Chapter 15
Quando più tardi quel pomeriggio ci svegliammo eravamo ancora uno tra le braccia dell'altra. Il sole era più alto nel cielo. Non mi andava di alzarmi, di lasciare il posto che avevo tra le sue braccia, di affrontare il mondo. Quindi decisi di non farlo, neanche Liam si oppose, anzi, mi guardava sorridendo da sopra la mia spalla. Stavamo parlando del più e del meno, quando gli chiesi:
<<Mi racconti qualcosa di te che ancora non so?>> Lui mi guardò e sorrise.
<<Ma non dovresti sapere tutto essendo la mia creatrice?>>
<<È vero, ma ci sono delle parti della tua vita che non conosco, a cui non ho mai pensato... Di quelle che mi dici?>> Sembrò rifletterci.
<<Ad esempio?>>
<<La tua infanzia...>> Sembrò rabbuiarsi. Si tese e anche le sue braccia, ancora attorno a me, non erano più rilassate. Mi affrettai a scusarmi.
<<Mi dispiace, se è un argomento di cui non vuoi parlare, non fa niente. Volevo dire che... Non avrei dovuto chiedertelo, mi dispiace tanto...>> Continuavo a farneticare scuse a non finire e Liam tornò a sorridere timidamente. Mi strinse.
<<Non è certo colpa tua, non potevi sapere. Solo che la mia infanzia è stata molto... Difficile.>> Notai la fatica che fece per pronunciare quell'ultima parola.
<<Oh... Mi dispiace Liam, non dovevo chiedere.>> Rimase in silenzio a fissare qualcosa di invisibile a me, un ricordo lontano e probabilmente doloroso, dato che poco dopo chiuse gli occhi forte e a lungo. Gli presi una mano, non doveva essere facile per lui affrontare demoni di un passato di cui io non sapevo neanche l'esistenza. Sembrò tornare alla realtà, da me. Mi guardò dritto negli occhi, leggevo solo sentimenti che non volevo che provasse: tristezza, paura, solitudine, ...
<<Devi sapere che mia madre mi ha lasciato quando avevo circa dieci anni...>>
<<Non sei obbligato ad affrontare tutto di nuovo Liam, se non vuoi raccontarmelo lo capisco.>>
<<No. Voglio parlarne con te, mi fa sempre così bene... Ma questa volta fa anche paura. Resterai con me?>> Mi sembrava di vedere il piccolo Liam, pieno di paure che ancora non capivo a cosa fossero dovute. Annuii e strinsi la sua mano tra le mie, come faceva lui. Sembrò rassicurarlo, ma preferì avvicinarsi di più, mi strinse tra le sue braccia più per confortare se stesso e cominciò a raccontare.
<<Quando avevo circa otto anni mia madre si riammalò, dopo anni non si pensava che la malattia potesse tornare, aveva un tumore che si pensava che avessero asportato anni prima che io nascessi.>> Si fermò al pensiero di quel ricordo, lo strinsi forte.
<<Ho pochi ricordi di lei prima della malattia... Come mi rimboccava le coperte, la canzoncina che mi cantava spesso, anche quando andavo da lei in ospedale.>> Intonò una breve melodia che mi scaldò il cuore, ma che fece sì che gli occhi mi si inumidirono.
<<La sua salute non fece altro che peggiorare, furono anni difficili, saltavo scuola per andare a trovarla. È così che ho conosciuto un mio grande amico, anche lui per problemi famigliari non era né a casa né a scuola. Stava cercando qualcuno in grado di capirlo, e chi meglio di me?>> Sorrise amaramente, ma per poco.
<<È strano come il dolore possa accomunare le persone. La nostra amicizia è nata grazie alla malattia di mia madre e al fatto che le sue sorelle monopolizzavano l'attenzione dei genitori in casa. Lui scappava spesso, non sopportando più la situazione, la madre non si importava di lui e lui aveva smesso di anche solo provare a cercare le attenzioni di cui necessitava.>> Fece una pausa e pensò.
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More Than This
FanfictionUna leggenda narra che da una storia incompiuta ne possano uscire i personaggi. Che sia vero? A Amy non importava. Quello le che importava davvero era...