Cap.2

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Tenevo gli occhi chiusi.
Per paura forse?
No.
Assolutamente no.
Beh, in realtà sì.
Non volevo morire: avevo il terrore di morire e forse non ero poi tanto forte come pensavo.

Appena sentii il mio braccio bagnato, feci scattare le palpebre come se fossero ante di una finestra.
Quel tipo strano si era leggermente inchinato alla mia sinistra, verso il letto e rideva.
Seguii il suo braccio: impugnava un coltello sporco di sangue e quella ragazza era stata sgozzata.
In quel momento tutto fu chiaro, cioè riuscii ad allacciare i miei pensieri alla realtà.
Non ero morta e lui non voleva uccidere me.
-Paura, eh? Hahaahhahahahha- rise forte facendo un sorriso come il suo al cadavere.
Gli tappai la bocca.
-Ci sono i suoi genitori, non far casino!- sussurrai sputando odio verso di lui.
Odio, non c'era un vero motivo per odiarlo.

Lui mi leccò la mano così fui costretta a toglierla, ero disgustata.
L'asciugai sulla mia tuta e lo guardai male.
Lui rideva ancora.
Mio fratello senza dire nulla aveva rubato i tre organi chiudendoli nei propri contenitori.
Assurdo!
Si sentirono dei passi svelti, delle voci provenire dal corridoi e vari luci si accesero.
Era il momento di scappare!

-Andiamo, Ian!- ordinai guardando quel tipo di fronte a me con odio profondo.
-Okay, Nat!- disse, chiuse lo zaino e saltò giù.
Mi avvicinai alla finestra ma qualcosa mi fermò.
-Ci rivedremo- disse il terzo, freddo.
Lo spinsi in modo che mi mollasse il polso e saltai in braccio a mio fratello.
Le urla uscirono da quella finestra e noi ci mettemmo a correre molto velocemente.
-Hahhaha, quel babeo non è scappato! Ora lo prendono! Principiante! Hahaha- risi a squarcia gola in mezzo al bosco.

Entrammo nella nostra casa e mio fratello sembrava piuttosto silenzioso.
-Hey?- lo chiamai ma lui non mi cagò manco di striscio.
Appena gli appoggiai la mano sulla spalla, lui mi girò il braccio puntandomi il coltello al collo.
-Porca puttana, ma che ti prende, eh!?- urlai.
Lui mollò la presa.
-Nulla...- mentì.
-Ah sì! E io sono la ragazza perfettina che ha finito gli studi ed ora lavora alla centrare di polizia!- lo presi in giro ironicamente.
Lui mi guardò serio.
Si coricò sul suo letto a pancia in su, mettendo le sue mani dietro la nuca e sospirò.
Mi misi a cavalcioni su di lui.
-È perché non abbiamo lavorato?- chiesi baciandogli la guancia.
Lui scosse la testa.
-Se fosse per quello; allora sfogati con me... tanto non sarebbe la prima volta!- ridacchiai io.
Lui con una mano mi spostò e mi fece cadere dal letto.
Si girò verso il muro nascondendo la sua faccia nella parete.
-Ian. Che hai?- chiesi preoccupata.
-Nulla... sono stanco- borbottò.
Calò il silenzio.
Andai a farmi una doccia ed a lavare poi i vestiti.
Finito il mio lavoro domestico, mi misi a fissare mio fratello.

Ian, perché fai così?

Mi misi sul mio letto, nella stessa posizione di come era messo lui: a pancia in su con le mani dietro la nuca e guardai il soffitto.
Dalla mia parte, c'erano scritte in blu fluorescente 'ancora una, Natalie!', 'devono morire!', 'continua per non dimenticare!', 'sangue', 'nobiltà?', 'i tuoi 7 anni', "casata Kabra", quelle frasi mi rimbombavano in testa, insieme ai ricordi allegati.

Mi girai verso mio fratello.
Le sue scritte erano diverse.
'Proteggi la tua principessa', 'stupra!', 'tette grandi!', 'le verginelle', 'sesso, solo sesso!', '5 anni'.
Sorrisi involontariamente e chiusi gli occhi.

Era tutto buio poi d'improvviso nell'ombra si videro dei grandi occhi celesti, molto chiari, circondati da un grande alone nero.
Un sorriso agghiacciante e molto largo.
Un viso bianco, come un lenzuolo.
Un profumo di sangue fresco mi avvolgeva.
Il suo respiro sul collo sembrava quasi reale.
Il suo corpo, sembrava abbastanza bello ma la felpa bianca lo copriva interamente.
Quei jeans e quelle scarpe strette.
-Chi sei?- chiesi ansimando.
-Vai a dormire!- rispose.
Alzò il suo braccio mettendo in mostra un affilatissimo coltello da cucina e lo abbassò verso il mio petto.

Aprii gli occhi di scatto.
Un altro fottuto incubo.
Mi rilassai e pian piano mi resi conto che il respiro fosse reale, sul mio collo arrivavano soffi non miei.
Mi girai piano piano e vidi Ian.
Mi rilassai.
Le sue braccia mi avvolgevano sotto al seno.
Accarezzai la sua mano che aveva appoggiato sul mio cuore e lo sentii mugugnare.
-Mmmh-
-Shh torna a dormire, fratellino- sussurrai accarezzandogli le braccia.
-Ti amo, Ian- sussurrai.
-Anche io ti amo, Nat- sussurrò con gli occhi ancora chiusi.

Avevo iniziato a sognare, sognavo il buio, il nero più totale.
Eppure sentivo ogni movimento di Ian dal mondo reale, come se fossi nel dormiveglia.

Sentii, infatti, le sue mani andar via ed il letto alzarsi di colpo.
Capii così che si fosse alzato, volevo vederlo ma non riuscivo ad aprire gli occhi o meglio, non ne avevo la voglia.
-Dio mio... proprio lui dovevamo incontrare ieri!?- era la voce di Ian, stava parlando da solo.
Sbuffava.
Si sentì un piccolo suono come se avesse appoggiato un bicchiere di vetro sul marmo, un suono melodico e fastidioso.
Sicuramente stava bevendo qualche alcoolico.
-Cazzo! Perché proprio lui? Perché Dio di merda? Perché ci odi tanto? Prima loro ora lui. Ci odi proprio tanto, eh! Bastardo!- esclamo.
Il suo timbro di voce tramava e ogni tanto faceva pause sonore come se avesse il singhiozzo.
Aprii gli occhi e lo guardai senza che lui se ne accorgesse.
-Perchè devi rovinare anche la nostra nuova vita? Non ti basta? Perché? Perché? Perché?- ripeteva tenendosi la testa, piangeva.
Si inchinò a terra e continuò con quella scena.

Diventai subito triste, la sbronza non lo aiutava.
Mio fratello stava soffrendo e si vedeva.
-Perché proprio Jeff, eh? Cazzone di un Dio?- urlò alzandosi in piedi dando un pugno al tavolo.

Alzai il busto di scatto.
La mia testa aveva captato qualcosa, un nome.
-Oh scusa, sorellina, ti ho svegliato- disse venendo a darmi un bacio sulla fronte mentre si asciugava le lacrime.
-Fa nulla, chi è Jeff?- chiesi.

~Mary.

Un Killer Può Amare? -Jeff The Killer.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora