Chapter 2

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Chapter 2

La mattina seguente mi svegliai con un sorrisino ebete stampato in faccia. Mi guardai attorno senza scorgere la figura di Liam nella stanza, iniziai quindi a chiedermi se quello che era successo il giorno prima lo avevo semplicemente sognato, inziando a confondere i sogni avuti quella notte con la realtà. Il sorriso e i pensieri svanirono non appena volsi lo sguardo verso la sveglia. Ero in ritardo, cosa normale per me, ma quel giorno lo ero ancora più del solito. Scesi dal letto e veloce come non ero mai stata in vita mia mi precipitai in cucina. Afferai la colazione al volo mentre mi chiudevo la cerniera dei pantaloni. Salutai mia madre ignorando ciò che mi stava dicendo e in tutta fretta corsi verso la fermata del bus che presi per un soffio. Sbuffando trovai posto sul bus, non facendo caso alle risatine che seguivano ogni mio movimento. Il tragitto fino a scuola era breve, ma mi diede il tempo di pensare. Mentre i pensieri si affollavano nella mia mente mi resi conto che eravano già arrivati e che la maggior parte dei ragazzi che erano sul bus erano già scesi. Mi avviai anche io verso l'entrata della scuola notando che le risatine nei miei confronti non erano smesse, ma al contrario aumentate. Iniziai a farmi domande quando una ragazza scoppiò letteralmente a ridermi in faccia. Mi resi conto che quella mattina non mi ero neanche guardata alla specchio e che poteva trattarsi di un enorme brufolo al centro della fronte o dei capelli che come spesso accadeva non ne volevano sapere di stare al loro posto. Mentre mi avviavo verso il bagno maledicevo la società per dare troppa importanza all'aspetto fisico e all'apparenza. Quando osservai il mio volto allo specchio sbiancai. Al contrario di quello che avevo pensato non era a causa di un brufolo, dei capelli fuori posto o di una qualsiasi cosa qualcuno si aspetterebbe di trovare una mattina qualsiasi sulla propria faccia. Sul mio viso erano state tracciate delle righe con una matita da trucco che formavano il muso di un gatto. Capii solo in quel istante i commenti tipo "Grr!" o "Stai calma, micia" di quella mattina. Passai dal maledire la società al maledire il colpevole della caduta di quel poco di immagine che avevo a scuola: Liam. Iniziai a lavarmi il volto e scostando una ciocca di capelli notai una scritta: "Ti voglio bene, Liam". Me l'avrebbe pagata. La campanella suonò e mi precipitai in classe. Ero miracolosamente riuscita a togliere tutte le tracce di trucco dal mio volto, ma questo non mi risparmiò i commenti su tutti i felini che mi perseguitarono tutto il giorno. A pranzo mi sedetti al solito tavolo nell'angolo della mensa gustando piano il pranzo. Salutai Jess e Will, che si unirono a me.

<<Allora, come stai, micia?>> Chiese Jess, senza riuscire a trattenersi. Si unirono a noi anche Phoebe e Ed, il quale mi sorrise sedendosi.

<<Ragazzi, sono severamente vietate le battute sui felini di qualsiasi genere, capito?>> Dissi con fermezza, facendo ridere il piccolo gruppo di persone attorno a me.

<<Solo una domanda: esattamente, perché stamattina sei venuta a scuola con il trucco da gatto?>> Chiese Jess non riuscendo a nascondere una risata. Stavo per risponderle, ma quando aprii la bocca per prendere fiato lui entrò in mensa. Ryan era il ragazzo per cui avevo preso una cotta da tempi immemori. Ai miei occhi era tutto quello che si poteva desiderare; era sportivo, divertente, educato e intelligente. Una volta si era preoccupato per una delle mie cadute plateali a causa del ghiaccio. L'avevo trovato molto dolce e continuavo a non capire cosa avesse trovato in Cindy. In realtà capivo perfettamente, era una ragazza tutta curve, capo cheerleader, due grandi occhi azzurri contornati da lunghe ciglia rese folte da mezzo tubetto di mascara, ma mi sembrava troppo superficiale per un tipo come Ryan. Lui si voltò nella mia direzione e mi sorrise alzando piano una mano salutandomi, sì, salutava me. Risposi timidamente al saluto sentendo le guance tingersi di un rosa tenue.

<<Amy? Amy? Terra chiama Amy!>> Mi resi conto che Jess mi stava sventolando una mano davanti alla faccia e che il resto del gruppo mi stava fissando.

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