolo, lasciandoci i nostri spazi e la nostra intimità.

Questi momenti avvenivano sempre durante il giorno. E mi veniva quasi da ridere a pensare che avremmo dovuto usare soltanto quegli spazi, date le nostre esperienze future qualche anno dopo. Era stato veramente traumatico essere interrotti durante la notte da nostro figlio che piangeva ai piedi del nostro letto. Dannazione, non ce ne eravamo neanche accorti. E ancora allora mi chiedevo perché lui si fosse svegliato: avevamo fatto troppo rumore? Spencer aveva usato troppo la voce? O si era solo svegliato per caso dopo un sogno poco tranquillo? Sta di fatto che Thomas non mi aveva rivolto la parola per un giorno intero, convinto che quella sera stavo facendo del male alla sua mamma.

Lei ci aveva riso parecchio, nonostante io continuassi ad insultarla e a borbottare irritato. "Non se l'è mica presa con te Thomas" avevo ripetuto talmente tanto che lei si era decisa a parlare con nostro figlio, cercando di spiegargli che era un modo in cui io e lei ci amavamo e che non gli avevo fatto per niente male. Solo allora mio figlio era tornato a parlare con me e a ricercare il mio contatto.

Morale della favola: la notte si usava solo per dormire o per eventuali coccole con il pigiama addosso. Niente di più.

Ma tornando al nostro primo bacio davanti a Thomas: uno dei ricordi più belli che avevo conservato nel mio cervello.

Quando quel pomeriggio dopo una giornata stressante in studio era entrato in casa e Spencer si era avvicinata a me, non aveva neanche riflettuto sul fatto che Thomas fosse lì a colorare un disegno per me che non era riuscito a finire prima del mio rientro. Era per quella ragione che non mi era corso incontro come al solito, nonostante mi stesse guardando, colorando così fuori dal bordo. Ma era proprio per quella sua mancanza che avevo baciato Spencer senza pensare. Come se fosse le cosa più normale sulla terra. E Thomas aveva gridato felicemente, prima di lasciar cadere il pennarello che aveva in mano e che gli aveva colorato le dita di verde ed era corso verso di noi, afferrando così le nostre gambe.

Avrò Cura Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora