Cap.8

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Sentivo già il suo respiro mischiarsi al mio, il suo cuore andare al tempo col mio.
La sua mano salda dietro la mia nuca.
Appena appoggiò leggermente la sua pelle sulle mie labbra qualcuno tossì.
-Oh, scusate... ma potete andare in camera?- chiese qualcuno ridendo, credo Ben.
-Uff... quanto li odio- sussurrò sbuffando Jeff, alzandosi in piedi.
Mi allungò la mano che ignorai scuotendo la testa.
-Devo stare qua...- dissi spostando la sguardo dai suoi occhi, se avessi continuato a guardarlo, mi avrebbe convinta.
Lo vidi salire le scale con la coda dell'occhio, alzai lo sguardo e cercai di reprimere la voglia di seguirlo.
Si sentì subito dopo una porta sbattersi, così chiusi gli occhi augurandomi di perdere la lingua.
-Natalie...- sussurrò Ian allegro.
Mi girai e vidi solamente la sua spalla coperta dai suoi capelli biondi.
Mi abbracciò forte, lo strinsi avendo paura di poterlo perdere.
Era la mia metà e non potevo fare altro che amarlo e tenermelo vicino.

-Mamma...- mi chiamò Kevin.
Lo guardai, lui sorridendo si avvicinò e si inginocchiò vicino a me.
Mi strinse forte ed io ricambiai nostalgica.
-Kevin... perdonami- sussurrai.
-Anche tu, Ian, non vi lascerò mai più- continuai.
Loro sorrisero baciandomi le guance.
-Ora, mamma... vai da papà- disse Kevin.
-Tesoro... lui non è tuo padre... tuo padre l'ho ucciso, ed io non sono tua madre- rivelai.
-Lo so... ma per me sei la mia mamma, e chiunque si metta con te, sarà mio padre- rispose Kevin ridendo.
Gli sorrisi.

-Dai, Toby, voglio solo parlare con te... in camera nostra. E sali, dai- supplicava Clockwork appena tornata dalla vacanza.
Non mi ero presentata e lei non si era presentata a me, io l'avevo fatto per proteggerla dalla mia insanità mentale dell'ultimo periodo, mentre lei non lo aveva fatto perché, appena entrò in casa, mi vide abbracciata a Toby, il suo ragazzo.
-Clock, non ne ho voglia, voglio mangiare qui in santa pace- rispose lui mangiando delle caramelle del bicolore.
-Dai, Toby- urlò lei cercando di tirargli il braccio ma non ci riuscì.
-È per lei? Eh? È per lei che non vuoi salire? Ah bene! Me ne vado due mesi in vacanza e tu ti trovi un'altra!? Grazie tante, eh!- gridò disperata salendo le scale e sbattendo la porta.

La colpa era mia, come sempre.
-Mi dispiace- sussurrai stringendo le mie ginocchia al petto.
Lo guardai tristemente e lui provò a sorridere.
-Le passa subito, stai tranquilla- disse per poi salire le scale.
Era andato da lei per chiarire e tranquillizzarla ma dalla loro stanza provenivano solo frasi di discussione.
Clockwork, era una ragazza abbastanza simpatica a pelle e mi dispiaceva come fossero andate le cose, in più aveva il mio stesso nome.

-Non ti odia, tranquilla, è sono un po' gelosa...- disse Jeff passando un braccio sulle mie spalle.
Lo guardai stringendo forte le mie ginocchia, come faceva a trasmettermi così tanta pace?
Guardai il suo petto nudo, aveva l'addome ancora fasciato.
Il sangue faceva contrasto col bianco della benda e il suo odore si sentiva forte ed invitante.
Il taglio sul collo era stato coperto da un cerotto ma io potevo sentire la pulsazione del sangue.
-Gelosa... e sentiamo: lei chi è?- chiese Nina entrando in salotto.
Mi avevano detto di stare attenta a lei, il suo attaccamento a Jeff mi avrebbe rovinata.
-Mollala!- urlò lei indicando il braccio che Jeff avesse dietro le mie spalle.
Perché si comportava come una sposina gelosa?

Tutti dicevano che Jeff fosse solo e solitario.
Perché lei faceva tutte queste scenate?
E poi, per un braccio!
-Senti, levati dal cazzo, Nina!- urlò Jeff stringendomi le spalle.
Anche lei andò su sbattendo i piedi e la porta.
-Non fare caso a lei, è completamente fuori di testa- mi guardò negli occhi ed io arrossii.
Appoggiai la schiena al divano e rilassai le gambe sedendomi composta.

Arrivarono altri personaggi, che si presentarono allegramente.
Erano uguali alle descrizioni fatte da Ian, era uguali alle "Creepypasta" forse perché loro fossero le vere creepypasta.
Erano i veri attori di quei film, i veri personaggi di quei racconti.
-Io mi chiamo Laughing Jill- disse una ragazza in modo dolce.
Assomigliava a Jackie, il bicolore, ma aveva uno guardo tenero e forte.
Le sorrisi subito e le strinsi la mano.
Saremmo diventate subito amiche, ne ero sicura.
-Cosa è tutto questo casino?- urlò il pagliaccio scendendo le scale.
Lo guardai con uno sguardo freddo ed aspro per poi notare uno scambio di sguardi tra i due.
C'era del sentimento forte che li univa.
Appena vide Jill, infatti, si mise a correre verso di lei.
-Jill!- esclamò abbracciandola.
-Jackie!- rise lei dandogli un bacio.
Avevo già la sensazione di aver trovato un'altra coppia simpatica da amare, nonostante non amassi il ragazzo.
-Comunque io e mio fratello siamo gli 'Hearts': Natalie ed Ian- dissi indicando il biondo che dormisse sul divano affianco.

Un Killer Può Amare? -Jeff The Killer.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora