"Quel sorriso dice tutto."

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Tornai a casa solo perché fui costretta da mia madre, unico essere vivente che era in grado di incutere terrore anche attraverso il cellulare.

Voleva semplicemente che restassi a casa con mio fratello per controllarlo : Ricky non amava stare chiuso in casa. Non appena la casa si svuotava, usciva di nascosto per andare a passare la serata con i suoi amici e spesso anche con le sue amiche. Non sapevo e nemmeno volevo sapere che cosa combinasse durante uno di quei incontri.

In ogni caso, la settimana prima la mamma l'aveva finalmente scoperto e perciò avevo l'incarico di controllarlo e per sua sfortuna io ero quel genere di sorella che amava esercitare il proprio potere sul fratello minore. Infatti, il 'povero' Ricky non era uscito per tutta la settimana e la rabbia la manifestava chiaramente con le sue azioni.

<<Per mezz'ora! Che ti costa?>> continuava ad insistere.

Faceva sempre così: insisteva e mi seguiva per tutta la casa nella speranza di riuscire a farmi cambiare idea, ma la verità è che se mi mettevo qualcosa in testa, nessuno riusciva a farlo. Solo Dylan, ma raramente.

<<La mamma ha riposto tutta la sua fiducia in me. Non posso deluderla>> 

<<Posso ricambiare il favore! Di cosa hai bisogno?>> l'ennesimo ricatto.

<<Ricky, smettila. Non deluderò la mamma solo perché tu hai bisogno di vederti con qualche tua amichetta.>> dissi scorrendo con gli occhi la lista dei tipi di pizza che avrei potuto ordinare.

Sentivo che sarebbe stata una serata parecchio lunga soprattutto grazie a mio fratello e alle sue continue richieste. Già, per tutta la serata non fece altro che ricattarmi e addirittura provare a scappare di casa, ma senza raggiungere il suo obiettivo. Fui costretta a chiuderci in salotto a guardare uno dei soliti film noiosi che danno in televisione, dato che anche l'internet caricava i film con una lentezza che ti faceva solo venire la voglia di buttare fuori dalla finestra e il computer.

<<Stiamo veramente guardando questo schifoso film di fantascienza con gli zombie?>> domandò ad un certo punto.

<<Gli zombie non sarebbero roba da ragazzi?>>

<<Non a questa età>> borbottò.

Non sopportavo vederlo in quel modo, ma se lo meritava. Fin da piccola avevo sempre preferito avere un fratello, grande o piccolo non aveva importanza, per avere qualcuno che potesse  proteggermi e starmi accanto quando sarebbe diventato più grande. Peccato che Ricky non sembrava uno che pensava in particolar modo alla povera sorella che era costretta a passare la serata a tenerlo d'occhio solo per non farlo finire nei guai. Anche io avrei avuto di meglio da fare, eppure ero ancora lì a guardare la televisione con mio fratello che sembrava particolarmente arrabbiato, turbato, infastidito e tante altre cose che non promettevano sicuramente bene.

Il cellulare squillò e risposi immediatamente quando vidi che sullo schermo erano comparse le cinque lettere più belle del mondo:<<Ehi, Dylan>>

<<Hai novità? Hai saputo qualcosa da Caroline?>>

Gli avrei volentieri risposto 'Caro Dylan, puoi anche andartene a quel paese se mi hai chiamata solo per questo motivo'. La sua domanda mi fece a dir poco imbestialire e giuro che se non si fosse trattato di lui, la chiamata si sarebbe conclusa da tempo ormai.

<<Sì.>>risposi diretta. Sapevo che non avrei dovuto farlo, sapevo che mi sarei rimproverata il giorno dopo, sapevo che gli avrei fatto male e sapevo anche che in quel modo Caroline non sarebbe più esistita per lui, perciò la mia risposta fu:<<Ha detto che ti considera solo come un semplice amico. Che non vuole nulla di più.>>

I STILL LOVE YOUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora