Cap. 1

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Stavo accucciata sulla finestra, con le gambe piegate ed il mio busto in mezzo alle ginocchia, le mie scarpe erano poggiate delicatamente sul marmo freddo di una stanza da letto.
Fuori, la notte era fonda, le stelle brillavano in cielo e i gufi, sparsi qua e là nelle vie del paese, si facevano sentire forte e chiaro.

La ragazza che stessi guardando aveva i capelli rossi, le lentiggini e la pelle chiara, le sue guance erano roseee e dormiva beatamente.
Non mi dispiacevano né le lentiggini, né le sue guance, tantomeno il pigiama celeste ma i suoi capelli.
Fissai i suoi capelli rossi.

Odiavo le ragazze con i capelli rossi, le ho sempre odiate e sempre le odierò!
Pensai.

Il ragazzo affianco a me, sorrise.
Guardai l'orario: 00:00.
Era il momento.
Feci un segno col capo per far partire la festa.
Scesi delicatamente dalla finestra entrando definitivamente nella stanza e mi avvicinai al letto della nostra vittima, presi dalla mia tasca dello scotch e lo misi sulle labbra della nostra vittima stando attenta a non svegliarla, guardai il ragazzo aspettando che facesse la sua mossa.
Sorrideva in modo divertito guardando la rossa.
Era molto felice.

Beh, lo era ogni notte, dopotutto si sarebbe divertito!
Pensai divertita anch'io al solo pensiero di cosa avremmo fatto.

Bloccai con le ginocchia le braccia della ragazza dietro la sua testa, in modo che non potesse reagire al tocco di mio fratello.
Lui prese la sua lama e la impugnò stretta.
La sua mano era molto grande ma nonostante tutto non riusciva a nascondere a pieno il manico scuro.
Strappò il pigiama alla ragazza, senza ferirle il petto o l'addome.
Lei aprì gli occhi di scatto e provò ad urlare.
-Hey hey hey, tranquilla, non aver paura! Giochiamo?- ridacchiai mettendo la mano sullo scotch per premere sulle sue labbra.
Nel suo volto si dipinse la paura.

Paura.
La paura era un sentimento solo per i deboli.
Noi, i forti, non avevamo paura di niente.

-Sei ancora vergine?- chiesi io in preda alla mia pazzia.
Lei non rispose ma iniziò a piangere.
Probabilmente aveva capito.
Mio fratello iniziò a levarle ogni vestito lasciandola nuda sul letto.
-Ian! Divertiti!- ordinai ridendo.
Lui sorride ridacchiando ed iniziò col farle un ditalino, dalle mie ginocchia, dove c'era la testolina rossa, uscivano gemiti e singhiozzi.
Piano piano lui si sbottonò i jeans e liberò la sua erezione abbastanza visibile.
Lei, mentre piangeva ancora, cercava di tenere le gambe il più possibile chiuse, ma le possenti ginocchia di mio fratello non le permettevano di chiudergli l'entrata principale.

Si abbassò i boxer ed entrò freneticamente in lei, lei quasi urlò ma le strinsi la gola in modo che l'aria non arrivasse alle corde vocali.
Spinta dopo spinta lui venne dentro di lei lasciando l'orgasmo.
Io ridacchiai.
Vedere mio fratello che ogni giorno arrivasse all'orgasmo era divertente, in un certo senso però mi riportava in mente brutti ricordi che avrei sfogato più tardi.
Si tolse dalla sua vagina e si leccò le dita dopo aver assaggiato il sangue vaginale, della ragazza rossa, mischiato al suo sperma.

Su fratellino, non ti eccitare di nuovo, dobbiamo andare!
Dissi nella mia testa.

Lui iniziò a ridere ma mise il suo uccellino in gabbia, si infilò i jeans e si mise la mio posto.
-Ora tocca a te, sorellina!- disse lui.

Divertiamoci!

Io annuii sorridendo.
Presi la mia mannaia e la strinsi forte sorridendo compiaciuta.
Dove l'avessi?
Semplice nella mia schiena, avevo una sotto specie di tasca dove depositavo la mia amica.
Iniziai a farla roteare nella mia mano.
Quella ragazza continuava a piangere.
La guardai con disgusto.

Porca puttana ma non la smette mai di piangere, 'sta qui?

Mossi il piede destro della rossa e lei rabbrividì.
-Giochiamo?- chiesi ridendo come una pazza.
-Se resisti a lungo, ti do un premio!- risi.

Un Killer Può Amare? -Jeff The Killer.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora