Chapter 8
Quel lunedì non ne volevo sapere di alzarmi. Dopo un weekend come quello passato ritornare alla vita di scuola era troppo dura. Feci violenza contro me stessa e mi decisi ad alzarmi. Arrivai a scuola appena in tempo, il mio bus era leggermente in ritardo, questo non mi consentì di vedere Ryan prima dell'inizio delle lezioni. Volevo scusarmi con lui, dovevo dirgli di ieri, del quasi bacio tra me e Liam. O forse no? La mia mente era un vortice. Dopotutto non era successo niente, abbiamo deciso entrambi di non parlarne più e che sarebbe stato un errore. Non volevo creare problemi per una cosa che non era successa. Sarebbe stato più egoista fare stare male lui per un problema inesistente. Nonostante il discorso tra me e me decisi che sarebbe stato meglio essere sinceri da subito. Odiavo mentire. Aspettai l'intervallo, ma non trovai Ryan da nessuna parte. Lo cercai anche a pranzo. Mi sedetti al tavolo di sempre e mi raggiunse Jess da sola. Le raccontai del giorno prima, di come era tutto diverso con Liam e del fatto che Ryan fosse scomparso.
<<Magari oggi non è venuto...>> Mi disse lei per cercare di tranquillizzarmi. Annuii e decisi di provare a mandargli un messaggio. Aspettai la risposta invano, la campanella suonò ricordandomi l'inizio delle lezioni di quel pomeriggio. Lo vidi in lontananza, stava parlando con un gruppo di amici. Fece un cenno nella mia direzione dopo che loro furono entrati in classe. Ricambiai il cenno ed entrai pure io nella mia classe. Passai l'ora successiva a pensare. Perché Ryan era scomparso? Dopo sabato avrei pensato a un saluto un po' diverso, invece... Un cenno con la mano. Dopo che gli amici erano entrati. Iniziava a girarmi la testa. Dissi alla professoressa che non mi sentivo molto bene e mi mandò in infermeria. Mancava poco alla fine delle lezioni e vi rimasi finché la campanella non suonò. Ringraziai la donna in camice che mi aveva aiutato e mi avviai verso l'uscita. Qualcosa mi bloccò un braccio, mi voltai.
<<Ryan!>> Esclamai prima felice poi con l'amaro in bocca.
<<Amy, dobbiamo parlare.>> Le due parole. Odiavo quelle parole. Si dicono quando le notizie che si hanno sono troppo importanti e spesso negative per poterle dire senza un avvertimento che le preceda.
<<Senti... Io voglio davvero vederti, passare del tempo con te, sabato infatti sono stato benissimo, ma pensavo che mentre siamo a scuola dovremmo evitare di dire in giro di noi. Sai, non voglio creare pettegolezzi e poi c'è Cindy che non so come potrebbe prenderla...>> Annuii, ma ero furiosa. E triste. Mi voltai per andarmene, ma lui mi bloccò di nuovo.
<<Non mi saluti?>>
<<Cindy potrebbe vederci.>> Commentai acida prima di voltarmi e andarmene lasciandolo da solo. Lacrime amare erano agli angoli dei miei occhi, ma mi sforzai di non piangere per quel ragazzo, non ne valeva la pena. Infilai le cuffiette nelle orecchie, la musica mi distese e mi fece sentire meglio. Arrivai a casa più tardi, avevo deciso di tornare a piedi per poter pensare. Entrando salutai mia sorella in salotto e assicurai a mia madre di aver avuto una bella giornata. Era l'unica bugia che mi permettevo di dirle. Presi qualcosa da mangiare e mi diressi in camera. Mi piazzai al computer con i miei biscotti preferiti accanto. Mi immersi nella scrittura dimenticando tutto ciò che si trovava accanto a me. Ogni tanto sgranocchiavo un biscotto. Era ancora presto, nonostante la passeggiata che mi aveva fatta rientrare più tardi del solito, dato che avevo finito presto scuola. Conclusi un paio di capitoli e mi fermai. La storia stava prendendo una bella piega, mi dava soddisfazione in quella giornata. Dopo aver controllato di non aver fatto errori cercai le cuffiette e tornai ad ascoltare musica. Ne sentivo il bisogno in quel giorno. Mi sdraiai sul letto e chiusi gli occhi.
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Sentii qualcosa sfiorarmi il volto e improvvisamente non c'era più nessuna melodia. Mi accorsi che mi ero addormentata solo quando aprii gli occhi. Vidi la figura maschile che mi stava migliorando la vita solo di spalle e la osservai sorridendo. Stava mettendo via il mio iPod, poi si girò e i suoi occhi incontrarono i miei, facendo iniziare un gioco di sguardi.
<<Scusa, non volevo svegliarti.>> Mormorò avvicinandosi al letto e sedendosi accanto a me. Anche io mi misi a sedere.
<<Non è colpa tua, tranquillo.>>
<<Stai bene?>> Sembrava preoccupato.
<<Sì... Circa... Ho litigato con Ryan.>> Mi squadrò con interesse e gli raccontai la mia giornata. Lui come sempre ascoltò con interesse senza perdersi neanche una parola e osservando le emozioni che scorrevano sul mio volto.
<<Lasciami dire che è un'idiota. Se io avessi la possibilità di mettermi con una ragazza come te lo urlerei al mondo. Anche se lei sarebbe il mio mondo.>> Le sue parole mi fecero sciogliere, quelle emozioni non riuscivo a riconoscerle, perché non le avevo mai provate prima di conoscere lui. Mi offrì le sue braccia e mi strinse dolcemente.
<<È il posto che preferisco al mondo.>>
<<Quale?>>
<<Essere qui, tu tra le mie braccia e io tra le tue.>> Mormorò sopra la mia spalla.
<<Anche io.>> Appoggiai la testa sul suo petto. Mi rilassai ancora di più, lui fece lo stesso.
<<Liam?>>
<<Mmh?>>
<<Dovrei dire a Ryan di... Insomma di ieri?>> Lo sentii tendersi sotto di me. Prima di rispondere fece un gran respiro.
<<No, lo faresti agitare per nulla.>> Annuii comprensiva e mi trovai d'accordo. In breve tempo mi addormentai, sentii lui che scivolava via lasciandomi trovare una posizione più comoda, ma mi parve di sognare.
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Cosa ne pensate di questo capitolo?
Scusatemi se ieri non ho pubblicato, ma ero al concerto di Robbie Williams, per farmi perdonare oggi pubblico due capitoli.
Fatemi sapere. Grazie a tutti!
C:
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More Than This
FanfictionUna leggenda narra che da una storia incompiuta ne possano uscire i personaggi. Che sia vero? A Amy non importava. Quello le che importava davvero era...