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Siamo arrivati in spiaggia e abbiamo posato le varie borse sopra due lettini affittati all'ultimo secondo in riva al mare. Non c'era così caldo, piuttosto era molto umido anche se ormai erano le 11 e solitamente a quell'ora il sole picchia di brutto. Non ci abbiamo fatto molto caso, ci siamo semplicemente tenuti i vestiti indosso, abbiamo preso la palla e iniziato a fare qualche passaggio a pallavolo.
"Non sei male" ho detto ridacchiando.
"Ah si? Guarda questa!" Mi ha risposto tirando la palla in aria e preparandosi per fare la schiacciata. Braccio sinistro avanti e braccio destro pronto a caricare. La palla comincia a scendere e...

SBAMM!

L'ha mancata. Sono seriamente scoppiata a ridere a tal punto che il mio stomaco chiedeva pietà e non riuscivo più a reggermi in piedi. Mi sono accasciata a terra rannicchiandomi con le braccia che tenevano il bacino e un secondo dopo, lui era difianco a me a farmi il solletico. Ormai aveva scoperto il mio punto debole. Non ho potuto fare a meno che gridare: "BASTA LORYYY!" tra un misto di urla e risate. Quello che mi faceva ridere non era tanto che l'aveva mancata, ma la convinzione con cui si era preparato, bello concentrato e poi... la palla è semplicemente caduta a terra senza nemmeno essere sfiorata dalla sua mano.
Dopo un po' finalmente sono riuscita a rialzarmi ma eravamo stanchi di giocare a pallavolo, così abbiamo trovato qualche ramo d'albero (probabilmente trascinato dal vento del temporale) e abbiamo improvvisato due porte da calcio. Ho tracciato con il tallone un campetto da 1 contro 1 (più o meno) e abbiamo dato il via. A calcio sono sempre stata bravina, soprattutto in porta. Con Jessica da bambine ci giocavamo sempre, eravamo l'esatto opposto della femminilità. Indossavamo sempre tute da ginnastica o jeans, mai delle gonne, ci piaceva giocare ai videogiochi, facevamo partite a calcetto o a basket con la scuola... Eravamo due maschiacci.

Siamo finiti in parità, 3 a 3. Mi sono seduta sul lettino e in quel preciso momento... GRRRRRR.
"È il mio stomaco..." ho detto guardando prima la mia pancia e poi i suoi occhi.
"Anche io ho fame, andiamo a mangiare?"
Ho accennato un 'sì' con il capo, preso il portafogli e ci siamo diretti verso una rosticceria che io adoro, dove vendono dai tranci di pizza ai bomboloni al cioccolato. Abbiamo preso due pezzi di pizza (che gioco di parole) alla salsiccia e patatine. Li fanno belli grandi, tanto che a fine pranzo la mia pancia stava letteralmente esplodendo. Abbiamo atteso qualche minuto, poi gli ho proposto: "Che ne dici di una bella passeggiata per digerire?" Ha accettato volentieri e siamo tornati in spiaggia. Immergendo i piedi nudi nell'acqua gelida ho sobbalzato. Ci siamo abituati a quella temperatura e abbiamo camminato per mezz'oretta verso nord, cullati dal dolce suono delle onde che si infrangono sugli scogli in lontananza. Siamo arrivati al Lido delle Nazioni camminando sulla costa senza nemmeno accorgercene. Ci siamo seduti sulla sabbia a gambe incrociate e i nostri sguardi si sono incontrati.
"Sto bene con te. Mi fai sentire speciale." Ha confessato dopo qualche secondo.
Eravamo vicini. DI NUOVO, ma non abbastanza per un bacio.
"OMMIODIO, MA TU SEI FAVIJ!" Sentiamo in lontananza.
'Eh no cara, in qualsiasi altro momento ma NON ADESSO!' Ho pensato. 'Ma P-E-R-C-H-È? Non vedi che eravamo così vicini che a momenti la distanza si sarebbe annullata? Perché ogni fottuta volta va a finire così?'
Mi sarei alzata e avrei urlato tutto questo, ma mi sono controllata stringendo i denti e allontanandomi un po' da lui. Come pensavo la ragazza voleva fare una foto. Mi ha chiesto di scattarla con il suo cellulare, ma quando stavo per premere il pulsante, le labbra della ragazza si sono velocemente posate sulla guancia di Lorenzo. Sarei impazzita, ma dato che ho abbastanza autocontrollo, mi sono trattenuta un'altra volta.
Ma qualche secondo dopo è arrivato un gruppo di circa 15 ragazze che hanno letteralmente accerchiato Lorenzo. Lui essendo più alto mi ha detto attraverso le labbra qualcosa come: "Scusa, ci vediamo dopo". Sembrava davvero dispiaciuto, ma sicuramente io ero mille volte più furiosa che lui. Non ero arrabbiata con Lorenzo, non so nemmeno con chi ero arrabbiata. Ho incrociato le braccia sotto il seno e mi sono allontanata in modo da non poterli vedere. Mi sono seduta dietro una siepe abbracciando le mie ginocchia che mi coprivano il volto. Non so per quanto tempo sono stata in questa posizione, ma a un certo punto ho sentito qualcosa, o meglio, qualcuno scrollarmi la spalla in modo delicato. Sono uscita dai miei pensieri e ho alzato il viso completamente rosso per averlo tenuto così premuto sulle ginocchia. Ho aperto gli occhi, ormai abituati al buio. Ci vedevo sfocato, così li ho strofinati delicatamente con le mani per tornate a vedere bene.
Ho notato la figura di Lorenzo che appariva preoccupato per me.
"Tutto a posto?" Ha detto con una voce sottile.
"Si, più o meno..."
"Posso capire che sei arrabbiata, ma ti dovrai abituare al fatto che la mia vita privata è abbastanza ridotta ai limiti."
"Non sono arrabbiata con te." Ho detto quasi interrompendolo. "È solo che eravamo così vicini che se non fossero arrivate loro ci saremmo pure baciati forse...". Le parole mi sono uscite tutte ad un fiato. Non potevo credere di averlo detto veramente ad alta voce. Credo di essere diventata rossa come un peperone e anche lui sembrava abbastanza imbarazzato.
È calato il silenzio totale e per qualche minuto nessuno ha osato aprir bocca.

Spazio autrice
Per la gioia di UnaCheConta e MartinaMancia ho aggiornato, contente😂?
Asia

[IN REVISIONE] Una Vita In 10 Giorni ||FF Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora