17. Prenditi cura di me

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P.O.V Niall

"A che pensi?" chiesi, guardandomi le mani. 

Avevamo appena finito l'allenamento e io e Spencer eravamo seduti per terra, schiena contro schiena.

Quando la sera prima avevo ricevuto il suo messaggio con su scritto 'ci vediamo domani in palestra' avevo tirato un sospiro di sollievo. Avevo passato troppo tempo negli ultimi giorni a cercare una soluzione, ma sembravo non trovarne da nessuna parte.

Ma adesso mi aveva contatto lei. E nella settimana che era rimasta sarei potuto riuscire a concludere qualcosa, no?

Le sue occhiaie però, mi avevano preoccupato. Quel litigio nel suo ufficio non era stato buono per nessuno. Continuavo a ripensare alla sua faccia ferita quando Jake le aveva rifilato quelle parole. E a cosa mi avesse detto suo fratello una volta usciti dall'ufficio.

"Rinuncia. Tanto lei non cambierà mai. Forse dovrei farlo anche io". Quelle parole avevano fatto male persino a me, che non c'entravo nulla nel rapporto dei due fratelli.

Ma non avrei ascoltato Jake. Io non avrei rinunciato a lei. Perché se quel mi dispiace pronunciato da lei con le lacrime agli occhi quel pomeriggio nel suo ufficio era sincero, significava sicuramente qualcosa.

"A niente" mi rispose, tirando un sospiro più profondo rispetto agli altri e che io sentii bene dato che le nostre schiene erano a contatto.

Non la guardavo negli occhi e forse quello era un bene.

"Hai risolto con Jake?".

"No".

Quella volta fui io a sospirare.

"Posso farti una domanda? Anzi, due..." dissi e lei appoggiò per un secondo la testa alla mia.

"Te ne concedo solo una". Non mi piaceva il modo in cui si stesse approcciando a me quella mattina. Non perché mi stesse trattando male, ma sembrava quasi che fosse tornata indietro. Al periodo in cui non si fidava di me.

"Chi è Benjamin?". Forse a questa domanda mi avrebbe risposto. Magari era più leggera rispetto all'altra.

Lei si mise a ridere. "Qual era l'altra domanda, Niall?".

"Vuoi saperla davvero?".

Lei rimase in silenzio per qualche secondo, prima di darmi una risposta affermativa.

"Cosa è successo con tuo padre l'altro giorno?". E ovviamente fece il contrario di ciò che avevo pensato. Rispose a questa piuttosto che a quell'altra domanda.

"Sta perdendo tutto. Sua moglie sta morendo. È malata e io non so neanche di cosa. Probabilmente Jake lo sa. Sta vedendo sua moglie che si spegne a poco a poco. La sua figliastra si è sposata l'anno scorso e si è trasferita in un'altra città. Si è reso conto di aver perso tutto" mi rispose, poggiando le mani per terra e mettendosi meglio a sedere.

"Pensi che lo meriti?" mi sentivo quasi uno psicanalista. Ma sapevo che se non le avessi fatto quelle domande non si sarebbe aperta con me. Dovevo sempre spingerla per tirarle fuori qualche parola in più. Quello che avevo ottenuto finora era già un traguardo.

"Non lo so" sussurrò. 

"Vuoi perdonarlo?".

"Non lo so" sussurrò di nuovo.

Staccai il contatto con la sua schiena e mi voltai per guardarla. Continuava a darmi le spalle e non aveva intenzione di girarsi. Così mi posizionai dietro di lei e le passai un braccio intorno, sistemandomi in modo che Spencer fosse tra le mie gambe aperte.

Avrò Cura Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora