"...Smettere di odiarmi senza alcun motivo."

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"No" rispose duramente Ricky. E aveva ragione. Chi diamine si credeva mio padre? Era mancato per anni, se n'era andato via di casa senza darci una spiegazione ben precisa, e pretendeva anche che lo seguissimo? No, non volevo.

"Ho solo bisogno di parlarvi. Si tratta di una cosa importante. Una cosa che tengo nascosta da troppo tempo e che ho bisogno di farvi sapere, così smettere di odiarmi senza alcun motivo."quando sentii quelle parole, non potei fare a meno di spostarmi dal braccio di Ricky per poter finalmente entrare in contatto con gli occhi di quell'uomo che si riteneva così tanto innocente.

In quel momento avrei tanto voluto afferrare la portiera dell'auto per tirare uno schiaffo a colui che non poteva nemmeno considerarsi mio padre. Ci aveva abbandonati, ci aveva lasciati da soli e in difficoltà, non ci aveva dato la spiegazione che tanto meritavamo e aveva rovinato l'infanzia di mio fratello, che era cresciuto senza un punto di riferimento.

"Smettere di odiarti senza alcun motivo? Ce ne sono di motivi, anche troppi, caro papà. Anzi, non meriti neanche di essere chiamato in questo modo, dato che per una buona parte della nostra vita sei stato completamente assente. Non mi interessa che diamine hai da dirci, te lo dico con massima sincerità. Non riuscirai mai a farmi cambiare idea su di te."spiegai. Ero stata dura, lo ammetto, ma la mia rabbia in quel momento era tale che ferirlo con le parole era il mio unico mezzo di difesa. E si sa, le parole sanno colpire il cuore in maniera più dolorosa rispetto ai gesti.

"Se solo sapessi come sono andate le cose Lucy, sono sicuro che..."

"Non mi interessa. Non puoi presentarti qui dopo tutti questi anni con l'intenzione di spiegarci tutto. No. Potevi dircelo prima di andartene via di casa." lo interruppi.

"Non potevo. Vostra madre non me l'avrebbe mai permesso" disse, attirando l'attenzione di Ricky, che si mise immediatamente davanti a me per avere anche lui un contatto più ravvicinato con quell'uomo.

"Mamma? Cosa c'entra lei?"domandò sorpreso mio fratello.

L'uomo si guardò attorno e vide nello specchietto retrovisore altre macchine avvicinarsi nella nostra direzione:" Se salite in auto adesso, vi spiegherò tutto."

Afferrai il braccio di Ricky per attirare la sua attenzione, e quando si voltò verso di me gli sussurrai:"Non ci andiamo, vero?"

"E se stesse dicendo la verità? Voglio sapere cos'è successo Lucy. Magari ha dei buoni motivi per aver fatto degli sbagli in passato." disse con voce tremolante. Papà era riuscito a fare colpo su di lui, con una semplice frase aveva già fatto il lavaggio del cervello alla persona che prima lo odiava prima di qualsiasi altra cosa al mondo.

"Lucy, dammi ascolto. Poi deciderai se credermi o no"intervenne mio padre dalla sua auto, e alla fine mi arresi. Sì, dovetti farlo perché non avevo alcuna intenzione di lasciare che Ricky se ne andasse via senza di me. Quella situazione dovevamo affrontarla insieme e il prima possibile.

Salii in auto e, una volta accomodata sul sedile posteriore, afferrai la mano di Ricky per dargli coraggio. Lo leggevo nel suo sguardo che la preoccupazione e la paura stavano avendo la meglio su di lui e che senza il sostegno di qualcuno non ce l'avrebbe fatta. Mio fratello sapeva essere antipatico, certo, ma in situazioni come quella diventata la persona più vulnerabile tra i due.  

C'era silenzio nell'auto e non faceva altro che tranquillizzarmi. Non volevo assolutamente sentire di nuovo quella voce, no. 'Pensa che tra qualche minuto dovrai sentirti raccontare l'intera storia. Sei pronta?' si domandò la mia coscienza. Ero veramente pronta? Sì, dovevo esserlo.

Ci fermammo davanti ad un condominio molto grande, perciò ipotizzai che si trattasse del posto in cui stesse vivendo papà. Non era molto distante da noi, mi domandai come avevamo fatto a non vederlo più in tutti quegli anni... Era impossibile non notarlo.

I STILL LOVE YOUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora