Cambio visione: Natalie Kabra.
-Sorellina...- mi chiamò qualcuno, era la voce di mio fratello, era venuto a salvarmi.
Mi girai ma quello che vidi furono movimenti strani che il mio corpo facesse senza il mio consenso, come negli ultimi dieci giorni.
Prima Eyeless Jack, poi Jeff e, in fine, Jackie.L'unico di cui mi importava seriamente era il secondo, mi dispiaceva per gli altri ma lui era speciale.
Non dovevo ucciderlo.
No.
No.
E no.Basta!
Urlai con tutta la forza che avessi.Non ne potevo più.
Stavo facendo del male alle persone sbagliate, alla persona sbagliata.-Natalie, fermati!- urlai.
L'immagine di Jeff che rideva mi apparse di fronte.
-Natalie, fermati!- urlai ancora.
L'immagine di Jeff mi apparve di nuovo.
-Natalie fermati!- un'altra volta.
Jeff la prima volta che ci siamo visti.
-Io ti amo sul serio- la sua voce rimbombava.
Jeff che rideva.
-Io... ti... amo...- la sua voce di nuovo, ma al rallentatore.
Jeff sorridente.
-Dal primo momento-
Boom esplosi.
Volevo piangere.
Volevo gridare.
Abbracciarlo.
Amarlo.
Volevo farmi stuprare ancora.
Non me ne fotteva poi se mi sarei fatta del male, l'importante che lui fosse felice.
Mi sarei pure fatta picchiare per lui.Aprii gli occhi ed iniziai a piangere.
Avevo di nuovo il controllo.
Misi le mani sugli occhi e piansi.
-Anche io ti amo, Jeff-
Sentii il mio corpo farsi pesante e l'aria farsi densa, non respiravo, o magari sì, ma non me ne rendevo conto.Quando riaprii gli occhi, mi ritrovai nel soggiorno della creepyhouse.
Alzai il busto strofinando i miei occhi, avevo di nuovo il controllo perfetto.Sul mio petto c'era il sigillo della mia famiglia per bloccare i miei poteri.
-Hey, principessa- mi chiamò Laughing Jack.
Mi alzai e a quattro zampe mi spinsi verso l'angolo più vicino, guardandolo male.
Ero un mostro, non meritavo di averli vicini a me.
Mi abbracciai le gambe tenendomi stretta le ginocchia al petto.
La luce mi faceva male agli occhi, avevo sete di sangue, fame, nausea e tanta tristezza in corpo.
Volevo stare sola.-Natalie... va tutto bene- disse Jane inchinandosi verso di me.
Indossava un vestito nero.
Allungai la mano e con le unghie lo strappai facendola urlare.
-Nat!- urlò mio fratello.Ignorandoli, andai a prendere dei chiodi e un martello, uscii fuori.
Tagliai qualche ramo facendo delle colonne di legno.
Incrociandole tra di loro, formai un cubo aperto solo in un lato, quello che sarebbe andato sotto.
Portai dentro quel cubo, lo capovolsi e lo usai come gabbia personale.
-Che ci fai rannicchiata lì?- chiese una voce dolce da sopra le scale.
Mi girai e vidi quel bellissimo ragazzo dai capelli neri.
Era a petto nudo ed indossava una fascia bianca sull'addome.
Mi girai dandogli le spalle.Iniziai a piangere.
-Natalie, perché piangi?- chiese la maschera blu toccandomi la spalla, gli graffiai la mano d'istinto senza pensare di potergli fare del male.
Lui si allontanò gemendo, lo guardai dispiaciuta e riniziai a piangere.Tre ore.
Erano passate tre ore dal mio risveglio.
Gli altri guardavano la TV.
-Natalie. Giochi con me?- chiese Sally avvicinandosi a me con l'orsacchiotto.
Ringhiai.
Lei iniziò ad infuriarsi ma si calmò sentendo Kevin.
-Gioco io!- esclamò lui.
Sentii un suono strano e un colpetto leggero alla gabbia, così mi girai e trovai, ranicchiato affianco a me, Jeff con un piatto di pasta per terra.
-Questa è per te, dovrebbe essere la mia... ma tu ne hai più bisogno- disse sorridendo più di quanto non stesse facendo normalmente.Allungai la mano verso di lui.
Volevo toccarlo, volevo toccare quel suo sorriso, volevo sapere il motivo del quale fossi affascinata da quel viso.
-Jeff!- urlò Eyeless Jack.
Ma lui non si mosse, così tolsi la mano.
-Non hai paura di me?- chiesi con un filo di voce.
Lui si stupì e rise di gusto.
-Ha parlato...- sussurrò qualcuno dietro di lui.
-Hahahaha. Io dovrei aver paura di te? Perché mai?- chiese ridendo.
-Ti permetto di ferirmi ma non di insultarmi! Io non ho paura di nessuno, tantomeno di te- disse.
Sembrava al quanto sincero così allungai la mano verso la sua faccia, seguii il suo sorriso con le dita ed arrivai alla sua guancia accarezzandola, lui con la sua mano prese la mia tenendola più vicina alla sua pelle, in modo dolce e mi guardò.-P... perché?- chiesi togliendo la mano, imbarazzata.
C'era un silenzio assurdo in quella casa come se tutti stessero ascoltando solo me e Jeff.
-Perché? Perché non ho paura? Beh, in realtà... ecco...- spostò lo sguardo di lato e si grattò la nuca con fare imbarazzato.
-Ecco... io... va beh dai, avrai capito: te l'ho detto ieri...- rise nervosamente imbarazzato.Ieri...
Lo guardai confusa.
-Io ti amo- sussurrò con un briciolo di coraggio.
-Io... ti ....amo?- chiesi ripetendo la sua frase con tono interrogativo.
Il ricordo del giorno prima mi venne in mente, l'avevo quasi ucciso e lui era là a prendersi cura di me.
Come poteva essere così stupido?
Lui annuì.
-Io ti amo... come Ryuka lo diceva ad Avril?- chiesi.
Lui mi guardò confuso.
-Sì Natalie, sì. Come papà lo diceva alla mamma... ricordi?- chiese Ian con le lacrime agli occhi, colme di ricordi.
Annuii triste ma poi alzai la testa.
Sorrisi.
-Avril amava Ryuka...- dissi.
All'inizio Jeff si girò verso mio fratello con sguardo confuso che alzò le spalle, poi mi guardò sorridendo.
-Stai dicendo che... mi ami?- chiese.
Continuai a sorridergli.
Nella mia mente si fece spazio il ricordo di quel maledettissimo giorno, dove l'uomo abbracciava sua moglie avvolto tra le fiamme.
La casa, il neonato, il lampadario, quella stupenda coppia, il fuoco, la botola, quei quattro giorni, nuova famiglia, due anni, gli stupri, il disastro.Tolsi il sorriso dando spazio ad un grande senso di vuoto e tristezza nel mio cuore.
Se avessi detto di sì, lui sarebbe stato in pericolo, sarebbe potuto morire dalla mia altra me.
Noi Kabra eravamo destinati a soffrire, non potevo trascinarlo con me.
-No, Avril amava Ryuka e sono morti entrambi- dissi guardando per terra.
Lui abbassò lo sguardo.
-Va bene, io vado a riposare un attimo che mi fa male la festa- avvisò.
Si alzò e salì le scale, deluso.
-Scusa...- sussurrai seguendo con lo sguardo.
-Natalie!- mi chiamò Ian nervoso togliendo la gabbia e lasciandola cadere dietro di sé.
-Perchè gli hai mentito?- chiese Ian alzandomi per il collo verso il muro, cercai di allargare la presa con le mie mani, muovendo anche i piedi d'istinto, scalciando.
Lui odiava le bugie quanto me.-Ian!- urlò Eyeless Jack, il biondo mollò la presa ed io caddi a terra.
-Scusa, sorellina- disse inchinandosi verso di me.
Avevo davvero paura di tutti, chiusi gli occhi e mi chiusi in me stessa.
-Visto!? Sei un coglione!- urlò sempre colui che lo rimproverò poco prima.La pasta fumava ancora nonostante fossero passati vari minuti, la presi e la mangiai piano.
Mi sentivo osservata ma non m'importava, avevo fame.
Sentii una mano sulla mia schiena,
ma stranamente non reagì.
-Lo sapevo che l'avresti mangiata!- esclamò felice.
Mi girai e sorrisi.
Lo vidi ridere poi con il pollice tolse un po' di cibo, che avessi alla fine delle labbra, e lo leccò.
Lasciai il piatto vuoto.
Avevo bisogno di sangue e lui sembrava averne abbastanza per me ma non potevo prelevargliene.Mi alzai la maglietta e con le unghie tracciai altri tagli.
Li succhiai finché Jeff mi prese entrambi i polsi.
-No! Questo no!- disse.
Lo guardai con sguardo interrogativo.
-Perché?- chiesi.
-Non devi farti del male per tranquillizzare la tua sete di sangue. Facciamo così: bevilo da qui! Dal tuo polso, no!- disse.
Prese il suo coltello, lo poggiò sul suo collo e si tagliò superficialmente la pelle.
Io sorrisi, mi fiondai su di lui facendolo cadere a terra, mi misi a cavalcioni ed iniziai a succhiare il suo sangue.
Lo sentii gemere così lo guardai di scatto e lui rise.
-Era per vedere cosa avresti fatto- disse alzando il busto, ridendo.
-Sai... ti trovo abbastanza speciale....- sussurrò avvicinandosi a me, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio mentre io spostavo il mio busto all'indietro.
-Sono sicuro che tu provi lo stesso, nel tuo sguardo, nei tuoi occhi vedo la felicità che non ho mai avuto... la mia, la nostra- si stava avvicinando di più.
Sempre più vicino.
Era sul punto di baciarmi.
Già sognavo di appoggiare le mie labbra sulla sua cicatrice.
Perché ormai le labbra non le aveva da tanto.
Mi guardò negli occhi e tenendo la mano dietro la mia nuca, mi avvicinò al suo viso.
Non desideravo altro ma allo stesso tempo avevo paura.
Sarebbe successo lo stesso di qualche anno prima?~Mary.
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Un Killer Può Amare? -Jeff The Killer.
FanfictionDue gemelli, due assassini soprannominati "hearts" dai cittadini. Mentre uccidono per l'ennesima volta, incontrano qualcuno, inizia l'odio tra i fratelli e costui. Come finirà? Sappiate solo che loro due non sono gli unici assassini della città!