Cap.5

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Mi svegliai stringendo qualcuno.
Aprii gli occhi e vidi dei lunghi capelli castano scuro.
Alzai il busto.
Non era casa mia, mi trovavo in un'altra casa.
-Shhh si è svegliata...- sussurrò qualcuno.
Mi girai e vidi le creepypasta che mi fissavano.
Tirai lenzuolo coprendomi il petto e urlando.
Poco dopo se ne andarono alcuni, tranne due persone.

La lunga chioma che avessi affianco si mosse.
-Mamma, non urlare...- disse con voce rauca.
Si girò e arrossí.
-Kevin?- domandai incredula.
Aveva circa sedici anni, fisicamente.
-Mamma... perché dormi ancora in reggiseno?- chiese ridendo.

Si alzò dal letto.
Presi tutto il lenzuolo per coprirmi bene e mi alzai.
-Sei sveglia? Sì. Ian è uscito, è andato ad allenarsi...- mi avvertì Slender entrando nella stanza della loro casa.
-Perché non ce lo hai detto?- chiese Jeff mezzo serio.
-Ian, dove? Cosa dovevo dirvi?- chiesi ancora imbarazzata.
Slender non rispose, spostò il viso verso di Jeff scuotendolo e se ne andò via.
-Che porti una quarta!- esclamò.
Lo guardai schifata.
L'altro rise insieme a lui.

-Almeno posso toccare? Tanto non sarei nè il primo nè l'ultimo- chiese ridendo.
Mi alzai di scatto correndo verso di lui, senza pensare al mio intimo, gli preso il colletto e lo alzai.
-Ripetilo e sei morto- ringhiai.
Lui sghignazzò.
Allungò una mano dentro la sua felpa e prese il coltello.
Misi la mano libera dietro la mia schiena cercando la mannaia.
Ero senza la tuta, al momento, perciò senza arma.
-Cercavi questa?- chiese Laughing Jack mostrando la mannaia e la tuta sul divano.
-Bastardi!- urlai.

Natalie, non puoi usare i tuoi poteri, ricordatelo, hai il sigillo adosso.

Laughing Jack mi prese i polsi e mi portò in una stanza seguito da Jeff che chiuse la porta a chiave.
-Ora giochiamo un po'- esclamò Jeff lasciando il coltello per terra.
Jack mi fece coricare sul letto.
-Fermatevi, vi prego- supplicai capendo cosa avessero intenzione di fare.
Mi mise roba alle mani ed un suono metallico riempì la stanza.

Manette?


Jeff si mise a cavalcioni su di me.
-Lasciami! Ti prego, lasciami andare- urlavo ripetutamente.
-Zitta e lasciami fare- disse gattonando verso il mio viso.
Piegai il ginocchio in modo da dargli un colpo alla schiena e spostarlo ma mi fu bloccato da Jack che mi legò le caviglie ai piedi del letto.
-Adesso, inizieremo a giocare, gli altri sono usciti, perciò ci siamo solo noi tre. Hahaha- rise di gusto.
Cercai di urlare ma lui mi baciò.
Infilò la sua lingua esplorando la mia bocca.
Lo odiavo.
Non doveva permettersi.
No!
Tutto ciò avrebbe distrutto il mio equilibrio mentale, ne ero sicura, mi avrebbe uccisa.

Chiusi la mascella in modo da mordergli la lingua.
Lui gemete di dolore e la tolse.
Iniziò a muovere le mani per farsi aria in modo da far andar via il dolore.
Scese dal letto ed andò verso la finestra.
-Fieni forfe quella Froia!- cercò di dire.
Jack rise e si mise a cavalcioni su di me.
Era davvero spastico.

Le sue mani scivolarono sul mio petto.
Incurvai la schiena involontariamente e lui ne approfittò per infilarci le mani e staccarmi il reggiseno, rise togliendomelo.
-Basta...- supplicavo.
-Prima io- disse Jeff mettendo una mano sulla spalla del suo amico che si spostò verso la finestra sbuffando.
Jeff iniziò a stuzzicare un capezzolo con il pollice mentre l'altro lo mordeva forte.
Faceva male, urlavo, gemevo, piangevo sperando che qualcuno lo fermasse.
La mia mente era piena di ricordi, volevo morire.
Continuò per vari minuti e poi cambiò capezzolo.
Appena finì anche con quello, si mise a lasciare scie di saliva sulla mia pancia.
Odiavo quella sensazione di schifo verso me stessa.
Stava succedendo di nuovo e non avevo forze per liberarmi.
Potevano fare quello che volevano con me, non potevo più reagire.

I mie capezzoli erano viola e in certi punti usciva persino del sangue.
Sentii le mie mutande strappate via e in un lampo qualcosa dentro di me.
Lo guarda e vidi il suo braccio che finiva in mezzo alle mie gambe.
Scacciai un forte grido di dolore.
Aveva tutta la sua mano dentro di me.
Faceva un male cane.
Dio solo sapeva quanto cazzo di dolore stessi provando.
Si mise a ridere e a fissarmi mentre iniziai a piangere.
Il mio pianto mi ricordava quello di tredici anni prima, all'età di sei anni, quando un uomo, che per legge era mio padre adottivo, mi fece stuprare da due uomini.
Erano tutti e tre amici di mio padre, il mio vero padre, l'uomo dolce e gentile.

Lo sentii ridere più forte ed iniziò a muovere la mano avanti e indietro, pian piano aumentava la velocità.
Senza volere lasciai dei gemiti tra i singhiozzi ed urla.
La tolse e con la sua mano uscì del liquido dalla mia vagina.
Si avvicinò a me e mi guardò schifato.
-Che cazzo è sto sangue? Devi eccitarti!- ordinò.

Come cazzo faccio ad eccitarmi se mi stai stuprando!?

-Scusa...- sussurrai piangendo.
Ero tornata debole e fragile.
Fanculo.
Lui mi mollò uno schiaffo e scosse la testa.
Poi mi riprese la testa e me la fermò in modo da poterla avere di fronte, si leccò il sangue nell'altra mano e scosse la testa.
-Che schifo- disse.
-Assaggia- ordinò.
Rifiutai chiudendo la bocca e scuotendo la testa ma lui mi fermò e con molta forza mi aprì la mascella mettendomi la sua mano impregnata di sangue vaginale in bocca.
Mi venne il vomito, ma cosa potevo farci?
Ero legata sia alle mani che ai piedi.

-Slegala- ordinò Jeff.
Jack che stava vicino alla finestra annuì e venne da me.
Mi slegò i polsi poi le caviglie, mi massaggiai la macchia rossa e sospirai pensando che l'incubo fosse finito.
Ma Jeff mi prese per i capelli e mi trascinò verso il pavimento, mi scaraventò per terra.
Mi alzai dolorante e lui mi ordinò di mettermi in ginocchio.
Eseguii l'ordine piangendo.
-Abbassali!- ordinò indicando i suoi boxer.
Rifiutai.
Mi arrivò uno schiaffo ed una tirata di capelli.
Li abbassai ormai costretta ad arrendermi.
La sua erezione era di fronte alla mia faccia.

No, ti prego, questo no.

Lui sghignazzò e mi prese con forza i capelli spingendo la mia faccia verso il suo pene.
-In bocca!- urlò lui rifacendolo.
Vedendo che non aprissi la bocca, mi tirò forte i capelli, urlando di dolore spalancai la bocca e lui ne approfittò per infilarci il suo membro.
Era una cosa disgustosa.
Iniziò a comandare la mia testa con la sua mano tra i miei capelli.
Ero immobile facevo fare tutto a lui.

Sei debole.
Non ti ho insegnato nulla, io?

-Tu mi hai insegnato solo ad uccidere-

Solo? Ti ho salvata, eri molto più forte di così.

-Sta' zitta!-

Lo sentii gemere.
Strinse forte i miei capelli.
-Ingoia...- disse prima di gemere ancora.
Venne dentro la mia bocca arrivando all'orgasmo.
Il suo maledettissimo sperma mi inondò la bocca.
Iniziai a tossire, sputai tutto e vomitai ai suoi piedi.
Lui rise e si buttò sul letto.
-Cambio?- chiese Jack.
Il primo alzò la mano chiusa lasciando in evidenza il pollice alto.

No no no, ti prego, basta!

Il pagliaccio mi prese per i fianchi e mi portò sul secondo letto che c'era nella stanza, si abbassò i pantaloni ed i suoi boxer.
Mi prese ed iniziò a farsi una sega con la mia mano, prese anche l'altra e continuò.
Provavo a dimenarmi ma la sua presa era troppo forte.
-Fai 'aaah'- disse ridendo.
Strinsi gli occhi ed urlai appena mi tirò i capelli.
Infilò anche lui la sua erezione dentro la mia gola.
Mosse la mia nuca avanti e indietro.
Venne anche lui.
Quel sapore lo odiavo totalmente.
Mentre vomitavo loro risero sfiniti.
Mi accovacciai a terra e mi strinsi le gambe.

Cercai di chiudere gli occhi ma sentii i miei polsi afferrati da qualcuno.
Jeff mi teneva il sinistro mentre Jack l'altro.
Risero e mi spinsero sul letto, ero piegata, con le ginocchia toccavo terra mentre il mio busto era sul materasso.
Sentii delle grandi mani afferarmi i fianchi e sentii qualcosa entrare nelle mie chiappe.
Urlai di dolore.
Loro risero.

Urlai ancora e ancora mentre lui mi spingeva avanti ed indietro il bacino.
Gemeva ed ascoltava le mie grida disperate, ridendo.
Jeff iniziò a farsi un sega guardando la scena.
Ripresi a piangere.
Era una cosa che volevo dimenticare eppure la stavo subendo ancora.
Appena lui finì con il mio ano, uscì del liquido bianco, ossia lo sperma di quel coglione, lui mi mollo e mi spinse su Jeff che mi strinse i polsi alzandoli e camminò verso il muro.
Mi alzò e come mi abbassò infilò il suo pene nella mia vagina.
Urlai un'altra volta.

Ma la porta si spalancò.
-Merda!- urlarono entrambi.

~Mary.

Un Killer Può Amare? -Jeff The Killer.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora