Capitolo 4

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NICOLE
Mi è mancato tutto di lui, persino le sue mani fredde che mi fanno sobbalzare ad ogni minimo tocco.
< Rihanna, dormi da me stanotte?>, mi chiede facendo il labbrino. In questo momento sembra quasi un bambino, è assolutamente dolcissimo. Io e lui abbiamo un rapporto talmente stretto che abbiamo sempre dormito insieme, senza alcun problema.
< Preferirei andare a mettere a posto le mie cose a casa>.
< Ti prego, mi sei mancata tantissimo! Tommi è in stage con la scuola, quindi non ti disturberà nessuno!>, insiste, convincendomi.
< E va bene lecchino, ma solo per stanotte>. Mando un messaggio a mia sorella per dirle che sono arrivata, ma che ci vedremo domani e poi aiuto Giorgio a caricare le valige sulla sua yaris.

Mi butto a peso morto sul divano nero di Giorgio, lui mi segue a ruota. È ancora molto caldo, perciò indossiamo entrambi una maglia a maniche corte.
È impressionante vedere i progressi che siamo riusciti a fare: siamo diventati molto più forti e, nonostante le cicatrici siano ben visibili, siamo a maniche corte e senza bracciali o polsini per nasconderle. D'istinto guardo le braccia di Giorgio, e noto un polsino sul suo polso sinistro.
No, non è possibile, non può esserci ricaduto.
< Giorgio...>, sussurro continuando a fissarlo. Lui mi guarda confuso e poi si gira a guardare nella mia stessa direzione.
< Cazzo, me ne ero scordato!>. Gli prendo il polso fra le mani e lui d'istinto lo ritrae; lo guardo dritto negli occhi, mentre sul suo viso si susseguono espressioni di vergogna e di dispiacere.
Mi porge il polso, sapendo che se non me lo avesse porto sarei riuscita a prenderlo in un modo o nell'altro, e sollevo il polsino, mostrando ciò che non avrei mai voluto più vedere: una nuova cicatrice. La sfioro con il dito seguendone la linea e lui sussulta. Alzo la testa e lo guardo nuovamente negli occhi.
< Perché?>, domando con voce triste, quasi in un sussurro.
Ne era uscito, cazzo, erano 6 mesi che non si tagliava più, non può essere ricaduto nella depressione.
< Avevo litigato con mia madre, lei ha iniziato ad insultarmi e mi sono sentito di nuovo come quando avevo 12 anni. L'unica che avrebbe potuto consolarmi eri tu, ma non c'eri, perciò ho adottato l'unico altro metodo che conosco per sopprimere il dolore>. Gli butto le braccia al collo; per un attimo rimane fermo, ma poi ricambia l'abbraccio, stringendomi forte a sè.
< C'è stato solo questo episodio?>.
< Sì, è stato un caso isolato, non succederà più>, mi promette rompendo l'abbraccio e rivolgendomi un sorriso rassicurante.
< Vai a farti una doccia e a cambiarti, ti porto a mangiare una pizza fuori>, continua subito dopo.
< Era un modo carino di dirmi che puzzo?>, chiedo ridendo
< Era un amorevole consiglio>.
<Fanculo>, dico sorridendo e mostrandogli il dito medio.

Dopo essermi fatta una doccia, vado in camera di Giorgio a cambiarmi, dato che in bagno c'era troppo caldo. Non appena finisco di allacciarmi il reggiseno sento la porta aprirsi e mi giro di scatto.
< Ehm, scusami, pensavo fossi in bagno>. Cerco di coprirmi con la maglietta posata sul letto- e non di certo perché mi vergogno a farmi vedere in intimo-, ma il mio tentativo risulta vano, perché Giorgio nota subito l'unica cosa che avrei voluto non notasse.
<Sei dimagrita>, afferma con tono severo. Si fa subito serio e contrae la mascella, guardandomi con sguardo severo.
< Non è vero>, mento spudoratamente. È palese che io sia dimagrita, persino un cieco se ne accorgerebbe.
< Bugiarda>.
< Beh, è normale, in estate si mangiano cose più leggere e poi ero un po' stressata a causa del lavoro e...>. Mi sto arrampicando sugli specchi, e questo lo sa anche lui. Non so nemmeno perché sto cercando di mentirgli, visto che mi conosce meglio di chiunque altro.
< Non mi dire cazzate, porco Dio. Perché l'hai fatto?>. Lo sapevo che si sarebbe incazzato, per questo volevo tenerglielo nascosto.
< Anche tu hai sbagliato, non ti permetto di puntarmi il dito contro!>.
< Non stiamo parlando di me! Quanto cazzo sei dimagrita?>.
< Ho perso circa 5 kg. Peserò intorno ai 38>, ammetto abbassando la testa per la vergogna.
< Porca troia!>, urla tirando un cazzotto alla porta, ammaccandola leggermente. Quando si arrabbiava Giorgio tende a tirare pugni al muro o, in generale, a tirare le cose. Sinceramente credo che quando si è veramente arrabbiati sia una reazione normale, ma adesso è veramente esagerata.
< Cazzo, calmati Giorgio!>.
< Calmarmi? Come cazzo faccio a calmarmi? Sei di nuovo anoressica, non te ne rendi conto? Sei quasi un metro e settanta, dovresti pesare almeno almeno 10 kg in più! Cazzo, non ti posso lasciare sola tre mesi e guarda cosa combini! Come ho fatto a non accorgermene prima? Ora che ti guardo bene sei uno scheletro!>, ribatté gesticolando e parlando molto velocemente.
< Lo sai che l'estate è il periodo più duro per me, bisogna stare sempre mezze nude e io non mi sentivo più a mio agio col mio corpo. Però posso giurati che non ho mai vomitato dopo aver mangiato, semplicemente mangiavo pochissimo>.
< Dimmi la verità, perché hai riniziato?>.
A volte odio il fatto che mi conosca così bene; con lui è impossibile mantenere un segreto. Oh, certo, escluso il fatto che sia innamorata di lui, di quello non se ne accorge. Faccio un respiro profondo e poi gli spiego che ho smesso di mangiare dopo aver visto una ragazza più magra di me, era così bella, ed io ero molto invidiosa del suo corpo.
Dopo aver finito di raccontargli mi abbraccia e mi accarezza dolcemente i capelli, cosa che fa sempre. È incredibile come riesca a cambiare umore da un momento all'altro. Ed è ancora più incredibile come riusciamo a far pace in mezzo secondo dopo aver litigato.
< Supereremo i nostri demoni insieme, anche questa volta>. Mi lascia un bacio sulla guancia, per poi allontanarsi.
< Finisci di prepararti dai, che tra poco usciamo>, dice uscendo e chiudendosi piano la porta alle spalle.

Correggimi se sbaglio~Mostro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora