Capitolo 22.

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Era già passato quasi un mese da quel fantastico momento che però aveva potato dietro di sé cose orribili.
Harry ed il bambino stavano bene, la pancia ancora non si vedeva ma aveva iniziato a dimostrare i soliti sintomi dati dalla gravidanza, sopratutto il vomitare ad ogni ora del giorno, in qualunque momento, sempre solo, senza nessuno che lo aiutasse.
Si, Harry era solo.

Louis non era ancora stato dimesso dall'ospedale dopo l'orribile vicenda dello stupro, non si riprendeva più, non era più la persona di cui si era innamorato.
Il liscio era caduto in una sorta di depressione che lo portava a non mangiare e a non voler vedere nessuno; i medici cercavano di aiutarlo in qualche modo possibile, ma sembrava solo peggiorare giorno dopo giorno, purtroppo.
Il minore cercava di passare più tempo possibile con lui, di coccolarlo, di baciarlo, di farlo sentire amato e protetto, ma tutto ciò che riceveva in cambio era silenzio, o poche parole sussurrate.

Proprio quella sera Harry decise di dormire in ospedale con Louis, di fargli ricordare quanto bello fosse passare la notte insieme abbracciati, di fargli ricordare quanto potesse essere meglio tornare a casa, magari insieme.
Si mise a dormire di fianco al suo amore, facendosi piccolo piccolo e stando attento a quella piccola pancia che ancora inesistente, ma non per lui, lui li vedeva i cambiamenti, o forse era solo l'emozione.
Strinse Louis a sé, appoggiando la sua schiena contro il petto del maggiore. Louis lo strinse a sé, anche se con poca forza, ma lo fece.
Harry sorrise.

'Sai Lou, vorrei tanto che potessi tornare a casa con me, con noi', disse il minore, appoggiando la mano del liscio proprio dove stava crescendo la loro nocciolina.
'Vorrei tanto che ti riprendessi, vorrei tanto che tornassi a sorridere, vorrei tanto vedere i tuoi occhi di quell'azzurro che amo tanto, vorrei fare l'amore con te, Dio, quanto vorrei fare l'amore con te per tutta la notte, vorrei poter tornare a casa e vederti seduto sul divano mentre imprechi giocando con la play station, vorre te, con me, lo vorrei tanto', disse tutto d'un fiato il più piccolo, cercando di non piangere.
Sentì Louis tremare dietro di sé, sentì Louis singhiozzare dietro di sé, sentì Louis stringerlo un po' troppo forte dietro di sé.
'L-Lou, amore, così mi fai male', sussurrò Harry, cercando di allontanarsi dalla presa del maggiore, che però non cedeva.
'Mi fai schifo, mi hai rovinato la vita, se mi hanno stuprato è tutta colpa tua! Io quel bambino non lo voglio, mi hai sentito? Non lo voglio! Non voglio nessuno dei due, abortisci, ucciditi, fai quello che vuoi, mi hai rovinato la vita, io ti odio Harry, ti odio!', urlò, chiudendo le mani intorno al collo di colui che sarebbe dovuto essere il suo amore.

'T-ti prego, l-l-lasciami', disse Harry in qualche modo.
'Devi morire, ti odio, ti odio, mi hai rovinato la vita, io t-'
'Amore, lasciami and-andare', provò di nuovo il minore, guardando Louis negli occhi.
'Io ti od-io ti amo, ti amo da morire, cosa sto facendo? Cosa ti sto facendo? Io ti amo, io vi amo, cosa mi sta succedendo Haz, cosa?'.
Il riccio lo strinse a sé, premendo il pulsante per chiamare qualcuno che subito arrivò.
'Devi farti curare Louis, okay? Cercheremo un bravo dottore per te, un specialista, ma non puoi, non possiamo continuare così, non fa bene a nessuno, specialmente a te', gli disse il suo piccolo amore, tenendo il suo viso tra le mani e guardandolo dritto negli occhi.
'Ti salverò da tutto ciò, te lo prometto, solo, fidati di me', e lo baciò.
Louis ricambiò senza esitazione.
'Ti amo da morire e scusa, scusstemi, siete la mia vita, come avrei fatto senza di voi?', e se lo tirò contro.
Harry restò tra quelle braccia per poco, poi si girò verso l'infermiera e spiegò l'accaduto, facendola rimanere a bocca aperta.

'Forse è meglio che ora se ne vada, Signor Styles, il suo compagno ha bisogno di riposare, le farò parlare con il medico che si occupa del caso il prima possibile', gli disse la giovane ragazza.

Un NO urlato si propagò per tutta la camera.
Harry e l'infermiera fecero appena in tempo a girarsi verso Louis, per vedere quest'ultimo togliersi flebo, aghi vari e canule di dosso oer poi gettarsi ai piedi del riccio.

'Lui è mio, è mio, non può mandarlo via, lui è mio, mio! Lo lasci stare e vada via lei, vada via lei!', urlava il liscio verso l'infermiera che lo guardava con occhi spalancati e un'espressione terrorizzata in viso.

Chiamò subito aiuto.
Un paio di minuti dopo entrarono tre infermieri dentro la stanza e l'ultima cosa che Harry vide era qualcosa iniettato nel braccio del maggiore che si dimenava e calmava l'attimo dopo, come per magia.
La sua vita era appena diventata un incubo. Tutto stava andando a rotoli.
Poi qualcuno lo portò via di li, prima di scoppiare in lacrime.

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Voglio taaaaanti commenti, minimo 35.
Baci.
S.

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