Capitolo 18

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GIORGIO
Oggi è lunedì, Nicole inizia il lavoro ed io andrò a firmare il contratto con l'Honiro. Ancora non ci credo, tutti i miei sogni si sono realizzati nello stesso giorno.
Ho promesso a Nicole che l'accompagnerò, dato che è il suo primo giorno, così ho impostato la sveglia per le 7:30. La mattina per me è sempre molto difficile alzarmi, perciò devo sempre impostare  minimo 5 sveglie a distanza di 5 minuti l'una dall'altra.
Mentre sto finendo di prepararmi sento bussare alla porta di camera mia.
< Gio', mi puoi accompagnare a scuola? Sono stra in ritardo!>, Chiede Tommaso quasi disperato. Per lui la scuola è molto importante.
< Finisco di vestirmi e arrivo>.

Porto mio fratello a scuola e, dato che è ancora presto, vado in un bar a fare colazione. Nicole è una ragazza molto ansiosa, come me del resto, perciò so che se mangiasse qualcosa di prima mattina il primo giorno di lavoro vomiterebbe sicuramente.
Vado nel bar vicino scuola di Tommaso, dove  ci sono ancora alcuni studenti all'interno: qualcuno sta ripassando, altri invece giocano a biliardino.
Mi avvicino al bancone ed ordino un caffè ed un cornetto.
< Giorgio>, sussurra qualcuno, e subito riconosco la voce. Mi volto e, come mi aspettavo, vedo Alison dietro di me.
< Alison>, la saluto freddamente. Le faccio un cenno di saluto con la testa e mi rigiro verso la barista, che mi sta porgendo la mia colazione. Solitamente la mattina non bevo mai il caffè, preferisco di gran lunga un bel bicchiere di latte, ma stamani ero di fretta. Sento i passi di Alison avvicinarsi sempre di più a me. Mi tira per il gomito e mi fa girare, in modo tale da essere faccia a faccia.
< Sei un bastardo!>, Sbraita, per tirarmi poi uno schiaffo. Rimango immobile, sbalordito dalla sua ennesima scenata.
< Vedo che sono bastate poche ore per rimpiazzarmi, brutto stronzo!>. Mi sventola davanti il suo telefono, sul display appare una foto mia e di Nicole mentre ci stiamo baciando; deve essere quella che ci ha fatto sabato sera Jessica. Tutti i ragazzi presenti ci stanno fissando; mi sono rotto il cazzo di tutte queste scenate. Mi volto e vedi che un ragazzo ci sta facendo un video. No, questo non va bene, proprio per niente.
< O la smetti di farci il video o giuro sul Cristo buono che te lo infilo in culo quel telefono di merda!>. Il ragazzo, che non avrà più di 16 anni, mi guarda intimorito e poi si mette il telefono in tasca. Che mezza sega. Mi volto nuovamente verso Alison, che sembra furiosa: fa dei respiri profondi e mi guarda con gli occhi spalancati, come se stesse cercando di fulminarmi con lo sguardo.
< Alison, poi ti chiedi anche perché ti ho lasciata? Sei sempre a fare scenate, non ti si sopporta, cazzo!>.
< Lo sapevo che provavi qualcosa per quella zoccola del cazzo! Formate una bella coppia insieme, sai? L'anoressica e l'autolesionista...dovrebbero farci un film!>, Dice con tono di disprezzo, e lì non ragiono più. Può offendermi quanto le pare, ma non può tirare fuori il mio problema, tanto meno quello di Nicole. È un argomento troppo delicato. Sono fuori di me, fremo di rabbia. Le stringo il collo tra una mano e la tiro più vicino a me. Adesso non ha più l'aria strafottente, è impaurita, glielo leggo in faccia.
< Ti ho detto centinaia di volte che non devi chiamarla puttana! E non ti permettere mai più di parlare dei cazzi mia in giro, o la prossima volta ti ammazzo!>, Sbraito. Le lascio il collo ed esco fuori dal bar, spintonando chiunque cerchi di fermarmi.
Poteva essere un giorno perfetto, ma Alison l'ha dovuto rovinare!
Naturalmente non l'avrei mai ammazzata, era solo una frase dettata dalla rabbia. Che si fotta, ho cose più importanti cui pensare. Salgo in macchina e cerco di tranquillizzarmi. Nonostante non me ne freghi un cazzo di Alison, la sua espressione impaurita mi torna in mente; forse aveva ragione mia mamma: io sono un mostro.
Compongo il numero di Nicole, l'unica persona con il potere di tranquillizzarmi.
< Pronto?>.
< Nic, sono io, posso venire da te prima?>.
< Certo, vieni Gio', a dopo>. Chiudo la chiamata e butto il telefono sul sedile del passeggero. Guidare mi fa rilassare e per tranquillizzarmi ulteriormente mi metto a cantare alcune mie canzoni.
Arrivo davanti casa di Nicole e Clarissa senza quasi accorgermene.
Dopo aver suonato varie volte viene ad aprirmi Clarissa, ci salutiamo con un bacio sulla guancia e poi mi fa entrare.
< Nicole è in camera sua>.
< Vado>.
Entro nella camera senza bussare, non lo faccio mai e non inizierò di certo ora. Nicole è in piedi davanti allo specchio, indossa una camicetta bianca larga, dei pantaloni neri e quelle maledettissime scarpe col tacco. Non pare convinta dell'immagine riflessa davanti a sé.
< Sei bellissima>, sussurro sorridendo. Si gira di scatto e si mette una mano sul petto.
< Cazzo che paura!>.
< Scusami, non volevo>.
< Mi fa sembrare grassa questa camicetta>, dice tornando a guardarsi allo specchio.
< Non dire cazzate, ti sta benissimo. Niente riuscirebbe a farti sembrare grassa, perché non lo sei>, la ammonisco con tono severo.
< Credo che tu sia abbastanza di parte nel giudicare, comunque grazie per i complimenti. Cosa è successo prima ? Sembravi preoccupato>. Mi siedo sul bordo del letto e faccio un respiro profondo, prima di raccontare brevemente a Nicole cosa è successo.
< Ho incontrato Alison, mi ha fatto incazzare e le ho messo le mani al collo. Non me ne frega un cazzo di lei, ma la sua espressione impaurita mi ha fatto sentire un merda, un mostro>, racconto prendendomi le mani tra i capelli. Si siede vicino a me e mi accarezza la schiena.
< Tu non sei un mostro, Giorgio. Cerchi di far credere agli altri e a te stesso di esserlo, ma non lo sei. So che Alison può essere una vera bastarda quando vuole; non dico che hai fatto bene a metterle le mani al collo, ma sicuramente un po' se lo meritava>.
< Sapevo che mi avresti capito>, dico abbracciandola.
< Però devi imparare a trattenerti, Gio', soprattutto con le donne. So che è difficile, come ben sai anche io sono molto irascibile, però devi migliorare sotto questo punto di vista>.
< Non ti deluderò, amore>. Iniziamo a baciarci; il bacio inizia a farsi più passionale, ma lei mi spinge via.
< Dobbiamo andare>.
< Okay>, dico un po' deluso. Prende la sua borsa ed andiamo verso l'ufficio, dove da oggi in poi lavorerà.

SPAZIO AUTRICE
Da notare 'giuro sul Cristo buono' che ha detto nel video che ha postato qualche giorno fa 😂.

Correggimi se sbaglio~Mostro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora