Cap. 3

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-Un killer ...come noi- rispose mio fratello abbandonandosi sulla sedia.
Mi alzai e mi misi in braccio a lui.
Lui mi coccolò con le sue braccia.
-Non ricordo nulla, non ho mai sentito parlare di questo Jeff. C'entra con noi?-
-No! Dimentica, io non ti ho mai parlato di Jeff!- mi interruppe in tono freddo.
Lui mi raccontava spesso storie su dei killer, si facevano chiamare Creepypasta, ma di questo Jeff, non ne avevo mai sentito parlare e ciò mi incuriosiva.
Si alzò facendo alzare anche me.
Se ne andò a farsi una doccia e poi si mise a mangiare.
Era proprio stressato.
Mi misi a mangiare anche io, con lui.

Accesi il computer.
Controllai la nostra lista di nomi, noi avevamo una lista di nomi, per ogni ragazza uccisa veniva cancellato un nome insieme alla cartella collegata.

La ragazza di oggi si chiama Alessia, 16 anni, genitori assenti, vive con il ragazzo.

Arrivò la notte.
Ero sulla finestra di una camera, mio fratello era già entrato ma sentivo che qualcosa che non andasse.
Mi avvicinai al suo ragazzo e lo sgozzai.
Il suo sangue bagnò la spalla della sua ragazza che si svegliò.
Le tappai la bocca.
-Non urlare o morirai lentamente...- la minacciai con la mia mannaia.
Lei annuì.
Tolsi la mano e sembrò singhiozzare.
-Che hai, ora?- chiesi.
Lei si teneva la pancia notevolmente gonfia.
-Sei incinta!?- chiese mio fratello sorpreso e forse deluso.
-Voi siete gli Hearts!? Perché lo hai ucciso?- chiese piangendo.
-Tu fai la troia, io uccido. È questione di lavoro!- esclamai ridendo.
-No, ti prego... mi mancano pochi giorni prima di partorire... ti prego- mi supplicò.
Guardai Ian, lui annuí.
-Non è vergine... lasciala qua a morire!- esclamò saltando giù.
-Ti prego...- continuò lei.
-Riesci a camminare?- chiesi.
Lei mi guardò storto.
-Perché?-
-Vieni da noi, ti facciamo partorire. Poi appena partorisci, ti torturiamo e ti uccidiamo- dissi ridacchiando.
-Va bene... ma ti prego, mantieni il mio bambino, ha bisogno di qualcuno che lo accudisca- supplicò.
-Hahahaha hey hey hey, io uccido, non faccio da babysitter!- dissi.
Lei mi guardò ancora supplicandomi.
-Natalie!- urlò sbuffando mio fratello innervosito.
-Okay- dissi arrendendomi.

Ti ucciderò molto lentamente! Hahahahhahahahahhahha.

Lei si alzò e camminò verso la porta, io saltai dalla finestra mentre lei scese le scale aprendo la porta principale e mi venne incontro.
Le presi la mano e corsi.
Lei si lamentava che le facesse male tutto mentre mio fratello continuava a chiedermi il motivo di averla portata con noi.
Il motivo?
Non lo sapevo nemmeno io.
Non mi fotteva niente delle altre persone eppure lei mi aveva convinto.

Arrivati a casa entrò prima Ian prendendo poi in braccio la tipa castana, poi scesi io e chiusi.
La coricò sul mio letto.
-Hey hey, ma che cazzo fai? Quello è il mio letto!- urlai a mio fratello.
-Cazzi tuoi che hai voluto portare questa tipa con te. Sul mio letto lei non ci sale manco morta! Cosa farai con il bambino, eh? Pensi di adottarlo? Non farmi ridere, Natalie!- disse ridendo nervosamente.
Presi il mio lenzuolo e lo misi per terra.
Quel lenzuolo portava il simbolo della nostra famiglia, ed era molto importante per me.
-Dormi lì, io dormo qua- dissi fredda.

Mi sentii sospesa in aria e poi appoggiata su una superficie morbida.
Aprii gli occhi e vidi mio fratello andare verso il bagno, alzai lo sguardo ed esplorai la stanza.
Ero nel suo letto ben coperta, la ragazzina era sulla sedia che beveva del thè, o almeno mi pareva fosse del thè, dato che caffè e latte non ne avessimo.
-È stato lui. È così dolce, state assieme?- chiese lei con voce dolce ed innocente.
-No, assolutamente no. Lui è il mio gemellino- risposi dolce arrossendo.
-Sta' zitta, porca puttana!- urlai appena mi resi conto di aver fatto la dolce con una vittima.

Presi il computer e spiai Ian.
-Grazie, fratellino. Ti voglio bene e scusa per ieri sera, ho alzati troppo la voce- mi scusai attraverso il microfono.
-Tranquilla. Ah, puoi spegnere quella merda di telecamera! Sai, mi starei lavando!- disse girandosi verso la telecamera.
Io risi e chiusi il pc guardando la 'K' affiancata ad una corona.
Amavo quel simbolo.

Un Killer Può Amare? -Jeff The Killer.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora